L’emergenza è ormai conclamata. “Nell’anno 2020 l’Italia ha segnato uno degli incrementi di temperatura maggiori in tutta Europa, con +1,54°C rispetto alla media del periodo 1961-1990 e continua a surriscaldarsi più velocemente della media globale”. Così la pagina web introduttiva del dossier “Il cambiamento climatico in Italia: l’impatto sulla salute umana e i processi di adattamento. Lo scenario italiano alla luce del documento Climate Change Is A Health Crisis“.

Salute e ambiente sempre più dipendenti

La salute delle persone è strettamente correlata all’ambiente circostante più di quanto si possa pensare. Il report IPCC identifica 11 categorie di patologie ed esiti di salute che sono influenzati dal cambiamento climatico o definite “sensibili al clima”. Calore, inondazioni, malattie, inquinamento dell’aria e alimentazione corretta tra tutte.

Se, come affermava Chico Mendes (sindacalista, politico e ambientalista brasiliano) “Environmentalism without class struggle is just gardening” (l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio), possiamo concederci un’ulteriore considerazione. L’ambientalismo, privo della questione sociale e senza una ragionata e precisa azione delle comunità, è solo giardinaggio.

Giustizia climatica per una giustizia sociale

Le soluzioni per il miglioramento climatico avvantaggiano sia la nostra salute che l’economia”. Un punto imprescindibile per un ragionamento sistemico, quale quello adottato da Omnia Torino. Come raggiungere quindi la giustizia climatica con la giustizia sociale, all’interno dello sviluppo sostenibile? Secondo Omnia Torino e il gruppo GrIncome, ci sono tre livelli di azione.

Partecipazione attiva dei cittadini alle soluzioni e conoscenza da parte degli stessi dei rischi e dei pericoli del cambiamento climatico nella propria città.

Azioni sostenibili delle imprese.

Amministrazioni e politica attente e preparate per far fronte ai problemi.

Dal basso verso l’alto, dal cittadino al livello massimo di rappresentanza passando per le attività imprenditoriali. E dall’alto verso il basso, in quanto corrette informazioni e azioni non possono che derivare soprattutto da chi governa ed è in grado di indicare, ai problemi, soluzioni condivise. Oltre, ovviamente, alle risorse da impiegare.

E’ una lotta per la sopravvivenza del Pianeta

Le nuove generazioni lo stanno dicendo da ormai qualche tempo e forse a tratti in modo caotico. Non si tratta solamente di una lotta per l’affermazione di diritti (o doveri), quanto una lotta per la sopravvivenza dell’intero Pianeta. Conseguentemente, lo sforzo e l’azione devono essere collettivi. Prendendo in considerazione uno dei temi ambientali più impellenti, proponiamo una riflessione sulla questione siccità.

In Italia, specialmente al Nord, i livelli di fiumi e laghi sono ai minimi storici, le carenze idriche minacciano le produzioni agricole e l’allevamento e le ondate di calore non lasciano tregua. Queste ultime, posso condurre a disidratazioni gravi, aggravamento di condizioni di salute precarie compresa una diminuzione del benessere mentale.

Ormai è emergenza a 360°

Ed è soprattutto nelle città che l’emergenza è ormai conclamata. Dal citato report, i dati del 2019 ci dicono che, rispetto alla media del periodo 1971-2000, il riscaldamento urbano è in aumento. Un  fenomeno che colpisce soprattutto le metropoli.  + 2,4°C a Perugia, + 2,1°C a Milano e Roma (con aumento del 22% per la mortalità giornaliera data dalle ondate di calore estive per la popolazione over 50) e +1,9°C a Torino.

Soffermandoci sul Piemonte e su Torino, nel capoluogo la differenza nelle temperature medie dal 1960 al 2020 (in °C) è +2,8%, la maggiore insieme a Milano. L’emergenza idrica è stata dichiarata dalla Regione Piemonte a inizio mese, per attingere a risorse e utilizzare regole più rapide al fine di far fronte alla carenza d’acqua (trasporto tramite autobotti, per esempio). Nel capoluogo si registrano malori in diverse aziende e le attività quotidiane devono correre ai ripari. A titolo di esempio, il mercato di corso Brunelleschi ha chiuso prima, con i banchi costretti a smontare e andarsene.

La ricetta per una soluzione è complicata

Nella vita di ogni giorno, bisognerebbe iniziare con azioni volte al risparmio di acqua e una coscienza e conoscenza più attenta al tema. Ma lasciare le soluzioni sulle spalle dei cittadini equivale a una beffa. Proviamo, piuttosto, a muoverci tutti insieme. Riconoscendo la gravità della situazione, una volta per tutte.

Alessandro Regge

Duccio Travaglino

 

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