Scorri le pagine del giornale e trovi i nomi degli stranieri residenti negli hotel: sono inglesi americani francesi belgi russi tedeschi italiani. Molti inglesi e russi (San Pietroburgo, Mosca, Kiev), pochi italiani. Bordighera è davvero una città cosmopolita. Il giornale, Journal de Bordighera, è del 1908. Ma per tanti versi potrebbe essere oggi. Al parcheggio una Bmw targata Ucraina è parcheggiata a fianco della tua auto targata Italia. Sulla Grande Corniche incroci un Suv Bentley, sempre con targa Ucraina. Passi per le vie della città e senti parlare russo. Due signore, madre e figlia, con un bambino parlano una lingua comunque russa. Due signori dietro di te parlano russo.

A scuola ci sono nelle classi bambini ucraini. L’amico che conosci fa il guardiano in una villa di russi, adesso assenti. Il taxista ti dice che lavora molto per gli ucraini e anche i russi che vanno e vengono dall’aeroporto di Nizza. Auto russe e ucraine parcheggiate a fianco o meglio auto ucraine e poche russe, che sono come svanite nel nulla: gli ucraini vivono più visibilmente e i russi più nascosti. Ci sono gli oligarchi di varie fortune e ci sono i loro dipendenti: chi non è a Monaco è a Bordighera, le due città appartengono allo stesso golfo e si occhieggiano da lontano. Qui sulla costa la grande Russia è già riunificata o ci sono prove tecniche di riunificazione. “Faccio fatica a distinguere fra ucraini e russi – evidenzia un amico – ambedue le etnie sembrano spassarsela qui sulla costa, comprano le proprietà più esclusive, frequentano i ristoranti più eccellenti, che dire, ad alcuni portano lavoro e forse ricchezza. Personalmente non mi danno fastidio più di tanto pur considerandoli in qualche modo predoni del nostro territorio, ma se parli con un agente immobiliare sentirai tutt’altro giudizio”.

L’agenzia immobiliare che pubblicizza la sua Real Estate su una 500 bianca, ha il nome simile a quello di un battaglione militare. D’altronde a Monaco c’è la “Brigade Monaco”. Così hanno soprannominato con pungente, e puntuale, ironia il nutrito gruppo di russi e ucraini presenti nelle strade del Principato. Quelli che la guerra la fanno da lontano, molto lontano, da Monaco appunto. C’è la realtà della strada e c’è la “realtà” dei giornali che battono tutti le stesse notizie e le stesse verità. Viva la strada!

Eraldo Mussa

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