L’Italia come tutti ben sappiamo ha un enorme debito pubblico.

Ma è anche una nazione assai ricca con una delle più ampie percentuali di risparmio del mondo. Sia delle famiglie che delle imprese. Stimato circa 1,7 trilioni di euro.

Oltre che di asset notevolissimi.

Molta parte di questo risparmio è liquido. Tenuto inoperoso in conti correnti bancari o simili strumenti.

È immobile per paura del futuro, ma anche per una limitata fiducia nella crescita del paese e della capacità dei nostri politici di gestire un serio progetto di crescita.

Questo riguarda anche la classe imprenditoriale del paese che condivide i dubbi più sopra espressi.

Molte imprese italiane sono però molto ben gestite e la parte più sana di queste ha dimostrato grandi capacità, accumulato successi anche nei mercati internazionali e genera crescita e lavoro.

Oggi sarebbe oltremodo importante, oltre che utile, mobilitare questo risparmio a beneficio dell’intero Paese e dei giovani che si troveranno sulle spalle una massa di debito mostruosa da restituire. Ed i debiti vanno onorati, sempre!

Non possiamo e non dobbiamo sperare nell’aiuto di altri.

Rimbocchiamoci le mani e facciamo bene la nostra parte,

L’Europa ci sta già dando tanto. Diamoci da fare.

Per questo credo sarebbe auspicabile che un organismo nuovo, e poi ci tornerò più avanti, lanci un “Bond per il Lavoro e la Crescita”. Un bond con una scadenza variabile in funzione di parametri che spiegherò più avanti.

Un bond dedicato esclusivamente al finanziamento delle imprese più sane del paese, a quelle più capaci di generare crescita, lavoro, sviluppo.

Con un rendimento di mercato, diciamo intorno al 2%, indicizzato e possibilmente supportato da benefici quali la esenzione dai diritti di bollo, esentasse ed esenzione da tasse ereditarie.

Questo bond dovrebbe essere lanciato da una nuova persona giuridica da definire, ma di tipo privatistico, non gestita quindi dallo Stato e dalle sue strutture, ma gestito da un gruppo di manager di provata esperienza internazionale con un track record misurato e dimostrato. Individuato e designato da organismi quali i Cavalieri del Lavoro, l’ABI e Confindustria.

Le risorse raccolte dovrebbero essere destinate esclusivamente alle imprese, secondo parametri che questo gruppo dirigente dovrebbe stabilire.

In più potrebbe essere rimborsato in quote collegate ad un indice basato sulla capacità di produzione di reddito delle imprese da esso finanziate. Si potrebbe pensare ad un indice del tipo di quello prodotto annualmente da Mediobanca e basato, come già detto, sulla redditività media delle imprese finanziate.

Potrebbe anche essere garantito da equity delle imprese che aderiscano a questa forma di finanziamento.

Si potrebbe anche studiare qualche forma aggiuntiva di garanzia assicurativa.

Uno strumento di questo tipo non graverebbe dunque sul debito pubblico, potrebbe mobilitare una buona quantità di risparmio inoperoso, superando lo scetticismo della gestione pubblica e facendo leva anche sui sentimenti patriottici che abbiamo visto esistere in varie forme durante la crisi del Ccvid-19.

Darebbe in più un forte segnale di determinazione del popolo italiano all’Europa.

Rafforzando anche le posizioni negoziali sul discusso ed in discussione Recovery Fund.

Cesare Valli

Cesare Valli

Esperto di strategia di Comunicazione Ha gestito alcune delle più note società nei comunicazione a livello internazionale lavorando su più mercati mondiali. Al suo attivo 5 privatizzazioni, oltre...

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