Torna ad innalzarsi pericolosamente l’indice del contagio e torna alla ribalta David Quammen. L’ignorato visionario che già nel 2012 aveva previsto una pandemia negli anni a venire, torna sull’argomento. Dopo il successo … ahinoi tardivo! di Spillover (la storia della genesi del Corona Virus e l’elenco delle nostre numerose responsabilità!) lo scrittore e divulgatore scientifico pubblica il suo nuovo libro sempre sul tema dei virus come tragici protagonisti del III millennio.

Cerchiamo di evitare, noi tutti, la cecità e la distrazione di dieci anni fa e leggiamo il testo di Quammen con grande attenzione. Tra l’altro, anche un altro grande, volto noto, della materia, Alessandro Vespignani, professore di epidemiologia computazionale alla NorthEastern Univerity di Boston, ha dato alle stampe, proprio in questi giorni, un saggio dal contenuto intuibile nel titolo: “I piani del nemico – Cos’è e come funziona la scienza delle previsioni in tempo di crisi” (Rizzoli).

Errare humanum est, perseverare autem diabolicum

In “Senza respiro” (Adelphi), Quammen sviluppa una sua nuova profezia. Durante il lockdown non ha perso tempo. Bloccato nel suo cottage a Bozeman nel Montana ha intervistato, via Zoom, 95 scienziati di tutto il mondo. Ha parlato con ognuno di loro delle esperienze fatte, della pandemia in allora in piena tragedia, del futuro e delle politiche di prevenzione di fenomeni analoghi. In un’intervista rilasciata al Venerdì di Repubblica Quammen ha confermato l’utilità di quel grande summit virtuale che gli ha permesso “di strappare a ciascun ricercatore un prezioso groviglio di informazioni. Di dati impeccabili, da una parte, e di emozioni, dall’altra”. Il primo quesito posto era relativo al mistero sulla natura del Covid-19: prodotto naturale o prodotto da laboratorio? La maggioranza dei 95 esperti tende alla prima ipotesi e cioè all’origine naturale del virus.

I virus sono il più grande deposito di informazioni genetiche

Nel libro l’autore descrive i colloqui intervenuti con i vari scienziati. Un racconto-verità che lo ha portato a condividere i frutti della sua indagine in un apposito testo. “La scienza non è solo fatta di dati – scrive Quammen – ma è fatta da persone con le loro debolezze e le loro virtù. A legarle erano e sono i virus, gli angeli neri dell’evoluzione”. Dopo la pandemia li odiamo perché ci hanno fatto sprofondare nel panico dell’ignoranza, del mistero sulle loro caratteristiche. Quammen ci tiene a sottolineare un aspetto che contraddice questo incubo “I virus sono sulla terra – scrive – non solo per rendere miserabile la nostra vita. Rappresentano il più grande deposito esistente di informazioni genetiche. Mentre infettano gli organismi-ospiti depositano i loro genomi e li fanno circolare, trasformando il Dna degli esseri viventi. I virus hanno avuto un ruolo positivo nell’evoluzione per noi umani. E’ un gene di origine virale, per esempio, quello che aiuta la placenta a proteggere l’embrione dalle infezioni”. A causa delle nostre dissennate politiche contro la tutela dell’ambiente, abbiamo obbligato, ad esempio, i pipistrelli a migrare dalle loro caverne per andarsi a cercare il cibo nei mercati all’aperto.

