C’è una torinesità che non appare ma accomuna uomini di scienza e di letteratura, manager e primari ospedalieri, che pervade la classe dirigente e che ha forgiato l’essenza intangibile di questa città. Ne ha determinato il carattere. Un torinese vero lo vedi dalle passioni: montagna, musica, letteratura. Questo penso scorrendo la biografia dell’Ing Piero Fusaro. Montagna, musica, letteratura: ai bivi della vita andrai verso le scienze o verso le lettere, diventerai Primo Levi o Giulio Einaudi. Ma per intanto questo è il tuo perimetro culturale, la tua identità. Torino, ricordiamolo, non è una città di pianura, come dice la geografia. È una capitale alpina. A questo poi aggiungi metodo e disciplina, rispetto per chi comanda, spirito di squadra e la ricetta è fatta. Le regole non scritte della casa: approcciare il rigore e la disciplina delle scienze con occhio e cuore umanistico, approcciare l’ispirazione e la visionarieta’ della cultura con occhio e cuore scientifico (e pensi a Calvino). Da questo virtuoso connubio di ingegneria e umanesimo nasce un manager auto . Quello che gli americani direbbero un vero “car guy”, ma in variante sabauda. Piero Fusaro è “uomo” Fiat ma Alfa Romeo, Seat ma Abarth, e soprattutto Ferrari: Presidente dopo la morte dell’Ingegnere, (pensate la responsabilità di succedere a Enzo Ferrari ), una chiamata alle armi e una risposta impeccabile: se non hai quei valori dentro di te, col cavolo che la sfanghi

Ma non voglio farla troppo lunga.

“Ecco un “Torinese”, l’ingegner Piero Fusaro

 

1 – La sua prima auto, un ricordo

Una 500 bianca. Ero appena entrato dopo la laurea a Mirafiori Meccanica. Non avevo ancora maturato il diritto all’acquisto agevolato di vetture per i dipendenti. Il mio direttore il Cavaliere Bertone, grande uomo e tecnico, me lo concesse.
Dopo un mese me la rubarono.

2 – La sua strada del cuore

La costa dell’Aurlier, un sentiero in quota tra il Nivolet e la casa di caccia di Orvieille, in alta Val Savaranche, in Val d’Aosta. E’ una fantastica balconata su tutta la catena del Gran Paradiso . Meravigliosi ricordi ed il rimpianto, alla mia età, di non poterlo più percorrere.

3 – Rischio o prudenza cosa ha contraddistinto di più la sua vita professionale?

La vita professionale è sempre un mix molto misurato delle due alternative, con l’avallo di buoni strumenti di gestione e pianificazione, e soprattutto di collaboratori in un lavoro di squadra. Sempre ispirato a criteri di onestà e giustizia.

4 – Quella volta che Ferrari le disse…

Venni assunto nel 1975 dall’ingegnere Ferrari che mi assegnò l’incarico di Direttore Generale della Ferrari, ero reduce dalla fondazione dello stabilimento Fiat di Sulmona e successivamente dalla direzione dell insediamento industriale sempre Fiat di Firenze. Passai con Lui gli anni più entusiasmanti e formativi della mia vita professionale.
Per me fu come un padre, e senza presunzione, penso di essere stato per Lui come un figlio. Ne ebbi più di una testimonianza. Ricordo che gli vedevo fare dei regali magnifici e costosissimi. A me, cui non fece mai un dono, mi disse più volte “A Lei Fusaro non faccio regali perché a lei dò la mia amicizia”. In effetti fui testimone che eravamo veramente in pochi a godere di questo privilegio.

5 – «Salga Fusaro … » quella volta che Agnelli le disse: «salga Fusaro …»

Alla morte dell’ingegnere Ferrari ricevetti una telefonata dall’avvocato Agnelli che mi disse: “Ferrari mi ha sempre detto che lei sarebbe stato il suo successore. Assuma l’incarico di Presidente”.

6 – Un consiglio che darebbe alla presidenza della Ferrari di oggi …

Non mi permetterei mai di dare consigli ad alcuno, in particolare alla Presidenza della Ferrari. Se mi fosse consentita una modesta preghiera è di dare continuità nel tempo
alla gestione delle attività.

7 – Auto elettrica, ibrida, auto a idrogeno o chissà cos’altro ci aspetta, cosa pensa del futuro del mondo auto, un suo pensiero…

Penso che sia ad oggi prematuro immaginare il futuro. Ci sarà uno sviluppo incredibile. La cosa certa è che dovranno essere abbandonati i motori a combustione interna.
Mi viene sempre in mente a questo proposito quanto all’inizio del XXesimo secolo si esaltò l’arrivo dell’auto perché salvava l’umanità dall’inquinamento da cavallo.

Eraldo Mussa

eralmussa@gmail.com

Ps. Piero Fusaro è nato a Torino il 29 marzo 1938. Laureato in ingegneria elettrotecnica al Politecnico di Torino, entra in FIAT nel 1963 e percorre tutte le tappe della carriera d’officina fino a diventare nel 1970 Direttore dello Stabilimento di Sulmona, di cui è fondatore e successivamente dello Stabilimento di Firenze. Nel 1975 l’ing. Enzo Ferrari lo chiama a Maranello affidandogli la Direzione Generale della Ferrari. Nel 1979 diviene Amministratore Delegato della Seat in Spagna. Nel 1985 è chiamato a far parte del Comitato Direttivo di FIAT Auto. Con l’acquisizione dell’Alfa Romeo ne diviene Amministratore Delegato e Presidente. Alla morte dell’ingegner Enzo Ferrari assume l’incarico di Presidente e Amministratore Delegato della Ferrari. Nel 1992 è nominato Presidente dell’ANFIA (associazione di categoria che raggruppa i costruttori di veicoli, i carrozzieri e la componentistica).

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