La storia della Finlandia si potrebbe paragonare a quella del pastorello Davide che, armato di una piccola fionda uccide Golia, il temibile gigante dei Filistei in guerra con il popolo di Israele. Una storia antica che potrebbe avere una replica moderna e attuale. L’episodio, contenuto nella Bibbia e risalente all’anno 1000 a.c., è la sintesi di una vittoria del più debole contro il più forte. Un audace fanciullo che armato di una banale fionda affronta e sconfigge il temibile gigante.

Qualche anno fa ho studiato e poi raccontato in un saggio pubblicato sulla rivista Storia Militare il conflitto russo-finlandese durante la Seconda Guerra mondiale. Per questo il paragone con l’attuale invasione dell’Ucraina mi è venuto subito, spontaneo, davanti agli occhi, con la rappresentazione iconica della storia biblica di Davide e Golia. Una piccola nazione invasa da una super potenza confinante, legata da una antica storia comune di alleanze e di sofferenze contro l’invasione di stranieri.

Quando la piccola Finlandia fermo l’Armata Rossa di Stalin

Nel 1939 la piccola e male armata Finlandia riuscì a fermare e a costringere ad un armistizio la grande Armata Rossa di Stalin proprio nei primi mesi della Seconda Guerra mondiale. Il coraggio, lo spirito identitario, la minuziosa conoscenza del territorio, permisero al maresciallo Mannerheim di fare il miracolo bloccando l’invasione russa e salvaguardando l’indipendenza finlandese.

È interessante ripercorrere i passaggi di quella storia poco conosciuta e che potrebbe ripetersi, auspicabilmente anche nell’armistizio finale, oggi a distanza di oltre 80 anni. Una storia comunque che fa riflettere anche noi italiani in relazione a come la nostra classe dirigente gestì nell’estate del 1943 la caduta del fascismo, l’uscita dalla guerra, l’armistizio di Cassibile, la rottura dell’alleanza con i tedeschi.

6 Dicembre 1917: i finlandesi coronano il loro storico sogno

La Finlandia diventa indipendente.

Conquista per la prima volta nella sua storia la sua sovranità. Finisce un’era e ne inizia un’altra. Sempre complessa, sempre, diremmo noi italiani, caratterizzata dal fatto di essere una nazione “di mezzo”, di “valico”, di confine. Stretta tra giganti sempre inclini a tendenze colonialistiche.
Potrebbe dunque sembrare la storia di un Paese lontano, marginale, con tradizioni diverse e non comparabili con le nostre o con quelle ucraine. Invece scopriremo che ci sono similitudini storiche e politiche sorprendenti.

Alcune, conoscendole meglio, ci avrebbero potuto evitare, a noi italiani, tragedie e ferite ancora non rimarginate. Agli ucraini spunti sui quali un progetto di risoluzione pacifica del conflitto. Ragioni profonde che hanno dato vita nel tempo ad un modello di convivenza drammaticamente conquistato ma diventato poi esemplare per spirito identitario, senso della solidarietà sociale, welfare reale e non solo promesso, visione lucida sulla possibile futura coesione inclusiva tra i popoli.

Il ruolo del Maresciallo Carl Gustav Mannerheim

Si tratta di una piccola nazione di cinque milioni di abitanti disseminati in uno sterminato territorio, per almeno nove mesi all’anno inospitale e ostile, con temperature proibitive e mancanza di luce solare. Eppure la Finlandia ci offre spunti di riflessione interessanti sulla storia passata e sul futuro prossimo venturo.
L’eroe contro le sopraffazioni dei grandi, il cinico diplomatico selezionatore attento delle alleanze con il compagno di viaggio sarà il Maresciallo Carl Gustav Mannerheim. Il vero e unico padre della Patria, il grande protagonista di questa storia, fu lui a condurre il processo che portò all’indipendenza nel ‘17. Ma non solo. Mannerheim condusse la delicatissima gestione, nel ‘39, nel ‘41 e nel ‘44 dei rapporti politici e militari con russi, tedeschi e Alleati.

Mannerheim, svedese di origine, era un ex ufficiale dell’esercito russo, nato sotto la Russia degli Zar e diventò il simbolo dello spirito identitario dei finlandesi. Oggi è ricordato con un monumento o una lapide in tutte le città del Paese. La storia ci insegna che perché Davide riesca a sconfiggere Golia il popolo e soprattutto l’esercito hanno bisogno di un eroe, di un esempio. Un loro concittadino che con uno scarto di orgoglio e coraggio prende la testa del movimento a difesa del territorio nazionale: Mannerheim rappresentò proprio questo simbolo.

Come nasce l’indipendenza finlandese

Le origini.
Per cercare di capire meglio il Dna che ha animato lo spirito dei finlandesi nel loro eroico 1900, bisogna risalire alle origini di una nazione facente parte del cosiddetto “Nord”. Due i ceppi etnici che hanno condiviso un territorio immenso per lo più inabitato: i suomi o finlandesi e gli svedesi. Due etnie diverse, due lingue incomprensibili, due comunità spesso in conflitto tra di loro. Poco dopo l’anno 1000 d.c. furono gli svedesi, divenuti cristiani, nel loro processo di evangelizzazione, a scontrarsi con i pagani suomi, da tempo sottomessi al regno russo di Novgorod.

Fu una costante storica dei popoli scandinavi rivolgersi verso oriente attraverso quella che è stata denominata “la Marcia verso Est”. Una scelta necessitata da motivazione difensive (arginare l’incubo russo) o offensive (ricercare spazio vitale verso il continente). Ma anche e soprattutto economiche. Il potenziale di materie prime esistente ad Est, le sue ricchezze hanno sempre costituito un sogno, mai realmente realizzato, di tutti i sovrani scandinavi.

