Guilhem Vellut / Flickr Credit: Guilhem Vellut

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Speaker1:
Non vi sentite.

A parte. Porta a Porta a Porta.

Speaker2:
Ieri. Tutti.

Speaker3:
Una a tutte e tutti. Benvenuti al secondo webinar organizzato dall’incontro io sono Nicola milanese Arpino e ho il webinar di oggi dal titolo Le priorità della città per un nuovo Next Generation. Oggi avremmo insieme diverse realtà associative presenti ed attive su quello che è il territorio torinese e vogliamo conoscerle e discutere insieme a loro per capire quali sono le priorità della città le priorità della società civile capendo qual è la visione di città. Abbiamo usato il termine next generation hub come un momento di grande discussione in cui si sta dibattendo del futuro del Paese e dell’Europa e del mondo intero in un grande momento di passaggio di shock e non vogliamo legarsi tanto al Pnr quanto provare a capire qual è veramente la visione di quelle che saranno le classi dirigenti e il futuro insieme a noi avremo i global Shadows di Torino una realtà presente in tutto il mondo campus 4.0 un think tank sull’innovazione. L’Osservatorio italiano sulla politica internazionale un think tank studentesco universitario sulla politica internazionale fra i computer non ha bisogno di presentazioni è a Torino una realtà associativa torinese. Prima di passare la parola ai nostri ospiti lascio spazio a un piccolo intervento una parte introduttiva del nostro direttore il direttore dell’incontro Alessandro. Grazie a tutti venuti.

Speaker4:
Buon pomeriggio a tutti. Per questo secondo appuntamento sono quattro webinar siamo a metà del l’inizio del secondo secondo appuntamento e questo è il momento dell’editoriale io non voglio entrare nel dibattito. Lascio la parola ai nostri relatori e mi o vi do degli appunti. Vi era B vi scrivo un editoriale vi racconto un editoriale come se lo scrivesse su sull’incontro che invito ad andare a leggere. L’incontro newsletter. Ringrazio Nicolò e auguro a tutti Buon lavoro. E parto da un finale parto dal finale della voce della luna di Federico Fellini. A un certo punto in quel punto dice eppure io credo che se ci fosse un po di silenzio se tutti facessimo un po di silenzio forse qualcosa potremmo capire. Mi sono preso questo punto e ho modificato e pure io credo che se ci fosse un po di silenzio forse qualcosa potremmo ascoltare. Ecco credo che l’appuntamento di questa sera a noi serva questo serva a capire che cosa la next generation now considera valore considera prioritario e lo possa dire alla gente alla generazione che non è tanto next generation ma che invece si prova a scrivere e a gestire le risorse messe a disposizione dalla Commissione europea perché di questo si fa. Nel 2018 in questo paese è successo un fatto. Faccio il giornalista e parto da lì. Spesso anzi sempre quando devo scrivere parlo dai. Nel 2018 in questo Paese gli over 60 hanno superato gli under 25. Quindi il dato è che i bookmaker sono di più e i numeri contano pesano di più in modo quasi proporzionale rispetto a quando erano loro gli under 25. Partiamo da qui però facciamo due considerazioni. Faccio due considerazioni visto che in un editoriale serve a quello a prendere una posizione è chiaro che il piano della prossima generazione scritto da chi nel 2030 sarà ben oltre la maturità non avrà alcun valore se non farà lo sforzo di proiettarsi a quel al di là dell’anagrafe e al di là delle certezze di oggi.

Speaker4:
L’Italia è un paese miope e vede malissimo a distanza questo è noto. Ma chi si professa classe dirigente deve sentire il peso della responsabilità di non decidere solo per sé ma di spostare davvero il futuro un po più in là anche solo per lasciare un buon ricordo di questa sera ascoltiamo. Siamo qui per ascoltare non pensiamo che arrivino le ricette per spendere i fondi del Next Generation Now ma almeno vogliamo diventare complici di una visione propria di chi invece sarà protagonista dei prossimi vent’anni. Non ci chiamiamo fuori siamo qui e siamo con loro per finire però volevo ancora fare un passaggio perché negli spazi stretti si muovono quelli piccoli e veloci. Quelli che provano appunto gli spazi da occupare e io credo che adesso sia il tempo di imparare da certi errori da quelle prassi che hanno lasciato nella terra di nessuno la generazione di mezzo. E qui mi sento un po chiamato in causa. Occorre pretendere quindi che le scelte non vengano fatti non vengano fatte per anzianità di servizio ma per competenza. E questo ci siamo detti anche la volta scorsa e occorre a volte evitare secondo me anche di chiedere permesso e forse forzare un po la mano perché dovremo un po uscire dalla logica della gentile concessione. E con questo vi lascio la parola la parola a Nicolò per le presentazioni e al dibattito.

Speaker3:
Bene Alessandro. A me tocca questo ruolo di moderatore un po di vigile oggi siamo in tanti siamo in tanti e tanti i nostri ospiti sono tantissimi. Quindi vi chiederei veramente di stare nei tempi per dare a tutti lo spazio di potersi esprimere e poter raccontare le vostre realtà perché sono tantissime e molto interessanti. Io partirei da Margherita alla nostra prima ospite Margherita Barbieri si occupa di marketing e sostenibilità nel gruppo Lavazza ed è membro dei global Shadows e l’ID del progetto Scala cioè 60 il Global Shape sono un’iniziativa del World Economic Forum. Allora Margherita a me piacerebbe chiacchierare con Jack C. Mi piacerebbe che ci raccontasse Che cosa fate e qual è l’impatto di Global shock. Persino Torino perché in che modo vi posizionate. E qual è la vostra attività nella città.

Speaker5:
Grazie innanzitutto grazie dell’invito e grazie di aver creato questa occasione per mettere in contatto le realtà del territorio. Quindi come cogliamo l’occasione di vedere quali sinergie sono possibile tra le altre realtà giovanili. Vi racconto volentieri cosa fanno in Global Shepard. Quali sono le tematiche che stanno a cuore a inglobare Shepard. Provo a condividere mazzate. Una presentazione. Ditemi se vedete che fermatevi se non lo vedete. Dunque la Global Cerberus Community è innanzitutto una rete di giovani che collaborano insieme per affrontare le sfide sia locali e globali. è stata ideata dal professor Klaus Schwab il fondatore del World Economic Forum dieci anni fa quindi compie dieci anni e quest’anno comporta 14 mila Shepard e alunni e coinvolge 450 città in 150 paesi. Quindi ha un impatto globale. Noi come Global Shepard di Torino abbiamo fondato Lab nel 2012 quindi l’anno successivo alla creazione della community. Siamo 30 Shepard attivi al momento e lavoriamo su quelle che sono le vedette Impact della global community. Quindi tutto quello che riguarda la sostenibilità il clima l’educazione l’occupazione e l’equità inclusione raccomandano alcune delle progettualità che abbiamo all’attivo anche se è solo una selezione. Però provando in modo molto breve a raccontarvi le innanzitutto recentemente abbiamo aderito all’invito del World Economic Forum di organizzare questi dialoghi intergenerazionale e quindi molto in linea con quanto stiamo discutendo qui oggi che vanno a sostituirsi al tradizionale World Economic Forum in che si svolge di solito a Davos in Svizzera anche a Usa covi di quest’anno è stato svolto in forma digitale ed è stato chiesto ai Global Shepard di organizzare questi dialoghi proprio per favorire il dialogo intergenerazionale.

Speaker5:
Quindi abbiamo iniziato il mese scorso e stiamo andando avanti con questi dialoghi che coprono tutta una serie di tematiche che ci stanno a cuore. E sulla stessa linea il progetto Yonhap che però ha un focus più europeo quindi basato su tematiche importanti all’interno dell’Unione Europea. Quindi con l’occasione della Giornata del dell’Unione europea di qualche giorno fa abbiamo iniziato a organizzare questi dialoghi che sono attualmente in corso su tematiche come la sostenibilità la gender policy la digitalizzazione e privacy. Ci tenevo a raccontarmi che soprattutto attualmente per i Global Shepard di Torino l’economia circolare e anche tutto il tema del cambiamento climatico e del Giro sono tematiche molto importanti. E infatti per questa ragione abbiamo all’attivo due progetti uno con focus Economia circolare che è stato anticipato poco fa mentre Andrea Sixty che spero avremo modo di approfondire più tardi e siamo stati selezionati il mese scorso per partecipare a un incubatore del materiale Project quindi la realtà creata da Al Gore che si occupa di cambiamenti climatici e quindi avendo la possibilità di essere deciso di far parte di questo incubatore insieme ad altri venti internazionali.

