Più di due miliardi di euro per il pranzo pasquale, quasi 10 miliardi complessivi in spesa alimentare durante la Settimana Santa, con i dolciumi  (soprattutto, ma non solo, colombe e uova di cioccolato) a giocare un ruolo da protagonista. Anche questa Pasqua ha confermato come gli italiani continuano a indulgere ai peccati di gola. Se qualche strappo ogni tanto, come nelle festività, è consentito anche dai nutrizionisti più severi, la reiterazione è invece deleteria per la salute. E gli italiani si abboffano, per lo più con cibi insani. Soprattutto bambini e adolescenti mangiano sempre peggio, con conseguenze devastanti. Gli under 18 gravemente sovrappeso o addirittura obesi sono oltre il 25%, percentuale doppia rispetto agli anni Ottanta e in continua crescita.

Non si tratta di una questione estetica, parlare di body shaming è totalmente fuori luogo. Bisognerebbe avere il coraggio di dire che “grasso non è bello”, anzi è catastrofico per la salute. Il diabete di tipo II, quello dovuto allo stile di vita, soprattutto alimentare, prima raro nei minorenni, è sempre più frequente. La steatosi epatica, presente in meno del 10% dei bambini e dei ragazzi “in forma”, raggiunge il 70% tra quelli sovrappeso e obesi. In pratica, 7 bambini grassi (mi perdonino gli ayatollah del politically correct se uso questo termine) su 10 hanno il fegato conciato come quello di un ultrasessantenne vizioso. Tra le conseguenze, una propensione a contrarre la cirrosi epatica. Chi è in sovrappeso o obeso, ha poi molte più probabilità di sviluppare patologie tumorali e cardiovascolari. Secondo una ricerca condotta dallo Sio (Society of integrative oncology) addirittura il 45% dei tumori insorge per una cattiva alimentazione.

L’elenco dei colpevoli è noto: snack, bibite gassate e zuccherate, patatine, merendine, creme spalmabili, dolciumi in generale. Lo zucchero è considerato oggi l’ingrediente (definirlo alimento è improprio) che più contribuisce all’insorgere del cancro. Le cellule tumorali infatti si nutrono di ossigeno e di zuccheri. E i cibi spazzatura ne sono pieni. Basti pensare che la quantità massima di zucchero consentita per la fascia 2-18 anni è di 25 grammi al giorno, mentre una sola lattina di bibita gassata ne contiene 35 grammi.

Per non parlare di prodotti popolarissimi e super pubblicizzati come le creme dolci spalmabili (che tra l’altro contengono pure grandi quantità di olio di palma). Ma spazzatura sono anche i cibi processati. Da uno studio francese condotto su un panel di oltre 100 mila persone (età media 43 anni), è emerso che chi si nutre (almeno per un terzo) di cibi pronti e confezionati ha il 23% di probabilità in più di sviluppare un cancro.

Nonostante le malefatte di una parte consistente delle marche alimentari (in particolare, quelle più presenti negli spot televisivi) siano note, il problema è sottovalutato, quasi ignorato. Chi si occupa di responsabilità sociale, chi sbandiera una grande propensione all’Esg (Environmental, social, governance) si concentra sulla sostenibilità ambientale e sulla tutela delle minoranze, ma di rado è attento alla salute dei consumatori che, a mio avviso, non è meno importante. Vengono criminalizzate le auto a motore termico, mentre i crimini di alcune aziende alimentari si consumano in un assordante silenzio. Come mai? Invitiamo gli autori de L’Incontro a contribuire a dare una risposta e i lettori a scriverci segnalando la loro opinione.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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