Il timore, la paura e l’ossessione di essere uccisi proditoriamente da nemici (o amici) mentre si trovavano al potere, sono stati la costante della vita di quasi tutti i Capi di Stato in ogni tempo e in ogni luogo. E tali sentimenti non erano infondati in quanto, nella Storia, numerosissimi sono stati coloro che sono andati soggetti a congiure e attentati che ne hanno provocato la morte. Possiamo ricordare a tal proposito, i più famosi, partendo dall’assassinio di Ramses III (1155 a.C.) per giungere a quello d1 Laurent Kabila (Presidente Repubblica del Congo – 2001) lungo una sequela di imperatori romani (Giulio Cesare – 44 a.C.; Caligola – 41 d.C.,; Claudio Germanico- 54 d.C.; Tiberio Britannico – 55 d.C.; Domiziano – 96 d.C.; Commodo – 192 d.C.; Geta – 211 d.C.; Caracalla – 217 d. C.); di pontefici (Clemente II – 1049; Benedetto XI – 1304; Alessandro VI – 1503; Clemente VII -1534; Clemente XIV – 1774); di reali (Ivan I di Russia – 1340; Umberto di Savoia – 1900; Alessandro I di Serbia -1903; Carlo I del Portogallo – 1908 ; Giorgio I di Grecia – 1913; Francesco Ferdinando d’Austria – 1914; Alessandro I di Jugoslavia – 1934; Feysal II dell’Iraq 1958; Feisal della Arabia Saudita – 1975); e di personaggi illustri, uccisi per motivi politici, razziali o di opinione, come Abramo Lincoln (1865), Grigorij Efimovic Novj (Rasputin – 1916), Venusiano Carranza (1920), Pancho Villa (1923), Lev Trotsky (1940), Mahatma Gandhi e Folke Bernadotte (1948), Rafael Trujllo (1961), John Fitzgerald Kennedy e Ngo Dinh Diem (1963), Malcolm X (1965), Robert Kennedy e Martin Luther King (1968), Awar el Sadat (1981), Bashir Gemayel (1982), Olaf Palme (1986), Rajiv Gandhi (1991), Mohammed Boudiaf (1992), Ytzak Rabin (1995), oltre agli italiani Giacomo Matteotti (1924) e Carlo e Nello Rosselli (1938). Innumerevoli furono inoltre gli attentati a Capi di Stato andati a vuoto, fra i quali notevoli furono quelli che, se riusciti, avrebbero potuto cambiare le sorti della Storia europea del XX secolo. Un riferimento preciso è ai 42 attentati di cui fu fatto segno, dal 1933 al 1945, il Fuehrer del III Reich Adolf Hitler, dei quali ricordiamo – dopo i primi di Beppe Roemer (maggio 1933), di Kurt Lutter (settembre 1933) e di Helmut Hirsch (marzo 1936) sventati in fase di preparazione – i più clamorosi, dello studente francese Maurice Bavaud (novembre 1938), del maggiore polacco Darinz Theodore (giugno 1939), del falegname Georg Elser (novembre 1939), dell’attrice russa Olga Tchecowa (maggio 1942), del generale Henning von Tresckow (marzo 1943), del colonnello Rudolf van Gersdorff (marzo 1939), del colonnello Claus van Stauffenberg (Operazione”Valkyrie”, luglio 1944) e di Dieter Stahl (febbraio 1945) dai quali tutti Hitler scampò per una incredibile fortuna, ma anche grazie alle eccezionali misure di sicurezza che lo proteggevano. Sappiamo infatti che aveva una squadra personale di 12 persone fidatissime (il “Fuehrerbegleit kommando”) appartenenti all’elite SS, che lo seguiva ovunque; che viaggiava su un’auto Mercedes 770 – W 1150 modello unico, con portiere e cofano corazzati con lastre di acciaio di 3 cm che ne portavano il peso complessivo a 5 tonnellate, vetri infrangibili spessi 5 cm, pneumatici antiproiettile, con motore da 400 CV e velocità massima 180 km/ora; su un aereo Folke Wulf 200 V 3 “Condor” dotato di 4 motori BMW potenziati a 2000 CV, corazzatura con lastre d’acciaio di 2 cm sulla fusoliera, velocità massima 400 km/ora e 6 mitragliere MG 31 calibro 20 sulle ali; e su un treno (il “Fuèhrersonderzug” chiamato “Amerika”) formato da 15 vagoni di cui Hitler occupava il 7° e l’8° (perfettamente attrezzati con bagno, doccia, 2 camere da letto e 4 sale riunioni), ciascuno dei quali pesava 60 tonnellate a causa di una corazzatura di ferro, piombo e acciaio dello spessore di 4 cm che li rivestiva, mosso da due locomotive BR 53 a vapore di 4500 CV di potenza, fornito di 4 cannoncini antiaerei da 20 mm situati sul tetto del penultimo vagone (altri 20_treni parzialmente corazzati erano a disposizione dei principali capi nazisti – Goering, Himmler, Goebbels, Ribbentropp – e degli alti gradi militari: quello chiamato “Europa” era in dotazione al Capo di Stato maggiore generale Franz Helder ed era usato da Hitler in sostituzione dell'”Amerika”). Questa sequela di precauzio? ni non aveva tuttavia tolto a Hitler il timore paranoico di poter essere ucciso con mezzi subdoli quali sostanze veilienose e pertanto aveva ordina? to che fosse allestito un gruppo di “assaggiatori” (persone adiblte a mangiare i cibi preparati per altri individui prima che venissero presen­tati a costoro onde confermare, con la loro sopravvivenza, la assenza di sostanze velenosi) destinati alla sua sicurezza.

