Nel 1970 solo il 2,2% dei bambini italiani nasceva al di fuori del matrimonio. Nel 1990 la percentuale era salita al 6,5% e nel 2000 al 9,2%. Poi c’è stato il grande salto al 21,8% nel 2010, fino al 34% nel 2018.

Un fenomeno che, rileva Eurostat, coinvolge tutta l’Unione europea, dove la percentuale dei bambini nati fuori dal matrimonio è aumentata di 17 punti negli ultimi 18 anni, passando dal 25,4 del 2000 al 42,4 del 2018, con significative differenze da paese a paese.

La Francia con il 60,4% di nascite fuori dal matrimonio si pone in testa alla classifica tra i paesi dell’Ue, raddoppiando la percentuale già alta del 1990 (30,1).

Ma nel 2018 ci sono stati anche altri sette paesi in cui le nascite extraconiugali hanno superato le nascite all’interno dei matrimoni: Bulgaria (59%), Slovenia (58%), Portogallo (56%), Svezia (55%), Danimarca ed Estonia (entrambe 54%) e Paesi Bassi (52%).

All’estremo opposto troviamo la Grecia e la Croazia, in cui i bambini nati fuori dal matrimonio nel 2018 sono stati, rispettivamente, l’11,1% e il 20,7%.

Complessivamente, le nascite extraconiugali sono aumentate in quasi tutti gli Stati membri dell’Ue nel 2018 rispetto al 2000. Le eccezioni sono Estonia, Lettonia e Svezia, che sono rimaste relativamente stabili con una diminuzione di meno di 1 punto percentuale. Portogallo e Spagna, sono invece i due paesi in cui le nascite al di fuori del matrimonio sono aumentate maggiormente tra il 2000 e il 2018 (rispettivamente +33,7 e +29,6 punti percentuali).

Dalla ricerca di Eurostat, che considera anche dieci paesi extra-Ue, spicca il dato della Turchia, in cui nel 2018 solo il 2,9% dei bambini è nato fuori dal matrimonio. All’opposto, l’Islanda fa registrare il 70,5% di nascite extraconiugali.

 

Beniamino Bonardi

Il direttore responsabile de L'Incontro

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