Speaker5:
Questo ci consente di essere dieci ma in questo momento stiamo disegnando un progetto che ha a cuore del progetto il cambiamento climatico e la carbon neutrality per Torino e la regione. Qui infatti mi piacerebbe sapere appunto i cioè lo stesso sono interessati a collaborare con noi su questa iniziativa di cui appunto se c’è modo dopo possiamo approfondire e su altre invece aree d’impatto lavoriamo con il progetto Smart Sleep che è legato ai GIS con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Il progetto ha l’obiettivo di creare wellness intorno a quelle persone che nel loro piccolo fanno tanto per raggiungere gli obiettivi su tutte le tematiche coperte da dati di Giza. Questo è un progetto italiano e noi partecipiamo come global di Torino e lavoriamo anche sulla tematica della quarta rivoluzione industriale e l’impatto sull’occupazione giovanile tramite il progetto che inizialmente abbiamo lanciato insieme a Milano e adesso una sua propria forma come Torino. Io mi fermerò qui ma se c’è modo più tardi approfondiremo sulle altre tematiche.

Speaker3:
Ci ha dato un sacco di spunti c’è un sacco di materiale da approfondire. E proprio per questo tu hai parlato dei Friends. Potrebbe essere una bella occasione. Perché no trovare il modo di collaborare di parlarsi. L’obiettivo dell’incontro è proprio questo siamo felici di poter ospitare qui e chiederei proprio ad Andrea Borrello che è in rappresentanza dei due spot. Anzi non solo è uno dei fondatori dei freelance di Torino studente di Scienze Internazionali che ha frequentato la Nazionale tra Università di Torino e a bordo è attivo da anni nel gruppo dei freelance di Torino e svolge anche l’attività di informazione sui social nel volontariato. Io vedo un fil rouge di legame Andrea tra tutte queste attività poi ci dirai tu sta effettivamente così. Io sono molto curioso di sapere che cosa avete da dire voi freelance rispetto alla città di Torino e come pensate di intervenire e di fare un’attività di pressione visto che ci saranno le amministrative. Tra poco per rivendicare uno spazio importante che si si frappone all’interno di una battaglia globale più ampia andrà ti lascerei la parola per farci raccontare un pochino quello che state.

Speaker6:
Allora innanzi tutto grazie di avermi invitato è stato un po una sorpresa. Mi ha fatto estremamente piacere cosa dire tante cose da dire cercando di essere coincise nel tempo. Noi siamo nati con l’obiettivo di risolvere la crisi climatica che è un obiettivo enorme da raggiungere in pochissimo tempo perché per risolvere la crisi climatica secondo la comunità scientifica che ricordo concorda al 97 per cento quindi pressoché la totalità sul fatto che esista secondo sia di origine antropica quindi siamo stati noi umani noi uomini ad accusarlo ci restano circa 6 anni e mezzo ma è un semplice calcolo basta calcolare quante tonnellate di CO2 ci stanno ancora nell’atmosfera prima di oltrepassare un punto di non ritorno e quante ne mettiamo a oggi. Se noi continuiamo con questo trend arriveremo nell’arco di 6 anni e mezzo a emettere aver messo tutta la quantità di CO2 possibile e tutta quella in più andrà ad aggravare la situazione e a far sì che la temperatura salga sopra ai 2 gradi è un obiettivo molto ambizioso e che noi ci siamo sempre proposti di realizzare facendo pressione sulla politica. Io studio scienze internazionali non sono un climatologo non sono ma neanche per un briciolo uno scienziato. Non ho gli strumenti per risolvere il cambio climatico però esiste una comunità scientifica esiste un organo direttamente dipendente dell’Onu che lei sì che dice chiaramente quali sono le strategie che devono essere portate avanti.

Speaker6:
Quindi la politica sa già quali sono le istruzioni. Qual è la ricetta per sconfiggere climatica deve avere il coraggio di applicarla. è una sfida molto grande che secondo me noi come free per adesso siamo riusciti a realizzare un 50%. Io credo che grazie a questo movimento e a tutta questa realtà che poi si è sviluppata in modo collaterale si sia cominciato a parlare di cambiamento climatico fino a tre anni fa si parlava molto poco di carenze climatiche c’era un’idea di ambiente secondo me vecchia un’idea di ambiente per cui si facciamo attenzione alla plastica. Tutte cose molto giuste molto corrette ma non si prestava temporaneamente climatica le emissioni di CO2 e noi siamo riusciti a far sì che il cambio climatico fosse sulle prime pagine di tutti i quotidiani nazionali e internazionali e questo secondo me è una prima vittoria sicuramente serve un’attività di cooperazione per sensibilizzare l’opinione pubblica. Alla fine la politica segue i francesi le poste in gioco del momento presenti ed è molto difficile convincere l’opinione pubblica a risolvere un problema che oggi non vediamo non tocchiamo con mano. Io faccio sempre un parallelismo con la pandemia i cinesi a febbraio erano alle pezze con la pandemia. Erano chiusi in casa Londra con migliaia di morti al giorno e noi qui eravamo poco interessati alla tematica. Quando scoppiata la pandemia ero in Francia mentre qui in Italia c’erano tremila morti al giorno in Francia sia la gente che Jabra nei bar e non capivano che sarebbe arrivata anche da loro.

Speaker6:
Lo stesso sta succedendo con il cambiamento climatico si chiama paradosso di Gilbert è molto difficile realizzare un problema che ci sarà fra qualche anno e risolverlo oggi perché la gente non lo percepisce come propria e quindi la politica fa fatica anche di intervenire in tal senso. La strada che noi cerchiamo di propugnare di percorrere è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica per far sì che l’opinione pubblica senta la crisi climatica come un problema avverte la necessità di risolverla. E quindi che per un sistema di consenso elettorale la politica vada a cercare i voti di persone che hanno la preoccupazione. La definirei addirittura un’ansia generata dalla crisi climatica e la vadano a risolvere. Abbiamo un elettorato molto attivo sulla tematica dell’immigrazione si può condividere si può non condividere una problematica più o meno però il fatto che la gente lo percepisca come una problematica fa sì che la politica si sia mossa in tal senso facendo degli accordi e ceda. Deve succedere anche con il cambiamento climatico. A questo proposito oggi si stanno facendo sicuramente dei passi avanti il Next Generation You è un passo fondamentale perché da una barca di soldi disponibili per risolvere la problematica del cambiamento climatico è tanto quello che noi pensiamo come freelance e che non sia abbastanza per fare un esempio le rinnovabili a livello di energie rinnovabili.

Speaker6:
Si stima che per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi 2 gradi e mezzo servirebbero servano circa 6.000 megawatt di energia rinnovabile prodotte ogni anno attraverso l’impiego del recovery fund Pnr nazionale se ne vanno a produrre circa 4.200 ma in sei anni quindi è qualcosa ma secondo noi è ancora troppo poco. Poi noi cerchiamo sempre. Il massimo noi chiediamo 100 sperando di ottenere almeno un 50 per ottenere qualcosa. Per quanto riguarda la città di Torino la mobilità è uno dei settori chiave e anche in questo senso il recovery fund continua a perché per i fan però l’applicazione del RR ha degli aspetti positivi per esempio viene introdotto l’idrogeno a idrogeno se idrogeno verde ma deve essere idrogeno verde perché altrimenti non serve a niente. Applicato alla sostenibilità quindi ferrovie all’idrogeno può avere degli aspetti estremamente positivi. Scusate se è idrogeno ricavato da fonti fossili. Assolutamente no. Un’altra elemento chiave per quanto riguarda la mobilità all’interno della città e della Città di Torino è l’automobile Torino nella città dell’automobile. Il consumo prodotto da automobili extra elevato ci si può convertire all’auto elettrica con i vari pro e contro rispetto per esempio l’auto elettrica a livello nazionale grazie ai soldi provenienti dall’Europa si andrà a installare 20 postazioni di ricarica elettrica anche qui è un passo avanti ne servono molti di più si calcola che ne servono circa 3 4 3,4 milioni e questo è un dato fornito all’interno del piano stesso.

