Sino al 1929 – allorché il matrimonio venne regolato dalla nuova legislazione istituita dal Concordato fra Stato e Chiesa cattolica – chi voleva contrarre le nozze doveva recarsi in Municipio per legittimarle. Poi, se la coppia era religiosa, poteva recarsi in una chiesa per celebrare il rito cattolico.

Mussolini, per rafforzare la dittatura e trovare un alleato nella Chiesa (che lo definì con le parole del Papa “l’uomo della Provvidenza”), sostituì la procedura matrimoniale stabilendo che fosse un sacerdote cattolico a svolgere la funzione di pubblico ufficiale nel celebrare le nozze e poi trasmettere il verbale al registro comunale di stato civile.

Lo stesso valeva per il matrimonio degli acattolici, celebrato per delega dell’ufficiale di stato civile dal ministro di culto diverso da quello cattolico.

L’iniquo privilegio concesso al Vaticano dura tuttora, ma risulta statisticamente in crisi. Infatti negli scorsi giorni a Torino in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico piemontese, sono emerse cifre significative: nel 2018 su 12.974 matrimoni, soltanto 4.713 sono stati celebrati con rito religioso.

In venti anni, dal 1998 al 2018, secondo le statistiche diffuse dall’Arci diocesi torinese, i matrimoni cattolici sono diminuiti da 6.767 (nel 1998) a 1.942 (nel 2018). Le unioni fra cattolici e non cattolici sono aumentate da 66 a 113. Il diagramma che traccia la tendenza, rappresenta una costante diminuzione, anno dopo anno, in linea con l’aumento dei matrimoni civili.

Nel 2018 sono stati celebrati in Italia 195.778 matrimoni, circa 4.000 in più rispetto all’anno precedente (+ 2,3%). In Piemonte i matrimoni in chiesa nel 2018 sono stati il 36,3%, quelli in Comune il 63,7%. In provincia di Vercelli le cifre sono state rispettivamente del 32,2% e del 70,3%.

La società in cui viviamo è sempre più secolarizzata e il laicismo apre nuovi orizzonti alla libertà di pensiero. Nonostante il tribunale ecclesiastico interdiocesano abbia aperto procedure più rapide e meno costose per la richiesta di nullità delle nozze, la rivoluzione è fallita perché soltanto 272 cause sono approdate nel 2019 ai giudici ecclesiastici in vista del Tribunale romano della Sacra Rota.

Dunque chi sceglie il matrimonio anziché la convivenza (oggi assai praticata) ritiene preferibile la libertà e la speditezza del rito civile anziché le tradizioni inquisitoriali dei riti religiosi.

Bruno Segre

Bruno Segre

Avvocato e giornalista. Fondatore nel 1949 de L'Incontro

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