A me “Bella Ciao” non è mai piaciuta.

Inoltre, soffro il “passo da manifestazione”, troppo lento per me abituato a camminare sia in pianura che in montagna a passo sostenuto.

È un ciondolare che mi sfianca.

Tuttavia, negli ultimi due anni ho voluto partecipare alla manifestazione del 25 Aprile nella cittadina della Brianza dove risiedo.

Mi sembra un segnale di doveroso senso civico, al netto del fastidio del passo ciondolante.

È la Festa della Liberazione.

Sì, Li-be-ra-zio-ne!

Come si fa a non essere affezionati alla Festa della Liberazione?

Chi può non essere affezionato alla Festa della Liberazione?

Ogni anno parte il tormentone: “Ma il 25 aprile è una festa divisiva oppure no?”.

Probabilmente in un certo senso è una festa divisiva ed è giusto e inevitabile che lo sia.

Evidentemente c’è ancora qualcuno che avrebbe preferito non essere liberato.

Un amico collega avvocato, docente universitario, mi ha acutamente fatto notare che probabilmente una certa idiosincrasia per la Festa del 25 Aprile viene sofferta dagli “allergici ai secondi commi”.

Eh, sì!

Infatti, nella nostra Costituzione ci sono alcuni secondi commi che fanno la differenza … “facendo l’uguaglianza”.

Penso ai primi che mi vengono in mente.

All’art. 3 il compito della Repubblica a rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale.

All’art. 4 il dovere di ogni cittadino di concorrere al progresso materiale o spirituale della Società.

All’art. 8 la libertà religiosa.

All’art. 9 la tutela del paesaggio.

All’art. 10 la condizione giuridica dello straniero, regolata dai trattati internazionali.

All’art. 13 la libertà personale che può essere limitata solo per atto motivato dell’Autorità Giudiziaria.

All’art. 24 la difesa in giudizio come diritto inviolabile.

All’art. 32 il diritto di autodeterminazione nel trattamento sanitario.

All’art. 34 l’istruzione obbligatoria e gratuita.

Per non parlare poi dell’art. 41 per cui l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale né in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

Infine, il secondo comma dell’art. 42 che, nel riconoscere la proprietà privata, fa menzione dei limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale.

Quest’anno la morte di Papa Francesco ha determinato un lutto nazionale di 5 giorni del tutto inedito a mia memoria e così abbiamo assistito alla famosa raccomandazione di festeggiamenti “sobri”.

Il 25 Aprile mi sono così trovato in un corteo con la banda cittadina che rullava i tamburi come se si andasse ad un supplizio, poi “Il silenzio” e “La leggenda del Piave” che con il 25 Aprile c’entra davvero come “i cavoli a merenda”.

Neanche l’Inno di Mameli!

La manifestazione, quindi, assomigliava ad una mesta processione.

Arrivati al “Parco della Resistenza” il discorso del Commissario Prefettizio con il richiamo alle 4 giornate di Napoli e alla Brigata Maiella.

E va bene …

Poi un discorso di circostanza del Presidente de L’Intesa (Associazione d’arma) e un vibrato discorso del Presidente dell’Anpi incentrato sulla figura di Papa Francesco …

Dopo di che “rompete le righe”.

Mi sembrava davvero surreale.

Per fortuna il mio compagno di banco delle scuole medie che era di fianco a me, ha iniziato a cantare “Bella Ciao”.

Quasi in contemporanea, da altri due gruppi presenti tra la folle si è levata la medesima canzone.

E così, per la prima volta in vita mia, ho cantato anch’io “Bella Ciao”.

Lo rifarei.

Lo rifarò.

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

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