Speaker6:
Un altro elemento che tengo particolarmente è estremamente attuale centro della città di Torino e la mobilità ciclabile. Abbiamo visto dei tentativi fatti dall’attuale amministrazione contro viali e ai 20 all’ora che sono un passo avanti. Quello che noi pensiamo come francese è che non siano una soluzione ma siano un po un tappabuchi. Serve un cambio di sistema e questo serve a livello globale e serve anche un cambio di sistema riferito alle singole problematiche io cito per quanto riguarda la mobilità sostenibile i bus elettrici vengono destinati 3 miliardi Abu per i bus a gas soltanto 300 milioni per i bus elettrici quando l’elettricità se elettricità prodotta in modo sostenibile ha un impatto nullo rispetto a quello del gas. Le ciclabili e ciclabili urbane si faranno 570 chilometri di piste ciclabili urbane che è un dato estremamente positivo perché ciclabili stermina e trova la nostra città come città di Torino avrebbe tutte le caratteristiche per avere una mobilità ciclabile molto sviluppata perché abbiamo dei contro viali molto ampi abbiamo troppe macchine per cui si potrebbero ricercare delle soluzioni alternative per i parcheggi sotterranei parcheggi multipiano in determinati locali per favorire una presenza ciclabile di viabilità ciclabile interna delle strade. Tuttavia a fronte di 500 chilometri 170 chilometri che verranno realizzate piste ciclabili urbane ce ne sono 1.250 di piste ciclabili turistiche.

Speaker6:
è vero il turismo è una variabile fondamentale per l’economia del nostro Paese. Qualcuno dice l’Italia potrebbe vivere di turismo. Sicuramente però il singolo cittadino che utilizza il mezzo ciclabile per spostarsi e andare a lavorare andare a scuola eccetera ha più bisogno della pista ciclabile urbana che dalla pista ciclabile turistica. Insomma si tratta di una serie di elementi molto ampia che ha delle ricadute pesanti anche sulla vita dei singoli cittadini a livello sia negativo sia positivo quindi le esternalità positiva che può essere data da una pista ciclabile a fronte dei 900 morti l’anno di inquinamento a causa di inquinamento che ci saranno nella città di Torino estremità pesantemente negativa il cui prezzo e poi la vita delle persone per cui questi soldi che arrivano dall’Europa hanno sicuramente un impatto molto positivo. Quello che noi sosteniamo è che non sia ancora abbastanza si può e si deve fare di più. Si deve non perché lo diciamo noi ma perché l’alternativa è un collasso climatico. Come pensiamo di muoverci per le prossime amministrative. Sicuramente di dialogare con la politica perché il dialogo con la politica è il miglior strumento per risolvere i problemi la politica è lo strumento per eccellenza per risolvere i problemi prima Nicolò ci sono volontari in Croce Rossa. Vi faccio un esempio davvero banale se io faccio unità di strada con la Croce Rossa come ho fatto martedì sera riesco ad aiutare 50 60 senza dimora in un determinato luogo dando loro un panino e una coperta Cetra.

Speaker6:
Se io fossi Ministro e facessi una serie di riforme potrei dare a queste persone una casa popolare è l’esatto esempio di come per contro la società civile Croce Rossa fa parte della società civile si attrezzi per risolvere determinate problematiche. La politica potrebbe risolvere in maniera estremamente più efficiente. Quindi il dialogo con la politica ci sarà assolutamente con la politica tutta non soltanto con determinati partiti. Quello che immaginiamo di fare è elaborare da qui a all’inizio di settembre ottobre una serie di proposte da lanciare ai partiti in maniera aperta dicendo volete fare. Volete dire frasi del suo fiuto sosteniamo Frères il fiuto di cui hanno fatto 200 volte moltissimi politici battendosi le mani facendo poste su Facebook su Instagram per sostenerci. Bene queste sono le cose che si deve fare. Queste sono le cose che dovete inserire all’interno della vostra campagna elettorale e che una volta che sarete eletti dovrete portare a termine un compito molto difficile perché poi la politica è un gioco di compromessi non noi vogliamo che vengano realizzate tutte. Non abbiamo nessuno di noi l’illusione la certezza che vengano realizzate che verranno realizzate in maniera. Totale e completa però già soltanto il fatto che i politici per i candidati comincino a parlare e a proporre determinate idee al loro pubblico elettorale sarebbe un grande passo avanti.

Speaker3:
Si è visto che Chiarissimo Io voglio fare una concessione per ridare la parola a Margherita e mi sembra di poter sintetizzare tutto il suo il tuo intervento. Pensare globale agire locale. Margherita ci parli del progetto scheletri santo e grazie.

Speaker5:
In realtà Micol Veronica a quanto detto da Andrea Borrello perché abbiamo aderito a questa iniziativa sull’economia circolare del World Economic Forum. Comunque sappiamo che per raggiungere la neutralità climatica l’economia circolare propone un cambio di modello di business è fondamentale quindi noi come global di Torino abbiamo aderito a questa iniziativa. Questo progetto in realtà è portato avanti dal World Economic Forum a livello nazionale nei seguenti paesi in questo momento quindi in Cile e in India negli Emirati Arabi in Germania in Indonesia con l’obiettivo però di cambiarlo anche ad altre realtà. Questo a livello nazionale. A gennaio il World Economic Forum ha voluto fare questa in questo test quindi ha provato ad aprire questa stessa iniziativa alle realtà locali tramite il Global Shape. Quindi noi abbiamo fatto domanda per questo progetto pilota siamo stati selezionati tra oltre 40 città a farne parte insieme ad altre tre città in questa fase che sono a Bruxelles Mexico City e Bangkok. Ma in queste realtà al momento stiamo portando avanti questa progettualità che ha l’obiettivo di accelerare o provare ad accelerare i processi verso una tradizione di economia circolare e sostenibile e rigenerativa. Noi quello che stiamo facendo è abbiamo cercato di mappare che cosa già succedeva sul territorio e quali sono quelle barriere che impediscono o rallentano la transizione verso l’economia circolare. Per Torino Il Piemonte perché noi siamo in realtà l’unico Abe che ha deciso di portare avanti l’iniziativa su scala regionale e non solo su scala cittadina.

Speaker5:
Quindi lo stiamo facendo per il Piemonte. Ci siamo resi conto che sul territorio esistono tante realtà che si stanno impegnando si stanno avvicinando ai temi di economia circolare ma ancora non collaborano oppure non collaborano quanto potrebbero in sinergia tra di loro e quindi quello che ci siamo posti come obiettivo come Global Shape è quello di formare un network una rete e una community. Per il Piemonte di economia circolare e a tal proposito nelle prossime settimane stiamo organizzando una sessione di cooperazione insieme a tutti gli attori del territorio coprendo sia la parte di policy maker di università di industria e di network già esistenti per creare questo network che funzioni per il territorio non solo per noi che stiamo proponendo di crearlo. E questo per quanto riguarda l’economia circolare invece ancora più recentemente il mese scorso come accennavo prima abbiamo messo in cantiere questo progetto anzi stiamo disegnando questo progetto che invece vuole occuparsi nel senso più stretto dei cambiamenti climatici e neutralità climatica e stiamo seguendo il procedimento e i suggerimenti che ci sta dando l’incubatore del materiale T e quindi abbiamo in cantiere anche questo e appunto ci faremo una chiacchierata coi traders ce se vorranno.

Speaker3:
Mi sembra mi sembra ci siano un sacco di spunti un sacco di possibilità per chiacchierare durante le vostre relazioni veniva in mente un libro che consiglierei a tutti. Ho trovato incredibile cartello ho trovato veramente una possibilità per attivarsi per capire il ruolo che noi possiamo giocare nel mondo noi in quanto cittadini in quanto giovani. Secondo me è estremamente importante che si chiama si può salvare il mondo prima di cena in cui lui sostanzialmente chiama è una grande chiamata alle armi di tutto il mondo per salvare non tanto il pianeta quanto l’umanità. Secondo me è questa la nostra grande sfida. In questo mi aggancia e vorrei presentarvi il prossimo ospite che Alessandro realizza che durante la pandemia insomma ha deciso che insieme ad altri ragazzi e le altre ragazze ha deciso che andava ripensata la città di Torino e l’ha fatto in prima persona attivandosi con un metodo. E io sarei molto curiosa Alessandro che ci raccontarsi la realtà è un metodo stiamo parlando di Omnia Torino cioè stiamo parlando di questa realtà di associazionismo che raccoglie le migliori idee per lavorare sui progetti futuri della città. Alessandro è di Torino 29 anni noi ci siamo già conosciuti degli Stati Generali anni e anni fa. Quindi sono molto felice di incontrare Alessandro e dopo la laurea in Giurisprudenza a Torino consegue un master in cooperazione e diritto internazionale alla Pontificia Università Lateranense di Roma e consulente di progetto e studioso di tematiche europee e collabora con un team di innovazione sociale ed è appunto il fondatore di Torino Alessandro. Noi abbiamo condiviso un pezzo di percorso e condividiamo una passione per la progettualità quindi io sono qui per ascoltare con grande interesse.

