Quando presentammo il nostro giornale alla Fondazione Feltrinelli fui testimone di un dialogo tra Bruno Segre, nostro padre, e Gad Lerner. Una parte del colloquio mi emozionò più di altre. Egli raccontava di quando alcune camicie nere si presentarono a casa sua per prelevarlo. Tentò di fuggire il giovane Bruno, ma un gorilla con gli stivali sparò alcuni colpi di pistola: uno finì nel muro poco distante dalla testa del destinatario; l’altro colpì il fuggitivo, ma, per puro caso (non dico per miracolo e si capirà perché), venne fermato da un porta sigarette in metallo che salvò la vita del resistente. Venne fermato Bruno, picchiato e di fronte all’affermazione “ringrazia la madonna” riferita allo scampato pericolo rispose: ”no, ringraziare la madonna mai!!!!”.

Allora c’era il fascismo, non Salvini, lo avevano appena preso a pistolettate, lo stavano portando in uno spaventoso carcere, ma Bruno non rinunciò, nemmeno in quelle condizioni, alla laicità ed alle sue idee.

Con questa storia nella mente, con la sua forza straordinaria, torniamo ai giorni nostri. Giorni in cui vi sono modesti demagoghi imperanti ovunque e politici che brandiscono rosari vellicando la pancia più oscura del paese.

Cosa fanno i liberali? Chi sono i leader di riferimento? Con B che non è più B e che la rivoluzione liberale non l’ha fatta; col PCI-PDS-DS derenzizzato che flirta con i Cinquestelle, pare siano rimasti Il Papa demos-stile e l’eurista Emma.

E no. Ringraziare la madonna mai.

Emozionarsi per il cardinale spaccasigilli-pagabollette no. Gli ricordiamo, tra le tante cose, che la Corte di Giustizia ha ritenuto che deve pagare l’ICI e l’IMU quando l’edificio non è di culto, ma è commerciale. Ricordiamo ai politici che se recuperano quell’ICI e quell’IMU dovuti, danno una grossa mano ai conti pubblici dello Stato Italiano. Ricordiamo ad Emma, che invece (in una prima fase dice) l’IMU la vuole aumentare insieme all’IVA agevolata, che forse si potrebbe cominciare a riscuotere le considerevoli somme che non pagano i religiosi. Anche se non c’è molto da stupirsi se +EUROPA non affronta questo ed altri argomenti, perché in fondo è il partito di Tabacci e Sanza, gloriosi e antichi democristiani, che hanno fatto manbassa del congresso e isolato la vera voce liberale rappresentata da Marco Cappato. Tu che parli di eutanasia, ricerca scientifica ecc. fuori, sciò. Sennò poi il Vaticano cosa dice, la nostra coscienza di cattolici cosa dice.

A rosario si risponde con rosario, un laocoonte di rosari. Bella roba.

E si badi, a sopire ogni voce autenticamente liberale vi è anche un’altra forma parareligiosa: il pensiero unico del politicamente corretto, dell’eurismo senza se e senza ma. Il pensiero dei chierici del progressismo, come li chiamava Pasolini, che invitava gli intellettuali a non essere retorici, ipocritamente e banalmente buonisti. Tutte componenti queste che si ritrovano in quelli che dovrebbero fungere da esempi e da guida.

A tragedie economiche, che portano le persone a votare come votano e ne hanno ben donde, si risponde con operazioni di pura facciata. Demagogia contro demagogia.

Ha ragione l’amico e nocchiero Rossotto quando scrive che la borghesia liberale deve svegliarsi dal torpore e rivendicare un ruolo di leadership. Ma bisogna prendere esempio dal gigante Bruno, bisogna avere coraggio, farsi forza politica, rischiare, mettere i soldi. Insomma creare ed essere da soli classe dirigente autenticamente liberale.

Il Papa, Tabacci, Sanza, Emma li rispettiamo, li ascoltiamo, ne riconosciamo l’antica tradizione e la capacità politica, ma facciamo da soli.

Se avremo questo coraggio e questa energia qualcosa di buono succederà, diversamente l’estinzione sarà inevitabile.

Noi abbiamo cominciato con L’INCONTRO, alcuni di noi con LA MARIANNA di Giovanni Negri. Attendiamo altri coraggiosi per altre concrete iniziative. Attendiamo gli imprenditori, che puntarono su Salvini e sulle sue promesse di infrastrutture e flat-tax e si ritrovano la ditta “rosari & toninelli associati”. Attendiamo tutti coloro che sono liberi, competenti, che rischiano, che vogliono crescere.

Ci credo molto, spero che il mio non sia solo uno sfogo.

Fabio Ghiberti

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