Potremmo chiamarla la “Mario Draghi” della Città del Vaticano. La super consulente di economia di Papa Francesco. Colei che sta lavorando su una serie di progetti a cui il Pontefice tiene molto e che riguardano la rivisitazione del modello capitalista per il rilancio di un nuovo sistema mondiale che riduca le disuguaglianze e rimetta l’uomo e non il profitto al centro della nostra vita.

Stiamo parlando di Alessandra Smerilli, suora salesiana delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di economia politica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma.

Al di là dei suoi incarichi universitari suor Smerilli è diventata recentemente Consigliere di Stato della Città del Vaticano e consultore della segreteria del sinodo dei vescovi.

E’ proprio lei, su delega di Papa Francesco, ad aver ideato e poi avviato il progetto per il grande incontro del marzo 2020 ad Assisi sul tema di un confronto internazionale per studiare un nuovo modello economico di coesistenza mondiale. Lo scopo della tre giorni dal titolo “The Economy of Francesco” (26-28 marzo 2020, ad Assisi nel sito dove visse il Santo dei poveri che porta il nome a cui si è ispirato il nostro Pontefice) è proprio quello di radunare su un territorio evocativo della povertà evangelica, tutti i  migliori giovani cervelli economici ed imprenditoriali del mondo non solo e non tanto per condannare la nostra società dei consumi, ma per sostituire il mantra dell’idolatria della ricchezza, un vecchio tema tanto caro a Papa Francesco fin dalla sua elezione. “Questa economia uccide – disse proprio all’inizio del suo pontificato – l’adorazione del dio denaro umilia l’uomo e ubbidisce soltanto alle proprie logiche speculative”.

Bisogna arrivare ad un patto per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia del domani, ha detto Papa Francesco quando ha annunciato l’evento di Assisi che L’Incontro aveva già raccontato in un recente articolo.

Ma qual è il pensiero strategico di suor Alessandra Smerilli?

Possiamo riassumere il suo progetto in questo modo: innanzitutto un focus sull’ecologia con un modello che la renda conveniente anche a livello economico. Investire in politiche ambientali non vuol dire creare disoccupazione o sprecare risorse: questo deve essere il concetto basilare.

Poi occuparsi delle disuguaglianze attraverso una più equa distribuzione delle risorse. Al terzo posto del suo programma la suora salesiana mette la promozione di una finanza etica e cioè di quelle forme di investimento che tengano conto di certi parametri sociali ed ambientali. Si deve investire in iniziative sostenibili perché il profitto non coincide con il Male. Deve essere però destinato non solo alle tasche degli azionisti ma anche agli investimenti per dar vita a nuova ricchezza da redistribuire in maniera più equa. “Se i più grandi fondi a livello mondiale come BlackRock e Vanguard Group stanno iniziando a valutare l’opportunità di tali investimenti, allora i tempi sono davvero maturi per un cambio di paradigma – dice soddisfatta suor Alessandra.

Suor Smerilli punta poi molto sulla promozione di una maggior presenza femminile ai vertici aziendali e istituzionali. Non solo attraverso strumenti come le “quote rosa”, ma attraverso lo svuotamento di princìpi tipici di una società maschilista che invece devono evolversi in una società in cui anche le donne devono avere pari accesso all’ascensore sociale dei posti apicali nelle aziende e nelle istituzioni.

Molto interessante è anche l’accenno, nel suo programma, alla necessità di un cambiamento delle nostre condotte quotidiane di consumo: “Bisogna vivere con maggior sobrietà alimentando dinamiche virtuose che si muovono dal basso a cominciare proprio dalle reti dei consumatori” in particolare usando il denaro per acquistare soprattutto quei beni che sono figli di un percorso/filiera degno e responsabile dal punto di vista sociale.

Riprendendo concetti cari al Mahatma Gandhi, suor Smerilli ha dichiarato a Domenico Agasso de La Stampa: “Il meno va preferito al più … quando è possibile è più intelligente avere meno cose, svuotarsi invece di riempirsi, utilizzare l’essenziale e non il superfluo. Perché devo avere cinque beni se me ne bastano quattro? Il di più non è segno di abbondanza ma di spreco e quindi di irrazionalità, di stupidità… è proprio l’opposto della legge che abbiamo posto a fondamento del capitalismo. L’intero sistema commerciale e pubblicitario si basa sulla insaziabilità dei consumatori. E’ meglio prenderne tre e pagarne due”.

Ascoltando la visione del mondo che ha in mente suora Alessandra, potremo trovarci davvero di fronte ad una rivoluzione copernicana. Ad una rivisitazione della società dei consumi che, riprendendo gli insegnamenti filosofici che risalgono al movimento gandiano, non puntano ad una decrescita felice, ma ad una crescita sobria, ugualitaria e più equa per tutti i cittadini partecipi della globalizzazione.

Ad Assisi quindi il prossimo anno si discuteranno temi che finalmente metteranno le “mani nel fango” del cosa non ha funzionato nell’attuale modello economico liberista e del come bisognerebbe lavorare per svuotare i movimenti che stanno strumentalizzando il comprensibile malessere di molte classi sociali ormai completamente depauperate e sfinite dagli effetti di una globalizzazione economica non gestita.

Gli oligopoli economici e culturali hanno aumentato la concentrazione di risorse e influenza in poche strutture e persone – ha voluto sottolineare suor Smerilli – serve una governance internazionale che scongiuri la detenzione di potere in poche mani. E potrà essere decisivo favorire una maggiore e più determinante presenza femminile ai vertici di imprese e stati. La nostra preoccupazione dovrebbe essere per il livello dei consumi dei poveri. E le differenze di stili e standard di vita sono più importanti delle differenze di reddito. Va scardinato il sistema che rappresenterebbe il migliore dei mondi possibili, secondo cui più i ricchi si arricchiscono, meglio va la vita dei poveri”.

Bisogna riconoscere alla suora salesiana di avere un linguaggio diretto e cinicamente preciso. Non gira intorno ai problemi, sa il fatto suo e sa che bisogna urgentemente che le nuove generazioni si occupino di aprire un cantiere di discussione sulla riforma di un modello di coesistenza mondiale che sta facendo acqua, sta aprendo la strada a nuove forme di fascismo, sta portandoci di nuovo sul burrone di nuove guerre fratricide.

Suor Smerilli non si sottrae alle responsabilità della Chiesa: “E’ la Chiesa che deve dare l’esempio aprendo la strada a questo tipo di ragionamenti strategici”.

Non so se tutta la Curia romana sia in linea con questo filone di pensiero fortemente voluto da Papa Francesco: sicuramente costituisce un grande esempio anche per il mondo laico che deve scatenare altri concreti esempi di approfondimento e di studio per migliorare la nostra coesistenza sociale ed economica nel mondo.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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