Il 28 aprile 1977 le Brigate Rosse hanno assassinato l’avvocato Fulvio Croce, presidente dell’Ordine degli Avvocati di Torino. Gli hanno sparato nell’androne del suo Studio in via Perrone al numero 5. Quel giorno pioveva. Da qualche anno c’è una targa. Otto minuti a piedi da Porta Susa, dodici da Piazza Castello.

L’omicidio di Fulvio Croce e il processo al nucleo storico delle Br

Hanno ucciso un uomo riservato ed integro di 74 anni. Un avvocato civilista che per responsabilità, per spirito di servizio, rispetto della legge e con consapevolezza del pericolo era divenuto lo snodo decisivo per consentire la celebrazione del processo al “nucleo storico” delle Brigate Rosse. Un processo iniziato un anno prima.

Gli imputati erano una quarantina, non imputati di delitti di sangue: tra loro alcuni “capi storici” tra cui Curcio, Franceschini, Ferrari, Gallinari. Gli imputati, che non avevano ucciso nessuno, hanno scelto la linea spettacolare del processo-guerriglia: rinunciare alla difesa tecnica, minacciare gli avvocati e i giudici,“La rivoluzione non si processa”, “non abbiamo niente da cui difenderci”. Ma i loro compagni, liberi, invece, un delitto di sangue orribile l’hanno commesso.

Non era il primo. Non sarà neanche l’ultimo. Molti altri ne vennero compiuti. Ha sparato un giovane di 31 anni, lavorava alla Fiat. Si legge che fosse tesserato a un sindacato moderato e che fosse stato individuato dall’azienda come un possibile  interlocutore ragionevole dentro la fabbrica-città. Questo la dice lunga sulle pieghe, sulle sfumature, sulle ombre, sulle dinamiche, sui progetti, sugli schieramenti, sulla vita e le scelte anche di morte nella “pancia” dell’operaio-massa.

“Avvocato!”, non solo il docu-film dell’avvocatura

Avvocato!” è l’imperdibile docu-film che oltre dieci anni fa è stato realizzato su quella importante e significativa vicenda su iniziativa dell’Ordine degli Avvocati di Torino e con il patrocinio della Cassa di Previdenza Forense e del Ministero di Grazia e Giustizia. Il “film dell’Avvocatura”, si dice. Ma è anche molto di più. Il docu-film di Alessandro Melano e Marino Bronzino scolpisce la figura dell’Avvocato di garanzia.

Una  pagina bella e sofferta che rende onore al senso del dovere e all’intelligenza. Avvocati nominati d’ufficio che studiano anche di notte come tutelare i diritti di chi li vuole uccidere. Spicca in questo contesto, quasi per paradosso, l’avvocato Chiusano, uno degli storici legali della Fiat. “Avvocato!” va riproposto periodicamente. È come un tagliando, una revisione del senso civico e del senso del dovere.

Va riproposto agli avvocati, alla città, alle scuole. La consapevolezza della funzione di garanzia, dell’alta funzione di garanzia, ci può salvare. Per “far vedere chi siamo”, che non vuol dire in questo caso “mostrare i muscoli”:  sta per “dimostrare amore per la collettività”. Anche una sosta in via Perrone al 5 è doverosa. Anche col sole. Ma quel giorno pioveva.

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

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