Speaker1:
Buonasera a tutte e tutti inizialmente. Grazie per questo invito questo spazio che ci è stato dato Nicolò è un piacere ritrovarci in occasioni di questo tipo io Miriam ganci rei subito con quello che è stato un po la sintesi ha anche degli interventi precedenti perché l’approccio pensare Global e agire local è proprio quello che come ogni a Torino noi ci preferiamo nasciamo come accennato durante il periodo pandemico cioè più o meno un anno fa come gruppo informale in quanto volevamo immaginare con il gruppo che poi si è andata a formare il futuro dell’area metropolitana di Torino principalmente per una serie di motivi che potrebbero essere riassunti in poche righe. Tutti noi del gruppo principale abbiamo fatto esperienze all’estero ma conosciamo bene Torino e la sua area metropolitana e al ritorno da queste esperienze ci siamo chiesti ma come potrebbe migliorare la nostra città nonostante diverse difficoltà ma anche con dei punti di forza molto importanti perché non sempre tutto è negativo non sempre tutto deve essere visto con una lente in cui deve cambiare radicalmente ogni approccio ci deve essere una rivoluzione ed è da qui che durante il periodo estivo prima di settembre e soprattutto con diversi brainstorming abbiamo deciso come associazione di darci un approccio sistemico quindi a livello globale seguire un po quella che è la strategia data dalla stessa agenda 20 30 e concepire diversi argomenti diverse aree con un approccio unitario non a compartimenti stagni.

Speaker1:
Quindi come potete immaginare lo sviluppo di una città. Sicuramente ad esempio per farla molto semplice molto banale per una questione ambientale non basta parlare di alberi e piantare degli alberi oppure qualche cosa a livello generale di un approccio semplicistico. Ma anche come è stato detto precedentemente con dei progetti che abbiano dei veri impatti perché si ripercuotono su tutta un’altra serie di categorie di argomenti. Da qui abbiamo stabilito un metodo che vede il nostro agire su sette aree la questione agroalimentare del territorio torinese la cultura la questione dell’innovazione sociale legata alle imprese l’ambiente la mobilità sostenibile il rapporto con l’Europa e infine la tutela dei diritti. In queste sette aree noi andiamo. A inserirci con diversi attori del territorio che sono enti del terzo settore non soltanto con delle progettualità specifiche o delle ricerche che possiamo fare insieme a loro. Questo perché l’idea del futuro della città che abbiamo è un qualcosa che sicuramente è complesso ma estremamente necessario. Noi siamo tutti giovani under 30 e vorremmo cercare non tanto di creare una guerra generazionale tra noi giovani generazioni e le altre anzi ma voler contribuire ad affermare delle idee a portarle avanti e soprattutto con uno sguardo giovanile immaginare davvero come la nostra città possa evolvere alla luce di molteplici sfide perché non c’è soltanto la pandemia ma prima di questa Torino l’area metropolitana avevano dei grossi problemi da dover affrontare della questione ambientale che sicuramente per il deficit ecologico.

Speaker1:
Penso ad esempio all’inquinamento atmosferico era ben presente da diversi anni fino comunque la situazione industriale e di sviluppo che potremmo definire comunque in declino da grandi giganti che lentamente si allontana dal territorio ma una frammentazione estesa che pone diversi dubbi fino ad esempio a domandarci quanto la società civile e tutte le forze del territorio possano fare insieme in collaborazione con l’Ente quindi quel rapporto che si diceva che si accennava con la politica con l’amministrazione è sicuramente fondamentale. Bisogna comunque considerare anche alcuni limiti riguardo ad esempio a situazioni di bilancio del Comune oppure da una situazione di urbanizzazione della città metropolitana. Anche qui molto frammentata e difficile da portare avanti. Tutto questo a livello come dicevo prima è molto complicato ma per trasmettere un messaggio noi giovani possiamo e vogliamo impegnarci e oggi da tutte le testimonianze che sono qui presenti possiamo ben dirlo affermarlo. Tuttavia per poter immaginare un futuro anche locale c’è bisogno di pensare a un livello superiore a livello internazionale ed applicare queste idee ricercando nel bene gli impatti facendo rete perché se no altrimenti da soli non si può fare molto.

Speaker3:
Mi sembra che poco a poco stiamo dando le parole d’ordine per l’agenda politica di cui vogliamo farci portatori. Io proverei ad agire per antitesi perché se adesso abbiamo parlato di metodo Alessandro insomma ci ritorneremo dopo perché voglio entrare nello specifico di questi progetti inizia ad essere davvero curioso. Adesso voglio parlare invece di essere distratti. Provare a essere innovativi e provare a non che il vostro progetto lo stia attenzione ma provare a rompere gli schemi e a ragionare in maniera metodica. E per questo che vi presento Andrea Zanzotto Andrea Zanzotto è uno dei referenti di campus 4.0 campus 4.0 è un think tank sull’innovazione nato in università ma lascerò spazio ad Andrea per raccontarci Andrea. Anch’io ho avuto modo di conoscerlo tempo fa. Insomma Andrea ha studiato anche lui a Torino laureato in metodi statistici ed economici per le decisioni. Studente presso la Scuola di Studi Superiori alunno della scuola di politica e membro del Centro per l’eccellenza degli studi disciplinari Andrea ci piacerebbe che ci provasse a contare nel campus 4.0 e provasse a raccontarci il significato dell’innovazione in una città come Torino e perché è nato campus.

Speaker7:
Grazie dottor Milanese grazie Nicolò ci conosciamo da diverso tempo ormai ben mi unisco anch’io ringraziamenti per aver questo spazio per questa opportunità che è sempre interessante confrontarsi con realtà come queste sono stati tutti interventi interessanti. Da qui possono nascere delle belle collaborazioni. Allora brevemente Campos nasce Campos 4.0 nasce tre anni fa da un gruppo di amici che avevano uno spiccato interesse per la divulgazione delle tematiche del futuro. L’innovazione e allora aveva l’ambizione era quella di capire meglio che cosa ci aspettava negli anni futuri e poi di fare da ponte tra altre realtà che sono l’Università e le istituzioni e il mondo del lavoro le aziende mettere tutti intorno a un tavolo e trovare delle soluzioni per affrontare al meglio le sfide del futuro. Quindi nasce un po precari creare e diffondere consapevolezza e fare divulgazione su temi sicuramente legati all’innovazione attraverso il confronto tra i diversi campi del sapere. L’ispirazione l’abbiamo avuta da un libro. Qui c’è un contatto con i Global Sheep perché il libro è stato scritto da Klaus Schwab fondatore del World Economic Forum che si chiama La quarta rivoluzione industriale e affronta temi come il futuro del lavoro l’Internet of Things e anche come cambiano le relazioni in base umana e in base alle nuove tecnologie. Come cambia l’educazione il mondo del lavoro. Argomenti come il Legal Tech e la smart city tecnologia blockchain che potrà andare avanti ancora molto. In pratica vuole capire meglio di questi temi legati alla quarta rivoluzione a questa tendenza l’automazione come avrebbero influenzato le nostre vite.

