1° dicebre 1955, Montgomery, Rosa, una metodista nera, stava tornando a casa con l’autobus finito l’orario di lavoro. Faceva la sarta. Pagò il biglietto, si sedette, ma alla fermata successiva salì un bianco e, in base ad una legge locale, le chiese di alzarsi per lasciare il posto. Non si alzò Rosa. Pacifica, dignitosissima, elegante, non si alzò. Il mezzo si fermò, venne allertata la polizia e Rosa venne arrestata. Non ebbe mai neanche un accesso di incontinenza verbale questo monumento d’ebano, mai un riferimento politico, ma solo di principio. Un sole che sorge nei suoi occhi bassi, un profumo di libertà dai suoi abiti, una forza di diamante inflitta nella seduta. E nel 1956 ottenne dalla Corte Suprema una decisione unanime che decretò incostituzionale la segregazione sui pullman dell’Alabama.

Rosa Parks, un manuale vivente di resistenza civile, ci detta la linea. Si può violare una norma che si ritiene ingiusta a tre condizioni:

1) che si usi solo il proprio corpo e non quello di altri; che solo il resistente e chi consapevolmente lo segue abbiano a rischiare e pagare;

2) che lo si faccia proprio per avere la sanzione, per costringere il Principe ad infliggerla davanti al mondo e per costringerlo a cambiare la norma per quelli che verranno dopo, non per se stessi;

3) che non si perseguano intenti politici di parte; non deve trattarsi di opposizione ad un governo, ma dell’affermazione di un principio.

Tre condizioni che Carola, la capitana della Sea Watch, non può vantare.

1) Ella, armata di una nave che pesa tonnellate, ha messo a disagio i migranti a bordo e, spero e credo involontariamente, in pericolo i finanzieri sulla motovedetta. La sosta di 15 giorni in balia dell’onda è stata, al di là della diatriba sul significato di “porto sicuro” una scelta dettata dalla sua personale e politica sfida al governo italiano. Scelta pagata da soggetti inconsapevoli e da funzionari dello Stato. Lei invece cosa rischia?? In un paese mite e garantista come il nostro nulla. Tanta pubblicità, poco eroismo.

2) Ella non ha agito per essere sanzionata. Anzi. Ha fatto di tutto per non esserlo. Sono fioccati i ricorsi e le giustificazioni. Ha una schiera di avvocati di fiducia di elevatissimo valore ed altri ancora che offrono la loro grande competenza per la sua difesa. Ella contesta la sanzione, non la vuole, non la cerca, vuole salvarsi.  Risultato: migranti al sole, finanzieri speronati e lei protettissima. Questa non è resistenza civile, cioè violare scientemente una norma per pagare di fronte al mondo. Questo è violare le norme e basta essendo molto molto ben difesa e al sicuro. Carola è una protestataria, non una protestante.

3) Ella ed il suo accolitato non lottano per un principio, fanno opposizione ad un governo.

Nella difesa dei confini e nella regolazione degli accessi non c’è nulla di segregante: riguarda tutti coloro che non sono in regola con le norme del momento. Rossi, gialli, bianchi, neri, viola, etero, omo. Tutti. La difesa dei confini e la regolazione dei flussi migratori sono una tipica, primaria funzione di qualsiasi Nazione democratica a prescindere dal colore politico del governo. Lo fa ad esempio la neo socialdemocrazia danese: la giovane socialista premier ha chiuso le porte, come Salvini. Civilissima presidentA, socialista, credo e ci mancherebbe altro, anche green. Non c’è forse del marcio anche in Danimarca? Perché non si prova a sfondare anche in Danimarca? Non c’è forse del marcio a Ventimiglia o ai confini alpini?

L’attività del Ministro Minniti, ottima secondo me, non ha forse limitato gli sbarchi in modo drastico? E chi non è più partito dove è rimasto e in mano a chi? Non è forse rimasto in quei luoghi che oggi vengono tacciati di insicurezza, definiti lager, luoghi di guerra e tortura? Quanti appelli sul punto? Quante indignazioni?

