Il Presidente, 2021. Di Sabrina Ravanelli

La notizia dell’accordo tra l’Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ed Unione Europea, per la creazione di quello che i media hanno chiamato “Green pass mondiale”, ha dato vita a reazioni contrastanti, dettate soprattutto da ideologia ed emotività. Ma facciamo un passo indietro. Lo scorso 5 giugno, Stella Kyriakides, commissario europeo per la Salute e Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, hanno firmato a Ginevra un accordo amministrativo e una lettera di intenti che sanciscono l’adozione da parte dell’Oms del sistema di certificazione vaccinale dell’Unione europea, conosciuto in Italia come green pass.

Secondo l’Organizzazione, non sta per venire imposto un nuovo green pass planetario, gestito dall’Oms. Quest’ultima si limiterà ad adottare il quadro di riferimento usato durante la pandemia dalla Ue. Nascerà un libretto sanitario elettronico, valido in tutto il mondo: l’Organizzazione adotterà il quadro tecnico e normativo di riferimento usato dall’Unione europea, per migliorare la circolazione dei dati relativi alla salute. Un sistema che si tradurrà in una specie di libretto sanitario elettronico, come quello fornito in Italia dalle Aziende sanitarie locali, ma verificabile e accettato in tutto il mondo.

In pratica, si tratta della digitalizzazione universale della vecchia “Carta gialla”, il certificato internazionale di vaccinazione. Grazie al green pass mondiale, si potrà accertare se un individuo ha svolto tutte le profilassi richieste per entrare in un Paese. Ma anche per uscirne. Al di là dei tecnicismi e della definizione formale dei termini dell’accordo tra Ue e Oms, l’annuncio ha colpito l’immaginario della gente. Come sempre, i miei studi non entrano nel merito, ma verificano opinioni e sentimenti.

Va detto che ben pochi hanno analizzato in dettaglio il contenuto della questione. È bastato il termine Green pass mondiale per far ripartire il duello tra i vaccinisti, che seguono fiduciosi tutto quello che comunicano istituzioni e media mainstream, e i cosiddetti “no vax”, termine probabilmente improprio per definire chi mette in dubbio i benefici di una vaccinazione di massa obbligatoria e cerca di evitarla.

I primi hanno accolto con entusiasmo il nuovo strumento, ritenendolo utile per la salute. I secondi lo considerano un ulteriore angoscioso step per la società del controllo. Una visione orwelliana, per cui gli step successivi sarebbero la limitazione dei movimenti di chi non ha il green pass mondiale in regola. Basterebbe che l’Oms, magari sbagliando, rendesse obbligatorio un vaccino, per mettere agli “arresti domiciliari” chi non si fida e non vuole che il suo corpo venga violato. Ma non è tutto, l’area complottista, ben presente tra chi ha contestato la gestione dirigistica (eufemismo) della pandemia, teme che, procedendo in questa direzione si arriverà a un unico documento, fornito di QR Code, indispensabile per ritirare i soldi al bancomat, utilizzare le carte di credito, mantenere la patente di guida, iscrivere i figli a scuola. Insomma, l’essere umano, privo di libertà, sostituito da un codice.

Non sono in grado di stabilire le dimensioni dei due schieramenti. Ho però l’impressione che i secondi siano ancora minoritari, ma stiano crescendo di numero. Le cause: le contraddizioni delle posizioni ufficiali (chi si vaccina non contagia, anzi no, può contagiare, ma forse meno; i vaccinati non si ammalano e non muoiono, anzi, può succedere, ma un po’ meno, forse) e i forti dubbi che, nonostante il mantra delle autorità “nessuna correlazione”, ci sia un legame tra vaccinazioni e insorgere di patologie, sino ad arrivare alle morti improvvise.

Intanto l’arte, come sempre, anticipa i tempi. Già due anni fa il Maestro Sabrina Ravanelli, una delle pittrici più apprezzate della X Generation, ospite con diverse opere anche alla Biennale di Venezia 2017, aveva realizzato il dipinto “Il Presidente”, che mostrava il ritratto di un uomo con un QR code al posto del volto. Di questo lavoro, tornato di stretta attualità, si parla nella prossima puntata di Forum, imprese, lo storico programma di Monica Melani, che ha visto la partecipazione del Maestro. L’appuntamento è per domani, 22 giugno, alle ore 23, su TeleLombardia, con replica sabato 24 giugno, alle ore 10.30 su Videogruppo Piemonte e alle ore 19.45 su Antenna 3.

Nestar Moreno Tosini

Nestar Moreno Tosini

Laureato in Scienze della comunicazione presso l’Università della Svizzera italiana, Nestar Moreno Tosini è un giornalista e sociologo italosvizzero

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