Il clima e le Grete, il nucleare, pandemia e democrazia, salute collettiva e liberalismo, un dibattito dimezzato senza Ben. 

Al “fate solo bla bla bla” della trecciuta avrebbe risposto che lui aveva già capito tutto e studiato tutto 40 anni fa. Avrebbe snocciolato, senza presunzione, i suoi scritti e le sue battaglie. Sì perché lui al venerdì non faceva festa “per il futuro”, studiava di giorno e di notte organizzava consultazioni popolari vincenti.

Sul nucleare ci siamo scontrati mille e mille volte e ricordo sempre il finale: “non ti infervorare, ho già vinto io”. Purtroppo, pensavo e penso io, ma non lo dicevo mica perché era uno di quei momenti in cui capivi che dietro la mitezza stava il politico capace e metallico. 

Inutile ricordarlo per le qualità umane e la gentilezza, a me piace ricordare l’intellettuale tagliente e il politico, uno di quelli che ha combattuto e vinto per le uniche riforme che il paese abbia conosciuto. Bene, molto bene, su aborto e divorzio; bene, molto bene (salvo tradimenti parlamentari) sulla giustizia e sul maggioritario; meno bene, dico io, sul nucleare. Ma ha vinto lui, in effetti ha vinto lui. Era acuto e vincente Ben e non aveva bisogno di dimostrarlo. La pacatezza era una conseguenza della forza intellettuale. Per chi lo capiva.

Che peccato non poter discutere di restrizioni e green pass. Ci saremmo scontrati un’altra volta. “La libertà prima di tutto e lo Stato in casa mia non entra” avrebbe detto, ma poi mi avrebbe e ci avrebbe offerto argomenti intelligenti, cose che avrebbero incrinato le nostre certezze. Nulla a che vedere con i ragionamenti fritti e mappamondi cui assistiamo dai presunti liberali.

Chissà come avrebbe vissuto la presenza di compagni di viaggio che con la libertà non hanno mai avuto nulla a che fare? Come avrebbe reagito al sovvertimento cui assistiamo di leghisti, ultras, intellettuali ex comunisti o ex fascisti inneggianti alla libertà? Semplice, avrebbe fatto come con Greta. Avrebbe spiegato loro due o tre cosette che già diceva negli anni ’70 e li avrebbe trattati con tenerezza altiera. 

E sulla proposta di Monti sull’informazione? Sul neo-minculpop? Sui licei che modificano il linguaggio? Ruggiti di penna. Senza dubbio.

Quanto ci manca, quanto manca questo modernissimo uomo d’altri tempi, attuale anche adesso che non c’è più. 

Egli vive nel “qui e ora” del “fiume carsico” (molti di voi capiranno). Basta ogni tanto abbeverarsi.

Fabio Ghiberti

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