La pratica di servirsi di assaggiatori (chiamati “edeatroi” dagli antichi greci e “pregustatores” dai romani) risale a tempi remoti: nella antica Persia esistevano già “coppieri” deputati al testaggio preventivo dei vini destinati ai Re; Alessandro Magno aveva nominato “edeatros” il suo più fidato generale, Tolomeo, che lo seguì ovunque nelle sue guerre; gli Imperatori romani Claudio e Britannico avevano come “pregustatores” rispettivamente l’eunuco Halotus (nominato poi anche “prefectus”) e l liberto cieco Androcus, i quali peraltro non riuscirono a preservarli da morte per avvelenamento; il Re Sole Luigi XIV ebbe alla sua corte successivi 324 assaggiatori e la regina Elisabetta I d’Inghilterra si serviva, fra questi, addirittura di un fanciullo deputato a sedere preventivamente sul sedile dei suoi cessi. Gli assaggiatori sono in uso a tutt’oggi in diversi contesti: ad esempio Saddam Hussein aveva sempre al suo seguito 10 assaggiatori, fra i quali il prediletto Kamel Hana Gegeo; Receip Tajjip Erdogan è ovunque seguito da una unità di 5 assaggiatori; Vladimir Putin suole far preventivamente assaggiare i cibi che gli vengono preparati nei banchetti fuori dalla Russia da un ufficiale della sua Guardia; Nicolae Ceausescu nel 1978, in occasione di un pranzo ufficiale con la regina Elisabetta II a Buckingham Palace non si peritò di richiedere al proprio fianco un assaggiate di fiducia; il Dalai Lama Tupten Gyatsho e George W.Bush erano sempre seguiti da due assaggiatori nei loro pranzi ufficiali; il Presidente nordcoreano Kim il Sung ebbe sempre al suo seguito un assistente particolare adibito al testaggio preventivo nientemeno che di ogni chicco di riso a lui destinato. Anche animali (essenzialmente topi) furono impiegati come assaggiatori: ad esempio il Governo thailandese nel 2003 fece tastare i cibi destinati al Presidente USA George W.Bush da una batteria di 200 topi; il Governo cinese fece provare preventivamente da oltre un milione di topi selezionati i cibi destinati agli atleti della 29esima Olimpiade del 2008 a Pechino; e il Governo turco dal 2016 ha messo in opera un gruppo di topi per controllare tutti i cibi destinati in patria al Presidente Erdogan. Gli assaggiatori erano sempre stati scelti dai vari potenti fra individui di sesso maschile, mentre Hitler pre­tese “assaggiatrici” di sesso femminile, poiché riteneva le donne fisiologicamente più sensibili a minime quantità di sostanze velenose rispetto agli uomini.

