Il termine è meno conosciuto di sessismo, ma indica un’altra forma di discriminazione, a mio avviso ancora più odiosa. Per ageismo (dall’inglese ageism, parola la cui paternità è attribuita al gerontologo americano Robert Neil Butler, che l’avrebbe coniata alla fine degli anni Sessanta) si intende discriminare in base all’età.

Me ne sono occupato anche in altri editoriali dedicati alla cultura gender. Sottolineavo quella che per me è una contraddizione: mentre a livello di lotta all’omofobia e più in generale al sessismo, la società occidentale ha raggiunto punte estreme, tanto che (di fatto se non ancora di diritto) ognuno può stabilire a quale genere vuole appartenere, indipendentemente dal sesso biologico, anzi, mantenendo quello della nascita, l’ageismo non viene preso in considerazione. A riprova, avevo citato più volte Beppe Grillo, che aveva proposto di togliere il voto agli over 80, senza suscitare particolari polemiche. Sulla questione, sono intervenuti diversi lettori.

In particolare, C. P. ha scritto: “Impedire di votare oltre gli 80 anni è una stupidata cosmica, soprattutto ora che non solo l’età media è cresciuta, ma anche le condizioni di vita. Non badiamo a queste sciocchezze che derivano da una sciocca impostazione sociologista volgarizzata che tratta le persone come numeri e generalizza. Salvo poi trarre generalizzazioni da un singolo episodio senza badare ai numeri. Questa impostazione deteriore e sbagliata induce a trattare tutte le persone come numeri senza indagare nell’unicità di ciascuno e di ciascuna situazione. A 80 anni Catone, oltre 2000 anni fa, si mise a studiare il greco e il mio vicino di casa coltiva da solo un grande orto…”.

A livello più effimero, la questione del l’ageismo è balzata alla ribalta a fine estate, quando Alba Parietti ha postato sul suo profilo Instagram immagini che la ritraevano in bikini. Mentre alcuni si sono complimentati per la splendida forma, altri hanno polemizzato (anche in modo volgare), sostenendo che a 62 anni è sbagliato pubblicare foto in costume. Anche in questo caso, pochi hanno protestato per questa discriminazione in base all’età. Presumo che se una persona con apparato sessuale palesemente maschile si fosse fatta fotografare in bikini, oggi non avrebbe subito queste assurde contestazioni. O, comunque, gli hater sarebbero stati zittiti con l’accusa di sessismo/omofobia.

Ma l’ageismo più sostanziale si manifesta nella vita di tutti i giorni. Diverse compagnie di “rent a car” rifiutano di noleggiare un’auto agli over 75. Così come alcuni canili municipali non danno gli animali in adozione a chi ha compiuto 70 anni. Capisco le motivazioni. Si vuole evitare di affidare un’auto a chi potrebbe avere perso efficienza o di dare un cane a chi potrebbe negli anni non essere più in grado di accudirlo. Ma si potrebbero richiedere certificati di buona salute o documenti simili. Impostate così, queste regole rappresentano una palese discriminazione in base all’età. Che, lo ricordo, è vietata anche dalla Carta dei diritti fondamentali Unione Europea del 2000.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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