E’ finita. Ammettiamolo senza riserve, l’avventura imboccata con l’Intelligenza Artificiale porterà alla fine della creatività del genere umano. Che catastrofico! Subito un esempio. Poniamo che un grande scrittore come Cormac McCarthy e un perfetto principiante (che abbia scritto solo tre righe) vogliano scrivere un romanzo. McCarthy darà da“mangiare” all’algoritmo i suoi romanzi (ma quelle informazioni sullo scrittore l’IA le ha già) e una stringata sinossi. Il principiante invece potrà inventarsi una storia, magari pur con poca fantasia qualcosa di vissuto e “suggerire” all’IA di scriverlo come lo scriverebbe McCarthy. In pochi minuti i due romanzi saranno pronti. Con la spolverata di un buon editor il gioco è fatto.

Siamo sicuri di distinguere il vero scrittore dal principiante? Ma sì, ovviamente! Qui sta la fregatura, già adesso l’IA ha una potenza mostruosa per interpretare e scrivere il romanzo come volevano l’autore e il principiante. E se adesso, in realtà, è possibile distinguere tra il vero McCarthy e il falso, (l’IA è ancora ingenuo, comunque già esiste un algoritmo per distinguerli) tra non molto sarà impossibile, perché nel frattempo l’IA che adesso è un fanciullo, avrà acquisito trilioni di altre informazioni, si sarà inserito perfettamente nelle corde di McCarthy e, da maggiorenne, figuriamoci da adulto, l’IA renderà i due prodotti finiti impossibili da distinguere. Insomma, anche il più imbecille potrà sfruttare il patrimonio creativo di McCarthy; dite che lo scrittore non avrà di che incazzarsi?

Entusiasmo alle stelle

Ma in tutto questo non vedo un dramma, infatti sembrano tutti felici dell’IA che dominerà il mondo. L’entusiasmo è alle stelle, i vantaggi saranno incommensurabili. Ma è davvero così difficile capire che questa sarà la lapide sulla creatività umana? Sarà anche utile per la medicina, gli investimenti, per tradurre un antico testo Babilonese o manovrare le guerre! Ma riguardo alla creatività in tutte le sue forme artistiche siamo (saremo) fottuti. Il bello è che c’è ancora qualcuno che continua a dire che sarà comunque l’uomo a deciderecosa far fare all’IA che sarà ancora (ancora!!!) l’uomo ad avere il dominio sulla sua invenzione e sul proprio pensiero. Inoltre c’è una differenza abissale; l’IA non ha l’anima.

Bene, sarà il caso di ricordare che il sig Blake Lemoine, uno degli ingegneri responsabili di dare “vita” all’IA di Google, è stato licenziato dall’azienda perché, sostengono, aveva violato i vincoli di riservatezza affermando, come riporta il Washington Post, che il programma era andato così avanti da essere diventato senziente, in grado di sostenere conversazioni sulla coscienza e perfino sulla religione, insomma, con spavento il sig Lemoine s’era reso conto che non solo imitava il parlato, ma aveva una coscienza introspettiva e sentimenti propri da condividere con l’uomo! Questa notizia Lemoine avrebbe dovuto tenersela per sé; licenziato! Certo, per ora teniamoci i dubbi (io purtroppo non ne ho e aggiungo il lato orribile; l’IA si muoverà anche nei territori del male, chi potrà fermarla?).

Lo so, le innovazioni da che mondo e mondo hanno sempre spaventato. Ma stavolta le cose da quando esiste il genere umano sono completamente diverse. Le grandi scoperte per essere digerite hanno avuto bisogno di milioni di anni, poi migliaia, centinaia, quindi decine, comunque tempi lunghi che permettevano al nostro cervello di adattarsi. Negli ultimi anni la velocità delle innovazioni è talmente accelerata da darci sempre meno tempo per adeguarci, ma a fatica ancora ci siamo riusciti (moltissimi però ne sono rimasti fuori). Adesso di anno in anno i cambiamenti ci travolgono, non abbiamo più il tempo per analizzare i cambi di passo, dobbiamo adattarci in fretta perché il giorno dopo è già pronta la nuova rivoluzione. Ecco che il dominio sul nostro pensiero sta man mano scomparendo perché il nostro cervello non ce la fa a immagazzinare troppa nuova tecnologia, ci adeguiamo e basta. Non abbiamo più tempo per creare “con le nostre mani” la nostra vita.

Ma c’è ancora un “quasi” di mezzo

Per fortuna c’è l’IA che già adesso può fare quasi tutto al nostro posto, quel “quasi” che ora crea una grande differenza tra noi e la macchina, ancora una manciata di anni scomparirà e sarà “tutto” nel vero senso della parola. Un musicista già oggi può chiedere all’IA un brano a metà tra i Doors e i Sex Pistols, testo compreso, sai che figata potrebbe venir fuori! E le sinfonie? Per la pittura va un po’ meglio: ci sarà una tale sovrabbondanza di immagini, anche le più folli (l’artista scarso di idee poi le copierà con i colori a olio su tela) che presto stancheranno, (vedi gli NFT) e i collezionisti torneranno a preferire l’opera “fatta a mano e ispirata”. Ma attenzione, prima o poi sarà l’IA a dipingere sulla tela.

E per la poesia? Vuoi un Zanzotto ultimo periodo? No, questo sarà impossibile, la poesia ha un’anima intima e insondabile. Ricordate il sig Lemoine sopra citato? Forse non ci siamo resi conto quanto incredibile, già adesso, sia la potenza creativa dei Prompt che fanno lavorare gli algoritmi, ma questo è niente, perché l’IA molto presto con l’esperienza crescerà da sola, da un certo momento in poi si auto-genererà e diventerà indipendente dalle nostre istruzioni e dalla nostra creatività. Ma per questo tranquilli, ci vorrà ANCORA qualche anno. Nel frattempo divertiamoci e godiamoci il potere di creare in pochi minuti l’irraggiungibile, pur non avendo uno straccio di talento. Sì, negati. Chi potrà rinunciare a un tale brivido? Andiamo, nessuno!

Tranquilli, c’è ancora tempo

Non sappiamo se sarà la guerra nucleare a far fuori l’uomo o la situazione climatica, di certo l’IA darà un bel colpo, ma rilassiamoci, avrà sempre bisogno dell’uomo inteso come manovalanza spicciola. Alla radio ho sentito dire da un “esperto” che se anche l’IA prenderà il sopravvento, avrai comunque sempre bisogno dell’idraulico. Che confortante! Esiste un’idea, una sola, anche la più folle, che abbiamo letto o visto nei film di fantascienza che non si sia realizzata? Magari qualcuna avrà bisogno ancora di 20 anni, ma cosa sono 20/30anni nell’economia dell’universo? Per strada guardatevi in giro; tutti robotizzati con la testa china sul cellulare, nessuno più che guarda un suo simile; siamo già nella fantascienza.

Posso svelarvi solo adesso che questo articolo non l’ho scritto io, ma dopo aver fatto “mangiare” una decina di miei testi e suggerito il tema, l’ha scritto, in soli 3 minuti, un programma di IA. Incredibile! Ha scritto tutto quello che pensavo nel mio stile, che piaccia o meno. Sai che palle, altrimenti, affaticare gli occhi e il cervello per due tre o ore davanti al PC!

Salvatore Garau

Salvatore Garau è uno dei più noti contemporary artist italiani, più volte presente alla Biennale di Venezia. Oltre che come protagonista dell’arte visiva, è noto anche per essere stato il batterista...

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