Se si ricercassero le vere origini della nostra Repubblica non le si potrebbero trovare in un qualche monumento importante, nè in qualche luogo rinomato.

Formalmente la proclamazione della Repubblica è avvenuta a seguito del “referendum” del 2 giugno 1946, con il quale gli Italiani erano stati chiamati a scegliere ed a votare tra Monarchia e, appunto, Repubblica.

Peraltro non esiste un luogo “fisico” che ricordi tale evento o faccia comprendere ai giovani l’importanza di tale data, nè di tale scelta.

Così, per assurdo, le vere origini della nostra Repubblica le potete trovare in una isolata borgata di montagna, in mezzo ai boschi, di faccia all’azzurro intenso del cielo, d’estate o immersa nella neve, d’inverno.

Si tratta di Paraloup, nella valle Stura, sopra Cuneo: un pugno di baite di pietra che avevano offerto sicuro rifugio a quei pochissimi partigiani che erano saliti lì, in montagna, subito dopo l’8 settembre 1943.

Il nome stesso del luogo è significativo in quanto “para-loup” in lingua occitana significa luogo sicuro, “riparo dai lupi”, che un tempo gravitavano numerosi nella zona.

Foto dalla pagina Facebook Rifugio Paraloup

Ora quei pochi uomini (dodici per la precisione ed una mula) decidono di farne la prima base operativa, in vista di un futuro moto di ribellione, anche armato, ma soprattutto ideale e morale, sia al nemico invasore, sia agli irriducibili fascisti della Repubblica Sociale Italiana.

Questo sarà il moto che nei mesi successivi, con forze via via più consistenti, con migliori armamenti (anche provenienti dai lanci aerei degli alleati) e con una miglior organizzazione capillarmente territoriale, darà luogo alla Resistenza che contribuì, in modo decisivo, in tutto il Centro-Nord del Paese, alla sconfitta del nazifascismo ed al successivo ritorno in Italia della democrazia.

L’attuale sforzo di recupero delle baite, attuato da privati volenterosi e dalla Fondazione Nuto Revelli Onlus, è assolutamente meritorio, posto che ora Paraloup si può raggiungere facilmente, addirittura, nella stagione favorevole, in auto, e vi si possono svolgere varie attività, artistiche, culturali e didattiche, con i ragazzi e le scuole.

Con il pensiero, peraltro, e la memoria, illustrata anche da fotografie d’epoca, non si può non riandare a quei tempi e considerare quali difficoltà incredibili abbiano dovuto affrontare quegli uomini ed in particolare il freddo, la fame e, soprattutto, la fatica (la loro unica costante compagna, come affermò Nuto Revelli che, reduce dalla disastrosa campagna di Russia, si unì ad essi).

Ecco quindi dove sono le radici della nostra Repubblica: là dove pochi grandi uomini hanno compreso che per poter liberare il nostro Paese dal nemico, dalla dittatura fascista e dalla monarchia sua complice, occorreva tenere alta una fiaccola che si richiamava alla Giustizia e alla Libertà.

Forse ogni giorno e non solo il 2 giugno dovremmo ricordarci di loro e dire “grazie”.

Alessandro Re

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