Ma ci sono anche esempi nostrani più risalenti e tragicissimi. Vi ricordate l’epoca dell’Ulivo Mondiale? Prodi presidente del consiglio, Veltroni (there is an alternative) vice, Napolitano agli interni, Andreatta alla difesa. Civilissimi, pacatissimi, de sinistra quanto basta. Eppure? Eppure il 28 marzo 1997 ci furono nel canale D’Otranto 81 morti e 27 persone mai ritrovate.

Con l’Albania in fiamme e le genti in fuga, un barcone previsto per 9 persone, salpò alla volta dell’Italia con sopra 120 profughi. Stato di necessità allo stato puro, affondavano da soli. L’Italia, sulla base di un accordo bilaterale con l’Albania giudicato illegale dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, inviò la corvetta Sibilla all’abbordaggio, ci fu una collisione e l’immane tragedia. Nessuno scandalo, nessun corteo, nessun Procuratore con atti più o meno dovuti, ma solo un processetto per un colposo a carico dei due sventurati comandanti delle navi (due anni e quattro mesi per l’italiano, poco di più per l’albanese). Pari e patta. Qualcuno degli attuali “capitali coraggiosi” si mosse in allora??

E non mi si dica che oggi ci si muove perché c’è il fascismo.

Carola ha deliberatamente violato una norma che promana dagli organi politici di un paese democratico e, particolare che si omette, che ha già passato il vaglio di due controlli giurisdizionali, uno nazionale ed uno sovranazionale. In funzione cautelare (che per carità non è nulla di definitivo) il TAR del Lazio ha respinto la richiesta di sospensiva del provvedimento ministeriale sul presupposto che i soggetti vulnerabili erano stati fatti sbarcare; e la Corte EDU ha negato la richiesta della misura provvisoria dell’autorizzazione all’ingresso. Un PM ha levato una contestazione, un GIP l’ha respinta. Viva il controllo giurisdizionale, la divisione dei poteri e delle funzioni.  Fascismo? Ma voi riuscite anche solo ad immaginarlo un regime dittatoriale che si sottopone al voto di maggioranza degli elettori? Che vota a maggioranza una legge che attribuisce ad un ministro alcuni poteri e i provvedimenti di quel ministro che vengono giudicati ed eventualmente disapplicati da Tribunali autonomi interni ed internazionali? Fascismo??? Le parole hanno un significato.

Certo, il Ministro dell’Interno ha commentato la decisione del Giudice in modo inaccettabile, dovrebbe essere convocato da Mattarella immediatamente. Ma questo è la pochezza dell’uomo, le dittature sono un’altra cosa.

Salvini e Carola sono due facce della stessa medaglia, due che fanno la propria personalissima campagna. Uno chiude, l’altra forza, tutto per sé, con un cinismo inaccettabile. Non si prendono i voti sulla pelle dei migranti e con la stessa pelle non si fa opposizione.

Non si comprende una cosa molto semplice: Salvini e Carola sono forze, complementari e che si alimentano l’un l’altra, che hanno un unico obbiettivo: colpire e affondare la democrazia liberale. E sposare la seconda, con l’intento di salvarla la democrazia liberale è l’ultima, definitiva forma di autoestinzione. Dagli esami di gruppo del ’68, passando per i compromessi storici, arriviamo a Carola e deponiamo le armi. C’è una straordinaria poesia di Pasolini che tutto preconizzava, ma sarebbe troppo lungo.

Si faccia piuttosto un mea culpa, non si cerchi in Salvini un alibi. Il problema migranti è antico e lo abbiamo risolto o con le stragi o con gli scandali delle cooperative accoglienti. Abbiamo lasciato il sud del mondo da solo e lo abbiamo sfruttato. Abbiamo sposato un Eurismo egoistico e fatto di particolarismi, senza politica, tra svizzeri che legano, tedeschi che selezionano e sedano e francesi che sfruttano.

Urgono razionalità, buon senso e legalità.

Fabio Ghiberti

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