Di lì è partito il dramma

Abbiamo contribuito – sostiene Quammen – a innescare un moto perpetuo di tipo biologico. Dovremo continuare a vaccinarci e a ri-vaccinarci. Questi farmaci rappresentano una grandissima idea per la società e sono un trionfo per la scienza”. Come possiamo valorizzare la tragedia della pandemia e affrontare con più efficacia i futuri virus? A questa domanda Quammen risponde sottolineando un aspetto peculiare della vicenda. Se aderissimo all’ipotesi che il virus sia fuoriuscito da un laboratorio cinese a causa di un errore, creeremmo una conclusione dagli esiti devastanti: dunque è stato un errore – saremmo portati a dire; c’è un responsabile; non sarebbe mai successo nulla senza quell’errore! Insomma, uno straordinario alibi per non occuparcene più! Se invece, come probabilmente è accaduto, si tratta del prodotto di una serie di cause naturali allora non avemmo più alibi. “Dovremo affrontare altre pandemie – conclude Quammen – vista la nostra impronta sulla Terra. Facciamo parte della natura e tuttavia pretendiamo una fetta di risorse sproporzionata. Nuovi virus respiratori arriveranno. Gli angeli neri non smetteranno di volteggiare”. A meno che i nostri comportamenti in futuro nei confronti della natura non cambino? Ma sul punto Quammen è molto pessimista.

“I piani del nemico”: il saggio di Alessandro Vespignani

Anche l’autorevole epidemiologo che lavora negli Stati Uniti condivide la profezia di Quammen. “Occorre ricordare – scrive nel libro – che il virus circola ancora e non ne conosciamo l’evoluzione. Il messaggio del governo sul vaccino resta decisivo: è la principale arma anche per il futuro. Mentre la popolazione torna ad una vita normale, le istituzioni non devono smantellare le strutture di monitoraggio, ma tenerle in piedi… La comunicazione pubblica ha un ruolo fondamentale: il governo ha la responsabilità di non far abbassare l’asticella dell’attenzione dei suoi cittadini, in tutte le parti del mondo”. Secondo Vespignani non siamo di fronte a delle varianti rispetto a Omicron. Questo è il motivo per cui tutti possiamo tornare tranquillamente alla nostra vita: “Tranne le istituzioni e chi fa lavori come il mio che deve restare all’erta sempre”.

Le ultime ipotesi sulle origini del Covid-19

Sono uscite tre pubblicazioni che hanno ripreso in mano la questione relativa alla genesi del Corona virus, trattata sia da Quammen che da Vespignani. Il primo è il rapporto dei Repubblicani della Commissione Sanità del Senato americano. La relazione è il frutto di un’indagine bipartisan. Il rapporto elenca molti indizi che portano a pensare ad un incidente di laboratorio che ha consentito la fuga di un virus manipolato. Il secondo testo è contenuto in un saggio di 40 pagine originato da una ricerca di un team di giornalisti di inchiesta di Vanity Fair e di Pro-Pubblica. Sono state analizzate tutte le comunicazioni intercorse in quei giorni tra i laboratori cinesi e gli esperti del Comitato Centrale del Partito Comunista di Pechino. Gli indizi raccolti fanno pensare che a novembre del 2019 i laboratori di Wuhan siano stati travolti da una gravissima emergenza per la quale si mobilitò anche il vertice del Partito, forse lo stesso Presidente. L’aver sottovalutato i problemi di sicurezza dei laboratori di Wuhan (problemi denunciati dallo stesso direttore dell’istituto un anno prima del disastro) avrebbe causato il dramma.

Ipotesi manipolazione genetica per il virus del Covid-19

Il terzo documento è uno studio scientifico pubblicato da tre scienziati, un genetista del Montana, un farmacologo della Duke University e un ginecologo tedesco. I tre ricercatori sostengono che l’analisi di quanto accaduto a Wuhan porterebbe ad individuare la responsabilità degli umani in ordine alla fuga del virus contaminato. Il metodo innovativo di analisi proposto dai tre professori universitari, ha diviso in due gli scienziati mondiali. Una minoranza che fin dall’inizio ha considerato certa l’origine animale del virus ha liquidato il metodo proposto come inaffidabile. La maggioranza invece, colpita positivamente dalla semplicità di un metodo al quale nessuno aveva pensato prima, sta riproducendo l’esperimento sui data base dei campioni esistenti, alla ricerca di conferme. E’ altamente probabile che la manipolazione genetica del virus del Covid-19 sia stata originata dall’uomo. Ma secondo la stragrande maggioranza degli scienziati internazionali coinvolti non si arriverà mai ad una certezza assoluta sul punto.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *