Una riproduzione scientificamente perfetta della pergamena originale su cui fu redatto il testamento di Marco Polo nel 1324 sarà esposta al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino dal 14 giugno al 15 settembre. Il documento, titolato Ego Marcus Paulo volo et ordino, sarà presentato il 14 giugno a Torino, a Palazzo Madama, dall’organizzazione culturale Scrinium, che si occupa della conservazione del patrimonio culturale, e dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Torino Musei.

Scritto su una pergamena di pecora nel 1324, il testamento racchiude l’anima del viaggiatore veneziano e ne rivela i segreti.

Aveva denaro e beni di ogni natura, comprese alcune merci esotiche, portate dai suoi viaggi nelle lontane terre d’Oriente. E in punto di morte, reso fragile dalla malattia, Marco Polo ha voluto continuare a stupire anche con le proprie disposizioni testamentarie. Donazioni alla chiesa per salvarsi l’anima, la liberazione dello schiavo, l’eredità per la moglie e alle figlie in un momento storico nel quale si lasciava tutto al ramo maschile. Un elenco fatto di proprietà ma anche di oggetti favolosi: bottoni di ambra, stoffe traforate in oro, drappi di seta, redini di foggia singolare, persino il pelo di yak e una “zoia” in oro con pietre e perle del valore di “14 lire di danari grossi”.

Sono questi i segreti del Testamento di Marco Polo, che racconta l’umanità dell’epico viaggiatore veneziano e ne svela anche la sua parte più intima, quella che emerge dall’uomo che si appresta a morire.

La pergamena è stata ritrovata all’interno del codice marciano Lat. V, 58-59, che raccoglie anche i testamenti del padre Niccolò e dello zio Matteo, compagni di Marco nel lungo viaggio alla corte di Kublai Khan del 1271. Un documento che il mondo accademico si è conteso per anni: studiarlo era un onore. Ma i rischi di danni per l’usura erano gravi. Così nel 2016, il ministero dei Beni e delle Attività culturali, la Biblioteca nazionale Marciana e Scrinium hanno avviato un progetto congiunto per realizzare un clone perfettamente corrispondente all’originale.

“La prima fase è stata quelle delle indagini bio-chimico-fisiche sulla pergamena nel laboratorio di conservazione e restauro della biblioteca veneziana”, spiega Ferdinando Santoro, presidente di Scrinium. “Sono state realizzate le analisi delle caratteristiche chimico-fisiche da parte di un’équipe di specialisti in microbiologia, un approfondito studio paleografico e rilievi ad alto contenuto tecnologico. Contestualmente, il professor Attilio Bartoli Langeli, paleografo di fama internazionale, ha realizzato la prima edizione diplomatica corretta e completa del testo. Il testamento è stato quindi consegnato per il restauro all’Icrcpal, l’Istituto centrale per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario di Roma. Quindi è intervenuta Scrinium per le fasi di rilievo e le successive riprese ad altissima definizione sui documenti”.

 

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