Speaker7:
I primi eventi sono stati sotto un cappello che abbiamo chiamato Safety 4.0 e hanno riguardato tematiche come la sociologia tecnologia industria un evento che abbiamo chiamato Italia 4.0. Tra i vari relatori abbiamo avuto il piacere di ascoltare Rocco Gallo Francesco Ghezzi Perrone Germani. Abbiamo collaborato con diverse realtà come l’Università degli Studi di Torino che dove siamo nati e dove abbiamo sempre fatto i nostri eventi. Abbiamo collaborato con FabLab Liga Lakers Torino con Efa con contaminati con Lab e poi avevamo in cantiere diversi progetti per l’anno scorso e quest’anno ma la pandemia ci ha colti di sorpresa. Però abbiamo partecipato molto volentieri come Mentor a un accattone organizzato dalla Commissione europea. You Versus Virus che serviva per fornire delle nuove idee delle nuove soluzioni per fronteggiare la pandemia in corso è stato molto interessante. Da lì poi abbiamo fatto. Abbiamo preso spunto per due conferenze sul futuro con scopi con Massimo temporali e le battaglie. E poi abbiamo partecipato ad un’altra iniziativa Office in Italia come partner che l’associazione è nata per contribuire alle sfide economiche e sociali del Paese. In pratica era riuniva molte associazioni di giovani che non si limitavano a chiedere ma volevano pretendevano volevano dare il loro contributo per le sfide del Paese. Anche qui ci sono state ci sono stati molti gli spunti interessanti e poi magari se ci sarà tempo più tardi vi parleremo dei parlerò dei progetti che avevamo in cantiere e che cercheremo di fare. Appena sarà possibile in presenza prossimamente.

Speaker3:
Bene. Insomma sarebbe interessante averne uno spunto internazionale però a livello di stimoli Noi abbiamo già ma abbiamo invitato Alessandro con Margherita con Andrea. Delle realtà internazionali che lavorano a livello globale ma abbiamo questa sera con noi Vincenzo Vaccaro ragazzo di Matera che studenti economia a Torino è appassionato di politiche pubbliche e di politica internazionale. Tra pochissimo studente alla Georgetown University di Washington che è membro dell’Osservatorio italiano sulla politica internazionale Vincenzo a me piacerebbe che tu ci raccontasse intanto cosa fa questo osservatorio e perché è importante per la città di Torino. Insomma c’è un motivo se noi abbiamo voluto qui questa sera e com’è nato di che cosa si occupa e qual è la sua visione.

Speaker8:
Nicolò per l’introduzione lo spazio che ha alla scuola italiana di politica internazionale abbreviato in Hope che nasce nel 18 presso il Campus un’Audi dell’Università di Torino. è importante dire che nasce presso il campo nomadi perché il campo nomadi è uno spazio futuristico dove studenti di diverse facoltà che sono Giurisprudenza Economia internazionali hanno spesso modo di incontrarsi ma mai hanno modo di confrontarsi e di perseguire dei progetti comuni. Noi abbiamo pensato al 2018 che ogni studente è comunque in grado di analizzare le situazioni e i problemi con uno spirito critico un po diverso perché comunque ognuno di noi poi con il proprio percorso di studi viene plasmato e quindi nasce come intento universitario che potrà mettere in connessione università imprese associazioni proprio in maniera tale da poter confrontare le tematiche di politica nazionale e internazionale facendo poi appunto gli per disciplinare tali qui accennavo prima il suo punto di forza. L’obiettivo di Hope è quello di ampliare l’offerta didattica dell’Ateneo nella città di Torino ampliare anche l’offerta culturale della città di Torino e poi quello di comprendere il ruolo dell’Italia in Europa e nel mondo. Negli anni abbiamo fatto soprattutto piano della pandemia medico abbiamo realizzato network delle discussioni tematiche e delle tavole rotonde con alcuni partecipanti che erano rispetto a numero chiuso e dei politici. Siamo riusciti anche a organizzare un ciclo di conferenze che abbiamo intitolato Uno sguardo sul mondo in cui siamo riusciti a parlare con diverse realtà di temi. Di fatto qualche tempo abbiamo parlato di Stato innovatore con il centro di Torino nel ruolo dell’UNESCO nell’agenda 20 30 alle Nazioni Unite e al circolo Unesco di Torino anche con il team nelle agende interrazziale perché comunque il tema cibo è un tema che nei prossimi anni diventerà cruciale. Sappiamo che come dicono anche che noi Global perché come dicevano prima i ragazzi e poi gli sportivi abbiamo dei problemi climatici.

Speaker8:
Ecco il cibo con le emissioni di CO2 dovute agli allevamenti è una delle cose che probabilmente cambierà nei prossimi anni. Ne abbiamo parlato insieme all’Università di Pollenzo fatto poi tanto altro ovviamente non voglio annoiare è proprio sul passato vi dico soltanto che anche prima del look down parlando di quella che è poi la ciò che abbiamo fatto su Torino nell’ultimo periodo di liberi tutti avevano organizzato anche un evento per parlare di politica estera italiana con rappresentanti di ciascuna delle forze politiche presenti sul territorio italiano. Attualmente Obi era soltanto un gruppo informale che aveva effettivi è diventata anche una una persona studentesca riconosciuta di Torino e quindi abbiamo iniziato a fare anche dei progetti futuri. In particolare abbiamo pensato di istituire una piccola collana di pubblicazioni per appunto fare un po di ricerche e creare un paio di pubblicazioni. E poi abbiamo pensato di istituire una borsa di studio che possa dare agli studenti l’opportunità di migliorare la propria formazione in ambito politico di politica internazionale. In particolare la collana cosa rappresenta per noi è uno strumento che potrebbe favorire le opportunità di confronto dei giovani di oggi che non toccano soltanto persone interessate nostri incontri guarda la politica. E riguardo alla qualità potrebbe valorizzare ancora maggiormente il confronto tra le diverse pratiche che ci sono un conto indipendenza da quelle che sono le nostre scelte di studio e quindi non è e anche ovviamente esaltare il nostro livello di attività è il nostro profilo comunicativo quindi riuscire ad avere un un’iniziativa che a livello universitario italiano soprattutto è unica e sarebbe molto autorevole. Riguardo a queste tematiche ovviamente il tema è il pilone di tutte le indicazioni per il futuro delle relazioni internazionali che analizzeremo poi con Asia Africa Russia e quant’altro. L’Africa aggiungono qualcosa ma magari dopo.

Speaker3:
Insomma dopo questo primo spaccato sono molto curioso di sapere quali sono i progetti sulla città di Torino e sono curioso di sapere di più da Alessandro Andrea e Vincenzo rispetto alla proiezione territoriale di quello che fanno le vostre realtà. Perché ce l’avete presentate ma io vorrei andare più in profondità quindi se avesse voglia di raccontarci iniziando da Alessandro con l’ordine abbiamo seguito un progetto specifico di cui vi state occupando in questo momento sarebbe importante per il dibattito e la discussione.

Speaker1:
Grazie mille ma allora riprenderemo anche in parte quello che è stato accennato prima e che condivido totalmente sugli argomenti per il Next Generation you. Partiamo subito dalla traduzione Next Generation cioè pensare alle generazioni future. Ora il coinvolgimento per quanto riguarda le giovani generazioni per noi di ogni Torino è comunque fondamentale. E quindi siamo voluti partire con uno dei progetti attraverso l’ascolto nostro ascolto delle nuove generazioni rispetto a come vedono come vivono il territorio torinese. E il primo passo è stato fatto in Barriera di Milano nell’oratorio salesiano Michele Rua andando a indagare un po raccogliendo le voci di come giovani ragazze e ragazzi vivono questa porzione di territorio perché barriera è formata da tante barriere e quindi sapeva perfettamente di aver indagato una prima piccola parte però da questo primo step abbiamo affinato quello che è un approccio che in seconda fase stiamo svolgendo sulla città di Torino e cioè capire come viene vissuta la città. Un approccio proprio territoriale. Quali sono i punti di forza e di debolezza le eccellenze e anche le mancanze che i giovani dei giovani vedono nel proprio quartiere. Principalmente mi verrebbe da dire che il primo risultato dalla prima fase appunto su barriera e che già solo chiamare periferie certe zone rischia di escludere da certi discorsi intere porzioni di territorio.

