Mentre i partiti cercano una soluzione condivisa per rispondere in tempi brevi all’allarme energia, che rischia di portare letteralmente alla fame milioni di italiani, la campagna elettorale prosegue in modo surreale.

Il teatrino della politica si occupa di coalizioni e simboli…

L’attenzione degli esponenti politici, almeno da quanto riportano i mass media, si concentra su aspetti da teatrino della politica, irrilevanti per il Paese e, dal mio punto di vista, emetici. Come gli accordi per decidere chi eventualmente sarebbe indicato come capo di una coalizione, la sorte degli attuali ministri o persino l’analisi del simbolo dei contendenti.

…mentre il sistema delle carceri italiano è un colabrodo

In un dibattito che non disdegna di dare risalto agli argomenti più futili, c’è un tema di cui non si trova traccia: il sistema carcerario italiano. Eppure le “nostre prigioni” non hanno risolto i problemi che si trascinano da anni, o, meglio da decenni, e che coinvolgono drammaticamente non soltanto i detenuti, ma spesso anche il personale di sorveglianza, inteso in senso lato. Il tutto, con gravi e inaccettabili violazioni dei diritti, non solo civili, ma persino umani.

Abbiamo prigioni indecenti

L’Incontro, ligio alla propria missione, pubblica una serie di articoli dedicati a questo tema. Da differenti punti di vista, nelle sezioni principali del giornale, potete trovare interventi del nostro editore, Riccardo Rossotto, dell’avvocato Alessandra Spagnol e dell’architetto Cesare Burdese. Insomma un numero (se questo termine si può utilizzare per una testata on line), quasi monografico.

Non è accettabile che un bambino cresca in prigione

A dare il là era stato un articolo di Riccardo Rossotto, pubblicato lo scorso
21 agosto e dedicato specificamente ai bambini che si trovano in carcere, reclusi con le loro mamme. Se i numeri sono bassi (attualmente si tratta di 27 minori, di età sino a tre anni), la ferità per la nostra civiltà è di quelle profonde. Non è accettabile che si dia quasi per scontato che un bambino, la cui mamma deve restare in prigione, venga anche lui imprigionato.

Un argomento trasversale che non ci può lasciare indifferenti

L’argomento “carceri”, preso sotto diversi aspetti, merita attenzione e L’Incontro continuerà a seguirlo. Del resto, alcuni dei nostri autori si sono dimostrati sensibili alla situazione dei carcerati. Ricordiamo, uno per tutti, Salvatore Garau. Il Maestro sardo, uno dei più noti contemporary artist italiani, affermatosi anche come musicista (è il batterista degli Stormy six, lo storico gruppo di rock progressivo) e scrittore, nel 2020 ha girato, come produttore (insieme alla Blue film) e regista, il film-documentario “La tela”. La “pellicola” mostra le fasi della creazione di un grande dipinto, di due metri per cinque, realizzato presso il Penitenziario di Alta sicurezza di Massama, Oristano, da tre detenuti, sotto la guida di Garau.

Arte e creatività per raccontare storie difficili

L’idea non era quella di insegnare ai carcerati a dipingere, ma condividere la propria energia creativa con chi non è abituato alla libertà. Altri detenuti sono stati coinvolti e stimolati a far uscire la propria creatività, attraverso i loro racconti. Il film, già ospitato in oltre 30 festival, dovrebbe essere proiettato il prossimo anno in tutte le carceri italiane.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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