“Chi è senza peccato scagli la prima pietra: Giambruno, Zaniolo, Tonali, Fagioli, basta linciaggi”. Intitolavo così, lo scorso 20 ottobre, un post pubblicato sui miei social. Erano i giorni in cui, quasi in contemporanea, erano esplosi i casi dell’uomo di Giorgia Meloni, beccato in un fuori onda a lasciarsi andare ad atteggiamenti “sconvenienti”, e dei tre giovani campioni, accusati di avere scommesso su piattaforme illegali. Stampa, opinion leader e soprattutto social media si accanivano contro i quattro con un livore superiore a quello riservato ai serial killer.

Eppure si erano macchiati di peccati veniali. Tanto che Giambruno non ha ricevuto (a quanto mi risulti) nessuna denuncia, mentre i calciatori hanno chiuso le pendenze penali (perdonatemi il linguaggio approssimativo) con una piccola multa. Ricordo che Zaniolo, Tonali e Fagioli erano accusati di avere scommesso, non di avere “venduto” partite. Il primo, poi, non ha avuto nemmeno sanzioni dalla giustizia sportiva in quanto pare non abbia fatto puntate sul calcio (il che non è ammesso per un giocatore professionista), ma si sia dedicato a blackjack e altri giochi. A bocce ferme, a un mese di distanza, ho pensato di riproporre su L’Incontro le reazioni al mio post.

Nonostante l’invito invito a non sbattere il mostro in prima pagina, i commenti sono stati in larga maggioranza degli di un tribunale giacobino.
“Questo è un mezzo animale, burino e squallido”, ha scritto M. M, (che tra l’altro credo sia avvocato), riferendosi a Giambruno. Lapidario l’intervento di L. G.:“nel calcio c’è tanta brutta gente”. Articolato invece il commento di L. B: “Il primo è un giornalista compagno della premier e quindi con il dovere di mantenere almeno l’apparenza di uno standing decente. Gli altri 3 ragazzini arroganti, viziati e incapaci di capire i valori dello Sport che dovrebbero rappresentare ai giovani che li guardano come esempi… direi che lo sdegno e anche un po’ di disprezzo ci stanno tutti. Nessuno di loro è un bambino sono tutti responsabili delle proprie azioni e delle conseguenze, anche quelle mediatiche essendo personaggi pubblici, tre dei quali, per altro, che hanno commesso illeciti…”.

Gli altri commenti (in tutto circa 70) sono stati a volte ancora più severi. Questa storia mi sembra un po’ una rappresentazione di questi tempi. Si cerca un bersaglio da odiare e insultare, senza nemmeno approfondire quello che ha effettivamente fatto. Il che non rientra solo nella sfera dei principi morali. Ma anche in quella dei diritti. Perché è segnale di un rifiuto da una parte della libertà di comportamento. Dall’altra va contro lo spirito del garantismo.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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