Speaker1:
Ci sono degli studi che parlano appunto anche di Poli centrismo non soltanto all’interno della città di Torino città capoluogo ma a livello metropolitano. Un primo centro rappresentante il capoluogo e poi altri piccoli centri formati da tanti altri piccoli comuni medio grandi anzi si potrebbe dire che insieme formano un’entità scusa. Da questo punto di vista quindi incominciare a immaginare il perché e come alcune zone vengano anche viste. E in che modo. Sulla parte di barriera abbiamo notato come molte delle ragazze dei ragazzi oltre a riconoscere degli elementi di criticità come un certo tipo di criminalità come un certo livello di disoccupazione o anche un desiderio di emigrare non soltanto all’estero non soltanto in città ma banalmente anche spostarsi dal quartiere venisse accompagnato da una sorta di rassegnazione. Perché il concepire un territorio come abbandonato a se stesso andava di pari passo con l’assenza quasi di interventi diciamo calati dall’alto rispetto all’attenzione del quartiere periferico e quindi togliere da un certo tipo di narrazione una parte di territorio una porzione di territorio per questi stessi giovani intervistati era fondamentale uno dei primi passi. Conseguentemente da alcuni risultati di questa visione in termini di come veniva visto l’aspetto ambientale e l’aspetto sociale le disuguaglianze economiche. Siamo passati poi a un secondo livello una seconda fase con un progetto che vuole coinvolgere e che ha coinvolto tutta la cittadinanza tutte le circoscrizioni rilevando appunto sui sui sui giovani alcuni di questi elementi su come vivono in loro quartiere il rispetto come dicevo prima i punti di forza e di debolezza perché ripetiamo noi per quanto dobbiamo identificare dei problemi dobbiamo anche cercare di capire che ci sono dei punti di forza che vanno sostenuti e portati avanti.

Speaker1:
E anche delle eccellenze territoriali nonché delle mancanze. Che cos’è che viene visto come essenziale e che non è presente sul territorio. Questo progetto è nato insieme a Unicef sezione Torino Atmosphere Centro Interculturale e alcune parrocchie del torinese. Tutti insieme abbiamo creato un questionario che è stato somministrato nelle scorse settimane e che nei prossimi giorni andrà a comporre il report finale su quella che è una panoramica di più di 500 giovani che si sono espressi rispetto a come vivono nel territorio e come lo vorrebbero vivere nel prossimo futuro. Quindi quando dobbiamo parlare di Next Generation. Secondo il nostro approccio c’è bisogno proprio di un coinvolgimento che parte non soltanto dal basso ma nel cercare di rendere in qualche modo protagoniste le nuove generazioni nell’ottica di uno sviluppo anche territoriale e non soltanto a livello globale.

Speaker3:
Insomma ne abbiamo di materiale abbiamo una progettualità fidata. Andrea voi su che cosa state lavorando.

Speaker7:
Come accennavo prima. Abbiamo due tematiche su cui stiamo lavorando su cui vorremmo concentrare gli sforzi futuri. La prima di queste due è lo spazio inteso come spazio. Vorremmo organizzare un evento biennale avrà. Stiamo già organizzando e siamo in collaborazione con tech con l’Università degli Studi di Torino e con il Politecnico di Torino e altre realtà. Un’edizione che sarà quest’autunno e tratterà della tematica dello spazio con un approccio interdisciplinare. Quindi non ci limiteremo alle materie più tecniche ma parleremo anche di diritto dello spazio. Per esempio come si definisce la proprietà della rete Office Lens il primo che arriva se no anche questo è collegato alla geopolitica dello spazio e anche allo stesso FullHD per esempio per cui per esempio abbiamo già scritto degli articoli che sono stati pubblicati sul chiamo magazzino della Treccani che è legato alle scuole d’eccellenza italiana e quindi queste saranno le tematiche come magari non tutti sanno in Piemonte e in particolare Torino è un punto di riferimento per lo spazio è un polo spaziale con oltre 10.000 addetti ai lavori distribuiti su sei grandi aziende e oltre 400 piccole e medie imprese. Ci sono degli atenei dei centri di ricerca che concentrano danno il suo danno il loro contributo scientifico quest’argomento e quindi crediamo che sia uno dei temi più importanti localmente per il nostro territorio. Un altro tema molto interessante un po più globale è quello delle percezioni digitali che abbiamo chiamato crisi vuole essere un ciclo di webinar che può essere un può diventare un appuntamento annuale riguarderà principalmente come come cambia come sta cambiando la percezione delle persone nell’era del digitale.

Speaker7:
Sempre con un approccio interdisciplinare quindi partendo dalle neuroscienze passando per la sociologia l’informatica i problemi legati alla privacy con un approccio filosofico. Diciamo che in quest’anno di covi ed era stato tutti i progressi tecnologici sono stati accelerati hanno portato il digitale a ricoprire un ruolo sempre più importante nella nostra vita avvicinandoci l’un l’altro ma allo stesso tempo tenendosi distanti separati da un dispositivo tecnologico. E anche il mondo del lavoro è cambiato è entrato sempre più prepotentemente nelle nostre case rendendo sempre più sottile il limite tra vita privata e vita lavorativa e quindi questo drastico cambiamento va analizzato con molta cautela in tutti i suoi aspetti da molti punti di vista diversi con un approccio come detto prima interdisciplinare per capire gli effetti del digitale nelle nostre vite come vengono trasformate le nostre percezioni e magari correggere alcuni comportamenti per convivere con la realtà digitale che ormai pervade la nostra vita. Una volta un evento come questo si sarebbe tenuto dal vivo adesso lo stiamo facendo online quindi questi sono i due futuri traguardi che ci siamo posti come Campus 4.0 e quindi creare consapevolezza su queste due tematiche e capire un po meglio come influenzeranno le nostre vite. Lo spazio è digitale.

Speaker3:
Bene io da Bray teso esportato a Torino non sapevo di eccellenza aerospaziale quindi mi sembra che una dimensione internazionale su Torino ci sia già. Vincenzo come possiamo approfondire questa dimensione internazionale.

Speaker8:
Io vi parlavo prima soltanto della collana che la collana mi pare abbia in serbo anche dei progetti che con alcune realtà già presenti sul territorio torinese alcune presenti in altri stati o in altre città come detto prima per esempio io da agosto mi preparo a Washington per presentarla lì. Non è che ancora una studentesca di persone interessate alle politiche europee e quindi è stata già una mia proposta fatta durante il progetto è quello di creare una situazione che possa collaborare anche con Torino. Quindi riuscire a creare dei ponti anche con altre università estere è uno dei progetti che abbiamo in cantiere. C’è poi ho due Italia che è uno dei e una delle associazioni che stanno nascendo. Ho due anni è una realtà già presente in Francia e che occupa dei dialoghi di facilitare il dialogo tra cittadini europei e cittadini africani. Attualmente è presente a Parigi e in alcuni stati africani. Italiano sarà uno dei primi europei dopo quello francese e hanno già chiesto una collaborazione. Quindi cercare di dialogare e anche di creare una certa riflessione su quella che è il confronto. Europa Africa. Quello di Torino poi pensiamo ovviamente di continuare i nostri lettori riguardo a quelle che sono le idee politiche e quindi anche di stimolare una discussione tra studenti e professori professionisti membri del cda in generale ma anche personalità del delle produzioni europee o globali. Noi non abbiamo intenzione di fare questo ovviamente sarebbe anche carino dato che a Torino abbiamo la pelle dell’asilo e della Comunità Europea. E a Milano c’è anche la possibilità di visitare le rappresentanze stabili dell’Unione europea provare a organizzare anche dei momenti in cui poter toccare con mano quello che vuol dire Europa. Quello che vuol dire però niente è quello che toglie.

Speaker3:
Insomma sembra che in questa serata siano emersi tantissimi punti io ho segnato tante parole ho segnato globale e locale ho segnato connessioni a segno. Ho sentito da tutte le realtà il bisogno di rete insomma mi sento di dire prima di aver parlato con i miei colleghi che questo per noi è un inizio e solamente un inizio perché l’obiettivo lo dice il nostro nome. L’incontro per noi è un incontro generazionale un incontro tra realtà e un incontro tra politica e una mediazione costruttiva è un concetto profondamente Galliano. Io su questo non voglio rubare altro tempo ma vorrei lasciare la parola a Riccardo sotto per le conclusioni. E insomma una volta per tutte vi ringrazio perché sono stati una serie di interventi che ci hanno dato. A me non hanno dato tantissimo su cui riflettere. Riccardo è la parola. Nicolò grazie. E parto da una constatazione che è un po la seconda puntata. Rispetto al commento che facevo lo scorso giovedì al primo webinar. Primo abbiamo fatto bene a organizzarci. Lo dico con orgoglio lo dico con la consapevolezza che stiamo facendo una cosa utile. Per conoscerci meglio noi. Ma soprattutto. Per risolvere un equivoco che ci portiamo dietro io non sono Next Generation io sono old generation. E che esista in questa città. Se uno legge i giornali tradizionali i giornali cartacei ma anche quelli online. E poi ascolta. Richiamo. I tuoi di scarsa Nicolo. Pensa di vivere in due città diverse quella che racconta dei giornali che sembra una città. Di vecchi. Morta senza idee e senza creatività coi giovani che scappano. Poi sento oggi come ho sentito giovedì scorso come vi sento anche in qualche occasione da curioso.

