Alcuni lettori e autori de L’Incontro mi hanno chiesto di scrivere il mio ricordo di Berlusconi, forse anche perché sanno che ho lavorato nei suoi gruppi editoriali per vent’anni, di cui dieci come direttore delle testate economiche. Sul “dottore” come uomo, imprenditore, tycoon, politico e quant’altro, in queste ore hanno già scritto tutto e il contrario di tutto. Direi anche di troppo. Non intendo aggiungere banalità. Oltretutto, come i lettori de L’Incontro sanno, non ho mai preso posizioni politiche. Devo però ammettere che, pur essendo un interista più che appassionato, la simpatia e l’ammirazione per Silvio mi spingevano a tifare il Milan nelle partite di Champions (questo durante la sua lunga presidenza, ora non più).

Posso raccontare una piccola storia personale. Un venerdì di inizio estate del 2000 mi ero accordato con la sua segreteria per andare, il lunedì successivo, ad Arcore per un’intervista esclusiva che avrebbe rappresentato la cover story di Espansione. Durante il week end raggiunsi mia moglie Cristina Pica a Nizza, dove era in vacanza con nostro figlio Lorenzo, di un anno. Sabato andammo a passare la giornata alla piscina di un hotel di Saint Jean de Cap Ferrat. Mentre nuotavo, Cristina, tutta emozionata (in fondo era una ragazzina di poco più di vent’anni) mi disse che c’era Berlusconi. Così, bagnato fradicio, con mia moglie con Lorenzo in braccio, andai a salutarlo. Il fatto che ci eravamo incontrati per caso, quando due giorni dopo avremmo passato il pomeriggio insieme, ci fece sorridere.

Silvio era in tenuta sportiva, con un cappellino con visiera, il tutto, ovviamente, in total color blu. Era affabile e spiritoso, con il suo tipico sorriso solare. E, naturalmente galante. Mi disse: “Direttore, in settembre le farò avere due biglietti per la prima partita del Milan. Una bella signora come sua moglie darà fascino alla tribuna d’onore”. L’intervista di lunedì fu molto “tecnica”. In quel periodo era all’opposizione e mi raccontò cosa avrebbe fatto per rilanciare il Paese se fosse stato rieletto premier. Quando finimmo, mi prese sottobraccio e facemmo una passeggiata nel parco della villa.

Ricordo che mi disse: “Caro direttore, questa storia del conflitto di interessi, che io sarei entrato in politica per lucro personale è una sciocchezza. Ho un patrimonio privato di XXX miliardi (non riporto la cifra, sia per discrezione, sia perché c’era ancora la lira e c’erano talmente tanti zeri che potrei sbagliarmi, ndr). Cosa cambia per me avere un po’ di soldi in più? Il mio sogno è entrare nella storia del Paese come lo statista che ha rinnovato e rilanciato l’Italia”. Gli ho creduto.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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