Che popolo siamo diventati? Io per primo, sia chiaro, faccio mea culpa. Non mi sto ribellando allo sfacelo a cui la mia terra, la Sardegna, sta assistendo. Sì, mi vergogno, come sardo e come italiano. Per caso anche gli altri sardi, politici in prima linea, se ne vergognano? Non credo il Presidente Solinas sia avvilito, anzi, mi sembra un grande sostenitore dei giochi di guerra appena conclusi ma pronti a ricominciare. Se vuoi la pace prepara la guerra; non se ne può più di questo ignobile alibi.

A parte alcune centinaia di coraggiosi dimostranti, qualche associazione e la voce di Mauro Pili, intorno regna l’apatia. Lasciamo che la nostra isola venga depredata e distrutta senza reagire come si dovrebbe, senza dimostrare un minimo di orgoglio. Faccio un appello disperato a tutta l’intellighenzia dell’isola. Le devastanti esercitazioni NATO appena concluse mostrano il culmine dell’arroganza nei nostri confronti. Centinaia di navi, aerei, mezzi corazzati, sommergibili e migliaia di uomini che devastano le coste (dove altrimenti sarebbe vietato accedervi anche solo in motorino) sarebbero già un’offesa inimmaginabile arrecata all’ambiente. Nonostante tutto esiste un’offesa verso i sardi ancora più grande: essere considerati un popolo al quale si può perpetrare qualsiasi abuso. Tanto, in nome di un’elemosina, possiamo vendere anche la nostra dignità, (ma ancora la possediamo?).

Perfino l’elemosina, però, sarebbe stata troppo. Almeno questa umiliazione ci è stata evitata, forse per pudore si stesse esagerando nei nostri confronti. Gli Alti Comandi avevano promesso che la devastazione, in realtà, avrebbe portato una positiva ricaduta economica alle attività locali: vendita di panini, acqua minerale, servizi di lavanderia, insomma, un panino con la mortadella, una bottiglietta d’acqua minerale e potevamo sentirci soddisfatti. Il pudore degli Alti Comandi di cui parlavo fortunatamente si è manifestato; infatti, nessuna elemosina è stata elargita.

Panini, acqua, lavanderia, mezzi per spianare aree destinate alle tende di migliaia di uomini, tutto è stato dato in appalto a società continentali. Insomma, nessuna ricaduta economica (manco un euro) alle attività locali, ma anche nessuna elemosina, per cui nessuna offesa verso i sardi e la loro ospitale e bellissima terra. Prendetevi pure tutto e fatene quello che volete, Signori degli Alti Comandi, l’intera isola avrebbe dovuto fermarsi e intervenire massicciamente, dando un forte segnale all’Europa, ma sapevate non sarebbe successo. I sardi hanno altro a cui pensare. D’altronde qualcuno deve pur sacrificarsi. Sono i venti di guerra che sibilano paurosamente sull’Europa a chiedere il sacrificio. È la fame di morte, non di vita, che aleggia sui nostri cieli.

Ma almeno, Signori della Difesa, non infierite senza pudore come quando, (leggo sull’Unione Sarda) in una vostra nota si sottolinea che una particolare attenzione sarà poi posta alla tutela ambientale (non è uno scherzo!) sia durante l’esercitazione sia al termine, grazie a specifiche squadre della Difesa che provvederanno ad una bonifica approfondita, anche sui fondali, e ad una serie di “operazioni di pulizia e ripristino“.

È il colmo! Vegetazione e alberi bruciati, dune totalmente sconvolte, (basta guardare le foto) come le si vorrebbe ripristinare? Il generale Figliuolo afferma che quest’anno ci sarà una bella novità: la messa a dimora di piante come contropartita. Non riesco a commentare oltre. E la fauna? Riusciamo, pur con poca fantasia, a immaginare che fine farà? Signori della guerra, almeno evitate queste dichiarazioni e godetevi in silenzio, sarebbe meglio in religioso silenzio, la cena di gala che vi siete concessi (offerta da chi?) in un rinomato ristorante cagliaritano, assieme a vari sottosegretari arrivati nell’isola per festeggiare la fine delle esercitazioni.

Se noi sardi siamo disposti a sopportare tutta questa menzogna, non ci resta che far finta di niente, mettere la testa sotto la sabbia delle nostre meravigliose spiagge, e continuare a pensare che abbiamo una terra straordinaria ricca di tradizioni e ancestrale cultura, che siamo un popolo ospitale. E soprattutto orgoglioso!

Salvatore Garau

Salvatore Garau è uno dei più noti contemporary artist italiani, più volte presente alla Biennale di Venezia. Oltre che come protagonista dell’arte visiva, è noto anche per essere stato il batterista...

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