Speaker3:
Riesco a trovare in Torino che noi abbiamo un giacimento di teste pensanti. Non voglio farvi dei complimenti alla constatazione con senso e passione civica. Certo anche egoistica nel senso che pensate al vostro futuro ma di grande responsabilità sociale e prospettica che non solo vi riempie il cuore di gioia ma che bisognerebbe però che emergesse. Perché io temo che questi due mondi quello apparente un disastro in declino quello sostanziale. Molto meglio se i giovani non sapessero ma potessero. Come dicevano i nostri nonni. Noi avremmo almeno la certezza di poter contare sulla next generation in aiuto ad avere idee progetti impegno responsabilizzazione esecutività. Per fare tutto questo credo che dovete e qui forse i capelli bianchi vi servono. Leggo che tra i nostri. Partecipanti a questo webinar c’è un’autorevole autorevole. Professore universitario chi conosce ama questa città. E che ogni volta che ho l’occasione la fortuna. Poi c’è un rapporto relazionale da tempo mi arricchisce come bagaglio culturale di grande elettore di lucido lettore di questa città che il professor Pietro Terme che è un lettore dell’incontro è stato uno dei sostenitori fino alla prima ora. Beh noi abbiamo la responsabilità coi capelli bianchi di aiutarvi e se siete restii di spingerli a fare sistema a fare rete a non disperdersi in tante diverse bellissime iniziative come quelle che ho sentito stasera. Ma cercare di radunarsi intorno a un tavolo per contare di più. Per integrare i vostri pensieri per abituarsi a lavorare in squadra e per passare dalle progettualità all’azione. Chiudo. Sottolineando di quello che è ricordati tu Nicolò e cioè noi abbiamo rilevato una testata storica di questa città.

Speaker3:
Che ha una denominazione che dovrebbe racchiudere la filosofia di questi nostri incontri. Perché L’incontro vuole essere proprio il manifesto. Il grido la speranza. Di una grande inclusi vita tra di noi che non deve rimanere secondo me a livello di parole o di promesse ma deve trasformarsi in concrete azioni. E quindi avete abbiamo la responsabilità di fare sistema. Non è casuale che questa volta abbiamo innescato noi come incontro grazie alla vostra organizzazione di del tuo gruppo. Questa serie di webinar anch’io li reputo puramente un innesco un innesco virtuoso. Mi auguro di della creazione di un progetto. Che. Voglia davvero significare a questa apparente città che sotto a livello sotto il livello dell’acqua ci fosse un iceberg. Ci sono nove decimi rispetto a quel decimo che appare che sono molto meglio che sono di gente che ha visto il mondo che sono gente che ha voglia di lavorare per Torino per rilanciare Torino consenso e passione civica. Beh questo secondo me è un raggio di sole che dobbiamo cogliere saremmo dei pazzi a non coglierlo. Il professor che mi ha ascoltato leggo tra le nostre chat in questo momento che essendo chiamato in causa mi denuncio. Quindi se vuole intervenire non solo i colossi si possa non si possa dire anche il suo pensiero. Certo lascerei la parola ad Alessandro che ci teneva a farci un saluto in quanto presidente dell’Associazione Amici dell’incontro. E poi se abbiamo un po di spazio un quarto d’ora una ventina di minuti per qualche intervento o eventualmente qualche domanda e un po di dibattito chiamerei solo Alessandro per salutarci insomma

Speaker1:
Grazie anche al suo video paio come Paola sempre una passione civile mi prende in giro Riccardo scusate ma cambia computer con una segretaria o con la moglie vi saluto chiaramente e anch’io veramente credo che sia stata una narrazione questa sera che è di una bellezza assoluta quindi non mi perdo i complimenti degli organizzatori e relatori. è veramente una pagina davvero bella vedere dei giovani che hanno la passione che hanno la voglia di fare e confido che quindi questo invito anche di Riccardo di fare rete di unirmi e di non fare come i partitini che pensano che siamo lo 0,1 per cento metteranno qualcuno in Parlamento cambiano il mondo. No non si cambia. Scusate lo scambio con la rete con l’unione delle idee l’incontro cosa c’entra i primi membri e l’Associazione degli Amici dell’incontro è proprio il veicolo che possiamo darvi per una modesta per carità manifestazione dei vostri iniziative e dei vostri pensieri. E un giornale che è nato oltre 70 anni fa dall’iniziativa di un collega avvocato e giornalista Bruno Segre che ha posto questi paletti nella citazione dell’incontro c’era la solidarietà l’incontro tra i popoli la pace tra i popoli l’anti militarismo. Quali di questi elementi non sono validi ancora oggi.

Speaker1:
E questo è il blog. Poi certo c’è Torino c’è la nostra bella Torino e quindi i ragazzi bravi giovani volenterosi studiosi come voi che hanno anche avuto esperienze all’estero non devono pensare solo a scappare da Torino ma a tornare per migliorarla in questa città perché i vostri nonni i vostri padri l’avranno lasciata come l’ha lasciata. Per carità poveretti magari non hanno studiato. Però adesso il mondo è cambiato. Quindi un cenno velocissimo solo anche per un contributo che potrebbe darci Alessandro Ridge sulla iniziativa di ricerca che ha già sviluppato proprio sulle periferie e sui giovani sulla città. Perché questa è uno dei focus che sta attivando il Comitato che è stato promosso dall’incontro per uno delle due iniziative principali che con un crowdfunding come va ora di moda quindi perché no collaborare se avete già degli elementi se ritenete di condividerli con noi. E uno due sostenerci perché anche noi abbiamo questo obiettivo che ha già risposto bene Nicolò. Arrivare poi diciamo a agosto luglio se possibile ai primi di settembre prima delle elezioni di dare a tutti i candidati sindaci tutti sottolineo i risultati di queste indagini e usare l’incontro come veicolo. Un sincero grazie.

Speaker3:
Nicolò. No grazie. Grazie Alessandro. Il professor erba nella chat interna ci fa una segnalazione che forse è utile che tu dai a tutti sia assolutamente c’è un link che possiamo trovare tutti nella chat ma io lo inviterei se ha voglia di dire due parole per salutarci e per raccontarci insomma e dirci che cosa. Che cosa ha sentito che cosa ha ascoltato questa sera.

Speaker9:
Buonasera a tutti. Tutte e tutti ho sentito delle cose di estremo interesse scusate chi è esposto il telefono oltre riscontrare 30 cose insieme. Posato io sono un ex docente ho insegnato per 5 anni per la passione di stare con i giovani perché la mia convinzione è che i giovani siano io ho insegnato tanto sono sempre migliore i migliori perché creativi e stasera ho avuto una bella verifica ho sentito tante cose nuove. Io sono molto curioso quindi seguo tanti argomenti ma stasera mi avete insegnato delle cose ulteriori. Siccome Riccardo mi ha chiamato in causa ho messo un articolo che ho scritto ormai qualche mese fa in cui dico proprio bisogna dare responsabilità ai giovani. Tocca a loro può darsi che sbagliano ma faranno certamente bene solo se faranno meglio di quello che abbiamo fatto noi. Ma voglio punire i vecchietti. Rinnovare e rinnovare rinnovare quindi seguirò con molto piacere. Grazie per avermi dato la parola grazie.

Speaker3:
Poi ha avuto una flessione per l’intervento di un amico che ho vissuto tutti a questo punto e ci vediamo mi raccomando giovedì prossimo con il terzo incontro su giovani e periferie per provare a capire come l’innovazione sociale può essere una leva di sviluppo delle periferie. Sempre alle ore 18 sempre sulla pagina Facebook dell’incontro o per i soci sul canale zum Buonasera diamoci Nicolò ricordiamoci sempre che essere giovani non è un fatto anagrafico fatto di spirito. Ci sono dei vecchi più giovani dei giovani già vecchi e quindi dipende da noi e dipende da questa fibrillazione che ci dimostra di saper creare bene. Buona serata e ci vediamo giovedì. Grazie a tutti.