La storia di queste “assaggiatrici” è stata raccontata dall’unica super­stite e gruppo , Margot Wolke, al settimanale “Der Spiegel”, al quotidiano “Berliner Zeitung” (giugno 2016); alle reti televisive RBB (Regionale Berliner Brandeburg) tedesca e TV 7 italiana (2018),ed è stata romanzata nel libro “Le assaggiatrici” da Rosella Pastorino (vincitrice del 56 ° Premio Campiello 2018) e nel film con lo stesso titolo della regista Cristina Comencini. La loro singolare vicenda ebbe inizio nel maggio,1944 allorché, in seguito alla richiesta del Fuehrer, si procedette, in tutta segretezza; al reclutamento  da parte di una Commissione di funzionari e medici dell’Ufficio economico centrale delle SS (W.V.H.A. Wirtshaft und Verwaltungshauptamt) di una quindicina di ragazze di età compresa fra i 18 e i 25 anni, di ottima salute e reputazione (certificate dal borgomastro della città) a Rastenburg nella Prussia orientale (oggi Ketrzyn in Polonia). Questa città fu scelta poiché, nella vicina foresta, si trovava il bunker del Quartier generale de FUihrer, noto come “Wolksschanze” (“Tana del lupo”; altri suoi Quartier generali furono, durante la Seconda guerra mondiale, il “Wols-schlucht”‘ Fossa del Lupo a Couvin in Belgio e il “Werfolf” Lupo mannaro in Ucraina). Le quindici ragazze prescelte, alle quali (e ai loro parenti) venne imposto il più assoluto silenzio circa la loro destinazione, pur restando alloggiate presso le rispettive famiglie, ogni mattina alle otto venivano prelevate da una pattuglia di SS e portate nel vicino paese di Gross-Partsch (oggi Parcz) ove, nella cucina della locale caserma, operava – in segregazione – un gruppo di cuochi selezionati adibiti alla preparazione dei cibi destinati al Fuehrer. Hitler era astemio e dichiaratamente vegetariano (anche se una delle sue cuoche, Dione Lucas, ebbe a dichiarare di averlo visto ma giare talora carne bovina) e i suoi pasti consistevano in un totale di 300 grammi fra zuppe di verdura, brodi vegetali, uova, pasta, riso, asparagi e patate lesse, pisellini, peperoni dolci, insalate di cavolo rosso, mele e noci, frutta esotica e strudel di mele. Poiché egli era solito pranzare ogni giorno rigorosamente alle 14.00 ed alle 19.30, le vivande a lui destinate dovevano essere pronte e asseverate per quelle ore e pertanto le assaggiatrici dovevano compiere le loro prove un’ora prima (cioè alle 12.00 e alle 18.30), lasso di tempo sufficiente a assicurare, con la loro sopravvivenza, che nell’interno dei cibi non vi era traccia di veleni. Subito dopo tale prova, le vivande erano portate, da camerieri fidati, nel bunker alla mensa del Fuehrer. Tra una prova alimentare e l’altra, durante il resto delle giornate, le ragazze godevano di una relativa libertà nella caserma e vivevano amichevolmente fra di loro, coi militari e il personale. Alle 21.00 venivano ricondotte dalle SS alle loro rispettive case a Rastenburg. Per il loro servizio veniva loro corrisposto un lauto stipendio ogni settimana e questo compensava in certa misura l’ansia e la paura che avevano prima di ogni assaggio, specie dopo che, nell’ottobre 1944, si era sparsa la voce che i servizi segreti inglesi stavano studiando la possibilità e le modalità di assassinare Hitler mediante avvelenamento. A seguito dell’attentato al Fuehrer del 20 luglio (Operazione “Valchyrie”) alle ragazze non fu più permesso di abitare nelle loro case presso le loro famiglie, ma vennero stabilmente allogate in una vecchia scuola in disuso, senza poter mai vedere in alcun modo il Fuehrer. Il 20 novembre 1944 Hitler lasciò il “Wolksschanze” e si trasferì a Berlino e il bunker, su suo ordine, fu distrutto con cariche di dinamite il 25 gennaio 1945, due giorni prima che Rastenburg fosse raggiunto dalle truppe della Armata rossa. Le quindici assaggiatrici che erano rimaste in città furono fatte prigioniere, accusate di esser state ferventi.- naziste al servizio del dittatore, ripetutamente stuprate e quindi uccise: solo una, Margot Wolke appunto, riuscì a fuggire da Ravensbruck prima dell’arrivo dei russi grazie all’aiuto di un ufficiale delle SS che si era invaghito di lei e l’aveva aiutata a raggiungere alcuni suoi parenti a Berlino. La Armata rossa conquistò la capitale tedesca alla fine di aprile 1945 e Margot venne accidentalmente catturata e riconosciuta come nazista: fu detenuta in uno studio medico per due settimane durante le quali fu sottoposta a violenze d’ogni genere quotidianamente e quindi liberata. Sopravvisse a tutte queste vicende che le lasciarono gravi menomazioni fisiche e, dopo la guerra, restò a Berlino sino al 2018, anno in cui morì all’età di 96 anni, unica testimone dell’amara storia delle assaggiatrici di Hitler.

Gustavo Ottolenghi

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