Di seguito pubblichiamo un intervento del Professor Giorgio Giannini, già docente nelle Scuole Superiori di Roma ed autore di numerosi libri e articoli, soprattutto sull’obiezione di coscienza al servizio militare e sulla Resistenza popolare non armata.

Friuli Venezia Giulia e Veneto hanno sospeso i finanziamenti alle associazioni democratiche accusate di “minimizzare” le foibe.

Il Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia il 26 marzo 2019, dopo la vittoria del centro destra, con la elezione a presidente di Massimiliano Fedriga, esponente della Lega per Salvini, ha approvato a maggioranza la mozione n.50, impegnando la Giunta Regionale a “sospendere ogni contributo finanziario, patrocinio o concessione a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, concorrano con qualunque mezzo a negare o ridurre il dramma delle Foibe e dell’Esodo”.  

La mozione è stata contestata da diversi storici delle Università della Regione “Si torna al pensiero unico, al rifiuto del libero dibattito, confondendo negazionismo ed esercizio della libertà di ricerca e di critica”, ha detto il presidente dell’Istituto storico della Resistenza.

Secondo l’Anpi questa mozione “rappresenta una inaccettabile censura perché nega libertà e legittimità alla ricerca storica in base ad un pregiudizio di ordine politico ed ideologico”. E ancora “è un atto di irresponsabilità, perché, strumentalizzando il terribile dramma delle foibe, fomenta un clima di odio  e di rivincita e riapre tensioni del passato con i Paesi confinanti, Slovenia e Croazia”.

Sull’argomento è intervenuto anche il Consiglio regionale del Veneto che il 23 febbraio 2021 ha approvato a maggioranza la mozione n.29 con la quale si impegna la Giunta Regionale a “sospendere ogni tipo di contributo a favore di tutte quelle associazioni che si macchiano di riduzionismo o di negazionismo nei confronti delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata”.

La mozione in poche parole minaccia di non erogare più fondi alle Associazioni che organizzano convegni, mostre e pubblici dibattiti, nei quali si esprima una posizione diversa, rispetto a quella della maggioranza politica (di centro destra) che governa la Regione.

Stiamo parlando delle drammatiche vicende accadute nel confine orientale nel 1943 e nel 1945, in merito alle foibe, e negli anni seguenti, soprattutto dopo il Trattato di pace del 10 febbraio 1947, in merito all’esodo istriano-giuliano-dalmata.

Anche gli storici delle Università venete e dagli Istituti storici della Resistenza del Veneto, hanno sottoscritto un appello nel quale si specifica che la mozione della Giunta Regionale del Veneto “enuncia come verità storiche definitivamente acquisite dati e interpretazioni che gli storici hanno  più volte messo in discussione con studi accurati sulla base dei documenti disponibili”. Ma non basta.

Una singolare legge per ricordare il dramma delle foibe e dell’esodo

Il 2 aprile 2021 è entrata in vigore in Friuli Venezia Giulia la Legge regionale 12 marzo 2021 n.4, relativa a “Interventi volti alla conoscenza, alla diffusione e al ricordo del dramma delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata”.

In base ai principi, enunciati nell’art.1, la Regione “attua, promuove e sostiene attività dirette a diffondere e valorizzare il patrimonio storico, culturale, letterario e artistico della memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati”. Inoltre in occasione del Giorno del Ricordo – 10 febbraio – “promuove azioni volte a diffondere, con mezzi idonei, la conoscenza dei tragici eventi (delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata) presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado e delle Università… anche al fine di promuovere tra le giovani generazioni la diffusione del sentimento di appartenenza alla Patria”.  

La Legge all’art. 2 e all’art. 3 stanzia complessivi 50 mila euro l’anno per varie iniziative, che spaziano dalla pubblicazione di studi, ricerche, saggi e di materiale audiovisivo, raccolta di materiali e testimonianze in ordine alle iniziative volte a diffondere le vicende delle vittime delle foibe e dell’esodo istriano-fiumano-dalmata; all’organizzazione annuale del concorso “Foibe ed esodo. Un ricordo da non dimenticare”, diretto agli studenti delle scuole primarie e secondarie, sia statali che paritarie, della Regione. I vincitori verranno premiati nell’Aula del Consiglio regionale, in occasione del Giorno del Ricordo. Inoltre potranno partecipare – accompagnati da un genitore – ad un viaggio con visite alle foibe di Basovizza e Monrupino, al Museo del “Centro Raccolta Profughi” di Padriciano ed al Museo “Magazzino 18”, nel porto vecchio di Trieste, ed altri “luoghi simbolo” individuati annualmente.  

La proposta di legge per equiparare la negazione e la minimizzazione delle foibe e della Shoah

Nel febbraio 2021 il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, su iniziativa dei consiglieri di Fratelli d’Italia, ha approvato la proposta di legge nazionale, inviata alla Camera dei Deputati, di integrazione dell’art. 604 Bis del Codice Penale, relativo a reato di “Propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa” (introdotto nel nostro Ordinamento dalla Legge 16 febbraio 2016 n. 115, che ha ratificato la Convenzione internazionale sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale e che è stata attuata con il Decreto Legislativo 1 marzo 2018 n.21). Il Decreto prevede la reclusione da due a sei anni per la negazione o la minimizzazione della Shoah e dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra (definiti dagli art. 6,7 e 8 dello Statuto della Corte Penale Internazionale, ratificato con la Legge 12 luglio 1999 n. 232). In pratica, si vuole equiparare “i massacri delle foibe” alla Shoah ed ai crimini di guerra e contro l’umanità, mettendoli tutti sullo stesso piano.

Il manifesto diffuso dalla Regione Piemonte

La Regione Piemonte guidata dal presidente Alberto Cirio (Forza Italia) ha diffuso per le celebrazioni del Giorno del Ricordo del 2022 un manifesto che raffigura dei soldati titini, rappresentati come giganteschi mostri, che inseguono alcuni civili terrorizzati, che è stato duramente criticato dai partiti di opposizione e dall’Anpi che lo ha considerato una “vergogna“. Secondo il presidente del gruppo consiliare regionale di Liberi e Uguali-Verdi, il manifesto “ha l’aspetto di un manifesto di propaganda nazista” e che continuano le “manipolazioni legate al Giorno del Ricordo”, dopo la pubblicazione, lo scorso anno, di un fumetto “farcito di errori storici”. Inoltre, ha sostenuto che nonostante esistano “testi rigorosi e ben fatti” ed iniziative che fanno luce sulla tragedia delle foibe,  la maggioranza che governa di Regione “non perde occasione per aggredire verbalmente e minacciare chi li promuove”.

Lodevole, invece, l’iniziativa congiunta dell’Anpi Nazionale e dell’Associazione dei partigiani sloveni, denominata “La storia insieme”, che si è svolta il 5 febbraio 2022 a Gorizia (città divisa fino all’ingresso della Slovenia nella UE) allo scopo di “affrontare insieme, con serietà storica, le drammatiche vicende del confine orientale”.

Giorgio Giannini

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