Il 9 e il 10 maggio sera prossimi a Bologna, Teatro Galliera, si terrà il Primo Memorial Claudio Lolli. Per espressa volontà della famiglia un Comitato avrà come fine la costituzione di una Fondazione per perpetuare la memoria storica dell’Artista, mantenendo vivi nel tempo i valori umani, artistici e culturali segno distintivo della sua persona e delle sue opere, per tutelare il nome e l’immagine di Claudio Lolli e per favorire la diffusione ed esecuzione delle sue opere. Un Comunicato diffuso a pochi giorni dall’evento precisa che tutti i trenta musicisti che interverranno hanno rinunciato al cachet e gli utili verranno devoluti al Comitato.

Sul palco si alterneranno quindi ben trenta musicisti nelle due sere. Amici musicisti “storici” di Lolli come (in ordine alfabetico) Nicola Alesini (noto e poliedrico sassofonista), Paolo Capodacqua (Lolli lo chiamava “fratello”, l’ha accompagnato alla chitarra negli ultimi – quasi –  trent’anni) e due compagni di quella straordinaria avventura che fu “Ho visto anche degli zingari felici” ricongiunti ne “Il Grande Freddo”, l’ultima – purtroppo non solo in ordine cronologico – creazione: Roberto Soldati (chitarre) e Danilo Tomasetta (sassofoni), quest’ultimo instancabile coordinatore della macchina organizzativa dell’evento.

Le canzoni verranno eseguite anche da artisti che, benché forse non notissimi al grande pubblico, rappresentano pagine significative dalla canzone d’autore come Gualtiero Bertelli o che hanno, in altri contesti, eseguito brani di Lolli come “Flaco” Biondini, che ha accompagnato Guccini per quarant’anni. Altri, di generazione e formazione diversa, che ne hanno rivisitato alcuni brani come Luca Carboni, Marina Rei, Riccardo Sinigallia. Altri ancora che Claudio Lolli l’hanno incontrato – e quindi inevitabilmente amato – nella loro carriera, come Marco Rovelli. Poi una folta schiera di musicisti che hanno accettato con (sono certo) passione, dedizione e rispetto di testimoniare stima e vicinanza. Trenta artisti e grande curiosità per la scaletta.

La poesia in musica di Claudio Lolli ha l’unicità di essere centrata sul tema della felicità individuale e collettiva, “il personale-politico”. Si è portati a concentrare l’attenzione sui cinque LP-capolavoro degli anni ’70 ma se ascoltiamo anche le opere successive le troveremo straordinariamente delicate. Proprio per questo ancora più incisive e implacabili. Ti entrano sotto pelle e non ti mollano più. Soprattutto oggi, in questo nostro oggi, le prime canzoni che mi vengono in mente sono  “Antipaticiantipodi”, “Aspirine”, “Vite artificiali”, “Curva sud”, “L’amore ai tempi del fascismo”, “Nessun uomo è un uomo qualunque”, “La scoperta dell’America”. E poi naturalmente “Il Grande Freddo”. Claudio Lolli andrebbe studiato nelle scuole. Sissignori. Farebbe un gran bene agli studenti. E anche ai Professori.

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *