Carissimo Avv. Segre,
con questa intervista siamo così giunti al termine della lunga iniziativa che ci ha portato a ripercorrere insieme ben 70 anni di vita de L’Incontro, il “periodico indipendente” da Lei fondato nel 1949. E’ stato un viaggio istruttivo, che ha attraversato la storia del nostro Paese da quella data sino al 2018, e le numerose interviste che Lei mi ha concesso negli ultimi anni, sono degne di essere rilette con attenzione da tutti, in particolare dai giovani.

Tanti episodi e tanti personaggi sono stati ricordati, grazie a Lei ed alle pagine del giornale dell’epoca, che, con tono asciutto e scarno, ma con estrema precisione, ha portato ai suoi lettori, in tutti questi anni, la voce di un pensiero pacifista, laico e repubblicano.
Nel numero di dicembre 2018, in un articolo di fondo che, purtroppo, non possiamo riprodurre, Lei stesso riteneva, sia per la Sua età anagrafica, sia per le difficoltà ed i costi vivi della pubblicazione cartacea del giornale, di dover prendere “Commiato” dalla Sua creatura e dai suoi lettori. Ce ne vuole parlare?

Era in effetti corretto che, dopo 70 anni di ininterrotta pubblicazione, sia con il medesimo formato e grafica, sia nel rispetto dei temi trattati, in base alla dichiarazione programmatica del 1949, ritenessi di dover cessare le pubblicazioni. L’ultimo numero del dicembre 2018 riportava, da un lato, le ragioni ideali del periodico e, dall’altro, le tante battaglie che, nell’arco di sette decenni, erano state condotte vittoriosamente dalla Rivista.

L’Incontro del 1949 aveva formulato il suo programma. “Questo giornale intende ricercare una garanzia di libertà e di sicurezza, di serenità spirituale e di fede nella vita… Ospiterà diversi e contrastanti punti di vista che permetteranno di orientare liberamente un’opinione su temi di interesse universale, come la salvaguardia della pace, la collaborazione internazionale, l’educazione della gioventù, ecc”.

Temi di grande impegno, meno difficili da affrontare su un foglio indipendente da interessi particolari ed estraneo alla retorica ed all’ambizione di Associazioni, Unioni, Gruppi, ecc. Il programma, cui si è accennato, accomuna argomenti che solo in apparenza risultano diversi: un’idea più alta, nel promuoverli e nel dibatterli, li riunisce dinnanzi alla opinione pubblica. E’ l’idea della fratellanza e della cooperazione, in cui si realizza il vero primato spirituale, la sola che può assicurare l’esistenza e il progresso della civiltà umana”.

Concludendo

Un grande lavoro ci attende per smascherare le cause della guerra e combattere le barriere economiche, sociali ed ideologiche… Si incontrano con noi tutti gli uomini liberi, tutti i cittadini del mondo”.

Questo programma iniziale si è poi arricchito, nel tempo, con una più specifica trattazione sulla difesa dei diritti civili, contro ogni discriminazione di razza o di religione e contro ogni totalitarismo; l’antifascismo come rivendicazione della libertà dalle minacce di un regime dittatoriale; il laicismo contro i privilegi della Chiesa; il federalismo europeo come faro e baluardo della democrazia, nonché il pacifismo. Fedeli a questi principi, abbiamo condotto vittoriose campagne di stampa, parallele all’azione personale sviluppata in sede professionale, quale avvocato.

Quali sono state queste importanti battaglie che hanno contribuito negli anni ad un progressivo svecchiamento del nostro Paese e delle sue incrostazioni?

Richiamo ciò che ebbi a scrivere nel citato Commiato.
La prima vittoria nacque nel processo all’obiettore di coscienza Pietro Pinna, condannato dal Tribunale Militare di Torino il 30 agosto 1949 a 10 mesi di reclusione per il suo rifiuto di prestare il servizio armato. Da quel primo, clamoroso giudizio nacque un Movimento sempre più popolare per riconoscere il diritto all’obiezione di coscienza. Inizialmente la Chiesa fu ostile (come palesato dalla rivista ufficiale “La Civiltà cattolica”) per poi diventare un sostegno importante per il riconoscimento legale del diritto a rifiutare il servizio militare. La lunghissima campagna di stampa (L’INCONTRO pubblicava una notizia di cronaca dei vari processi) si sviluppò attraverso dibattiti, conferenze, cortei, proiezione del film francese “Tu non uccidere” (vietato dalle Autorità, ma presentato a Firenze dal Sindaco La Pira e a Torino da me alla Galleria d’Arte Moderna) sino a concludersi negli anni Settanta con la sostituzione del servizio militare con il servizio civile”.

Ed ancora…

“Un’altra campagna di stampa vittoriosa fu quella per l’introduzione del divorzio, avversato fermamente dalla Democrazia Cristiana e dal Movimento Sociale Italiano alleatisi per la circostanza. Anche per riconoscere questo fondamentale diritto di libertà, L’IncontroO si mobilitò dapprima con una serie di articoli e poi appoggiando la Lega Italiana per il Divorzio (LID), fondata a Roma da Pannella e a Torino nella sede del nostro giornale. Le molte iniziative (cortei, conferenze nei teatri, dibattiti nelle strade, distribuzione di materiale propagandistico a Torino e in provincia, ecc.) ebbero finalmente un esito positivo: il progetto di legge Fortuna-Baslini, che regolava lo scioglimento del matrimonio celebrato con rito civile o la cessazione degli effetti civili derivanti da matrimonio celebrato con rito religioso, fu finalmente approvato il 1° dicembre 1970 dal Parlamento e poi confermato dal referendum abrogativo del 1974, richiesto dall’alleanza clerico-fascista”.

Ed aggiungevo ancora…

Sono fiero di aver operato, attraverso L’Incontro, una permanente opposizione ai privilegi della Chiesa Cattolica, al Concordato tra Stato e Chiesa (una palla di piombo al piede della Repubblica), ai riti cattolici nelle scuole statali (dal crocefisso sulle pareti alle visite pastorali di eminenze)”.
Il ventaglio degli interessi coltivati da L’Incontro si è poi allargato con il trascorrere degli anni, con denunce, praticamente in ogni numero, di violazioni dei diritti civili, ovunque avvenissero nel mondo; di allarme per situazioni pericolose per la pace e la convivenza, al fine di dissipare ignoranza, diffidenza ed incertezze.
Così come fu costante lo spazio dedicato in ogni numero agli episodi di razzismo e di antisemitismo, così fu di condanna del turpiloquio politico.

Le conclusioni di allora erano purtroppo amare. “Oggi un vento di destra sembra soffiare sull’Unione Europea e, con il nuovo governo Lega-5Stelle, la democrazia viene spesso umiliata e la nostra Costituzione disattesa”. Se possibile, la situazione è, in breve, a distanza di pochi anni da allora, peggiorata, se solo si pensa alla guerra esplosa in Europa, con l’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia ed al nuovo Governo di destra estrema che è stato, purtroppo, votato e chiamato a guidare il nostro Paese. Non mi resta che invitare tutti i miei affezionati lettori ed i giovani a battersi sempre e comunque per la Giustizia e la Libertà ed a ripetere con me, con voce forte, ciò che dichiarai, con orgoglio, negli anni bui della seconda guerra mondiale e delle leggi razziali.

”NON MI SONO MAI ARRESO”.

Alessandro Re

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