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«Sul finale del film di Fellini La voce della luna si sente la frase “Se tutti facessero un po’ di silenzio forse potremmo capire” io la modificherei in forse potremmo ascoltare. Ascoltare per capire. È quello che intendiamo fare in questo spazio. Comprendere cosa la prossima generazione di europei trova prioritario fare e lo comunichi anche alla vecchia guardia che si ritroverà a gestire i fondi che arriveranno». Il direttore dell’Incontro Alessandro Cappai ha introdotto così il secondo webinar del ciclo “Visioni e innovazione sociale nella città che cambia”, un webinar incentrato sulle priorità di Torino per un nuovo progetto Next Generation EU.

Quanto possono contare le realtà dell’associazionismo e dell’attivismo giovanile in un’Italia governata ancora dalla generazione dei baby boomer? Nel 2018 gli over 60 hanno addirittura superato numericamente gli under 25. Un dato choccante, ma che ci indica quanto dovrà essere grande lo sforzo per abbattere il soffitto di cristallo e costruire insieme il futuro nel post-pandemia.

«Vogliamo diventare complici di una visione e di chi sarà protagonista nei prossimi vent’anni. Ora è tempo di imparare da certi errori, di copiare delle scelte non per anzianità di servizio, ma per competenza. E anche di forzare la mano e uscire dalle logiche della gentile concessione».

Gli ospiti del webinar, moderato da Nicolò Milanesio Arpino, sono tutti giovani esponenti di realtà in connessione con le istituzioni, le imprese e le persone che il territorio lo vivono quotidianamente.

Margherita Barbieri di Global Shapers Turin Hub spiega che la community mondiale dei Global Shapers è una rete di giovani creata per affrontare le sfide locali e globali e nata dieci anni fa per iniziativa di Klaus Schwab, fondatore del World Economic Forum di Davos. Nel mondo conta 14mila shapers o alumni in 450 città e 150 paesi. A Torino l’hub è stato fondato nel 2012 e ha una trentina di giovani attivi che si confrontano soprattutto sui tre macrotemi: clima e sostenibilità, educazione e occupazione, equità e inclusione.

«Come Global Shapers vogliamo studiare quali sinergie sono possibili tra le varie realtà giovanili, ad esempio ci piacerebbe entrare in contatto con Fridays for Future» ha detto Barbieri dopo aver elencato i vari progetti in cui l’hub è coinvolto. Tra questi ce n’è uno in particolare chiamato Scale 360° per cui l’hub torinese è stato selezionato tra 40 città del mondo (insieme a Bruxelles, Città del Messico e Bangkok) e che riguarda le modalità per accelerare i processi di economia circolare mappando il territorio e individuando gli ostacoli che impediscono la transizione. L’obiettivo è quello di formare un network di economia circolare che funzioni e che abbia ricadute su tutta l’area e le varie filiere.

Per Fridays for Future Torino risponde Andrea Borello che rimarca come il movimento, ispirato dall’attivista svedese Greta Thunberg, abbia portato all’attenzione delle persone e dei governanti il problema del cambiamento climatico, sia a livello globale sia a livello locale.

«Siamo nati con l’obiettivo enorme di risolvere la crisi climatica. Il 97% della comunità scientifica concorda con questa necessità e sulla genesi antropica di questa crisi» spiega Borello. «È un obiettivo ambizioso che però ci siamo promessi di portare a termine usando gli strumenti a nostra disposizione ovvero facendo pressione sulla politica che sa bene quali sono le ricette per risolvere la crisi e deve riuscire ad applicarle». Gli scioperi del venerdì e le iniziative degli attivisti, anche a Torino hanno contribuito a sensibilizzare enormemente l’opinione pubblica: «E per un sistema di consenso elettorale la politica cercherà i voti anche di chi sostiene la necessità di cambiare passo sul clima». Molti fondi del Recovery/PNRR, per Fridays for Future, dovranno essere destinati alla conversione e alla creazione di realtà sostenibili. «Noi puntiamo sempre in alto chiediamo 100 sperando di ottenere 50». Per quanto riguarda Torino le proposte sono molte e riguardano in particolar modo la mobilità, dato che è una delle città più inquinate d’Europa. Mobilità elettrica nella città dell’auto (e anche per i bus) e mobilità sostenibile con l’incremento delle piste ciclabili urbane. «Dobbiamo fare di più e per le prossime amministrative dialogheremo sicuramente con determinati partiti. Metteremo sul tavolo proposte concrete: se vogliono sostenerci quelle saranno le cose da inserire in campagna elettorale e soprattutto da portare a termine».

«Pensare global e agire local è l’approccio che ci prefiggiamo» Alessandro Regge racconta che cos’è Omnia Torino, un think thank indipendente nato circa un anno fa per immaginare il futuro sull’area metropolitana di Torino. Omnia Torino si chiede che cosa possono fare le forze del territorio insieme considerando che esistono anche limitazioni e che non è per forza tutto negativo. «Noi giovani vogliamo impegnarci facendo rete, ma da soli non si può fare molto». Regge pone dunque una questione di metodo. L’associazione ha individuato sette aree sulle quali agire: agroalimentare, cultura, la questione dell’innovazione sociale legata alle imprese, l’ambiente, mobilità sostenibile, il rapporto con l’Europa e la tutela dei diritti.

Omnia si è mossa e si muove con indagini sul campo, nelle diverse zone della città, per capire come viene vissuta Torino da chi la abita, quali sono i punti di forza, quali le mancanze e perché no, quali le eccellenze.

Un altro think thank incentrato sull’innovazione e sul dialogo tra Università, istituzioni e imprese è Campus 4.0 di cui è partner Andrea Dal Zotto. Le sfide che attendono la città di Torino sono tante ed è opportuno creare dei ponti oltre che consapevolezza, valutare le potenzialità dei diversi ambiti. «In questo momento il nostro lavoro si sta concentrando su due tematiche Spazio inteso come Aeropazio e Percezioni digitali» spiega Dal Zotto. «Nel primo caso vorremmo organizzare un evento biennale in collaborazione con Altec, Politecnico e Università di Torino per parlare di spazio con un approccio multidisciplinare. Trattare non solo argomenti tecnici, ma anche temi come diritto dello spazio, spacefood etc… infatti non tutti sanno che Torino e il Piemonte sono un polo aerospaziale d’eccellenza e con più di 10mila addetti ai lavori e che coinvolge tantissime aziende sul territorio». Per quanto riguarda il digitale Campus 4.0 sta valutando l’opportunità di organizzare un ciclo annuale di webinar per comprendere meglio la penetrazione e il ruolo di questa tecnologia nelle nostre vite, coinvolgendo esperti di neuroscienze, sociologia, filosofia, privacy.

Vincenzo Vaccaro partner di OIPI – Osservatorio italiano di politica internazionale spiega che l’iniziativa è nata nel 2018 nel Campus Einaudi con l’obiettivo di fare networking e ripensare la politica internazionale attraverso l’incontro e l’alta formazione. «Il Campus è uno spazio bellissimo e futuristico dove gli studenti hanno modo di incontrarsi, ma non sempre di confrontarsi. Noi nasciamo per creare una rete, per confrontarci sulle tematiche della politica nazionale e internazionale. Individuiamo il nostro punto di forza nell’interdisciplinarietà». Tanti sono i progetti messi in piedi da OIPI e lo stesso Vaccaro ha detto che presto volerà a Washington DC alla Georgetown University con l’intento di instaurare una connessione anche con Torino. «Non dobbiamo dimenticare che in questa città hanno sedi istituzioni importanti quali l’ILO molte altre».

«C’è bisogno che questo giacimento di teste pensanti emerga perché è bellissimo vedere tanto senso civico e tanta passione. Abbiamo la responsabilità di fare sistema: che questo webinar sia un innesco virtuoso per la creazione di un progetto nuovo» così Riccardo Rossotto, presidente della Società Editrice L’incontro. Gli fa eco Alessandro Re, presidente dell’associazione Amici dell’Incontro: «L’Incontro è il veicolo che possiamo darvi per manifestare i vostri pensieri e le vostre idee di giovani che non vogliono scappare da Torino, ma rimanerci per creare qualcosa di buono per la città. D’altronde è anche per questo che Bruno Segre ha fondato questo giornale: per dare voce agli ideali di solidarietà, pace, incontro fra i popoli». 

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La redazione de L'Incontro

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