L’attuale Finlandia divenne una delle “quattro terre” [tre nella Svezia propria, Götaland, Norrland e Sveland, e la quarta la Finlandia, Österland] della Svezia. Acquisendo poi una certa autonomia che le permise di diventare un Granducato del regno svedese.

Nel 1809, dopo un ennesimo tentativo dello Zar Alessandro I di occupare i territori sul Mar Baltico, la pace di Hamina certificò la fine della sovranità svedese sulla attuale Finlandia. Dopo 600 anni di dominazione. Lo Zar si impegnò a rispettare il Granducato di Finlandia ora diventato russo, pretendendo soltanto lo spostamento della capitale da Turku a Helsinki nel 1817. Pproprio cento anni prima della indipendenza del Paese.

Come è nata la Guerra Civile in Finlandia

Tutto risolto?
Purtroppo no. Iniziò infatti una feroce Guerra Civile. Da un lato coloro che immaginavano una Finlandia autonoma ma governata dai finlandesi filo bolscevichi. Dall’altro chi si opponevano duramente all’ipotesi di diventare uno stato comunista satellite di Leningrado. Nel gennaio del 1918 Helsinki fu occupata e tutto il sud del Paese rischiò di crollare di fronte all’attacco di truppe russe aiutate dai finlandesi bolscevichi. Si replicava anche in Finlandia lo scontro tra “Rossi” e “Bianchi”, in corso in Russia, con massacri ed efferatezza da ambo le parti.

Qui entrò in scena l’allora tenente generale dell’esercito russo Carl Gustav Mannerheim, nominato dai “Bianchi” comandante supremo dei “Corpi di Difesa”. La parte non comunista della popolazione finlandese. Quando i bolscevichi di Lenin presero il potere, il Governo Svinhufvud decise di dichiarare l’indipendenza il 6 dicembre 1917. I socialdemocratici non erano in linea di principio contrari ma avrebbero voluto negoziare con il Governo bolscevico e poi ottenere maggior potere per il Parlamento.

Lenin riconobbe la Finlandia indipendente

Il Paese era però spaccato in due, e vi erano ancora circa 40.000 soldati russi di stanza entro i confini. L’ala più moderata dei socialisti cercò ancora di tenere aperto un dialogo, ma l’ala più radicale prese il controllo della classe lavoratrici. Il Governo temette un colpo di stato e ordinò a Mannerheim di costituire un forte corpo di polizia.

Il 25 gennaio 1918 le Guardie di Protezione create dai non- socialisti vennero investite dal ruolo di truppe governative. I socialdemocratici considerarono questo un vero e proprio colpo di stato e con l’aiuto delle Guardie Rosse e la promessa di Lenin di fornire armi, iniziarono un movimento rivoluzionario a Helsinki nella notte del 27/28 gennaio.

La Russia non fu mai convinta nell’appoggio ai Rossi finlandesi

La stessa notte Mannerheim ordinò alle Guardie Bianche di disarmare le truppe russe nella parte centro-occidentale del Paese e le poche Guardie Rosse nella zona vennero sconfitte. Il Governo “Bianco” si era intanto trasferito a Vaasa, più a nord lungo la costa. La linea lungo la quale si fronteggiavano le truppe Rosse e Bianche partiva da Pori, passava a nord di Tampere, Heinola e finiva a Viipuri. C’erano circa 90.000 uomini per parte, compreso un contingente di Jäger tedeschi con i Bianchi e pochi russi con i Rossi. Gli ufficiali Bianchi provenivano in maggioranza dall’esercito imperiale e vi erano anche volontari svedesi. Sin da quando iniziarono gli scontri l’aiuto della Russia ai Rossi non fu mai significativo, a causa della progressiva disgregazione dell’impero e del suo esercito.

Dall’altra parte, anche la Germania non si impegnò mai troppo con i Bianchi per non compromettere le trattative per la pace in corso a Brest-Litovsk. Dopo la firma del cessate il fuoco con i russi, la Germania era di nuovo libera di intervenire nella questione finlandese, cosa non proprio gradita da Mannerheim che non voleva troppi tedeschi sul territorio nazionale. Il Maresciallo cercò allora di accelerare la chiusura della guerra attaccando la posizione Rossa più forte, a Tampere. La città cadde il 6 aprile dopo due settimane dei più sanguinosi combattimenti urbani mai svoltisi nei paesi nordici.

La Germania intervenne solo dopo Brest-Litovsk

La firma del trattato di pace di Brest-Litovsk

Nel frattempo 12.000 tedeschi sbarcarono a Helsinki il 3 aprile e la città si arrese il 13. I Rossi cercarono di riparare in Russia, ma i Bianchi, con il supporto decisivo dei tedeschi, lo impedirono e catturarono 20.000 prigionieri. Durante la Guerra Civile erano caduti 3.500 Bianchi e 7.000 Rossi. La carneficina finì ai primi giorni di maggio. Le truppe tedesche si ritirarono definitivamente a dicembre, sempre del 1918.
Alla fine, nel 1920, con la pace di Dorpat, lo scontro ebbe finalmente e formalmente termine. I Rossi erano stati sconfitti, Mannerheim aveva vinto. Aveva compiuto il suo primo miracolo sconfiggendo forze più numerose e meglio armate. Nella primavera del 1919 Kaarlo Juho Stahlberg fu eletto Presidente. La Finlandia conservava l’indipendenza appena conquistata anche se il prezzo della Guerra Civile era stato enorme. (Prima puntata-Continua)

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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