Numerose furono, negli anni e in differenti circostanze, le operazioni condotte sotto “False Flag” da varie Nazioni. Per “Operazioni False Flag”(Falsa bandiera) si intendono azioni effettuate da un determinato gruppo di individui con l’intento di attribuirne la responsabilità ad altri.

Dalla guerra allo spionaggio

In campo bellico navale si trattava di colpire navigli avversari dopo averli avvicinati senza destare sospetti inalberando bandiere neutrali. In altri casi una Nazione issava sulle sue navi bandiere di uno Stato nemico per compiere azioni distruttive su navigli della propria Nazione, così da addossarne la colpa allo Stato di cui portavano la bandiera. In tali modi venivano giustificate ritorsioni o addirittura dichiarazioni di guerra a Nazioni ostili. Operazioni di “False Flag” sono state realizzate non solo in guerra, ma anche in pace ad esempio in attività di spionaggio, di terrorismo, e financo nel corso di campagne politiche, da parte di strutture governative o eversive. Nell’evo contemporaneo i primi a mettere in atto azioni di “False Flag” furono i Pirati e i Corsari nel Mar dei Caraibi tra il XVIl e il XVlll secolo contro le navi spagnole e portoghesi che vi giungevano dall’Europa e che venivano avvicinate inalberando sulle loro piroghe segni di pace per poterle depredare.

In Manciuria la prima operazione di alto livello

Alquanto ingegnose furono quelle messe in atto, in Europa, dagli inglesi che, nel corso della Prima guerra mondiale, fornirono le loro navi mercanti tipo Q di bandiere di Stati neutrali che attiravano sommergibili nemici ad emergere per saccheggiarle e li affondavano sparando con cannoni mimetizzati a bordo. Ma assai più interessanti, per le conseguenze che determinarono, furono altre Operazioni “False Flag” effettuate da diverse Nazioni nel corso del XX secolo (alcune delle quali fallite) che meritano un ricordo. Nel 1931 i giapponesi organizzarono la “Operazione MUKDEN” allo scopo di annettersi la Manciuria Esterna cinese. Il 18 settembre fecero esplodere – nei pressi della città di Mukden nella Manciuria Esterna – un segmento della ferrovia transmancese da loro stessi costruita attribuendone la colpa ai cinesi contrari alla progressiva intromissione giapponese nel loro territorio. Questo incidente consentì ai giapponesi di giustificare l’invasione della Manciuria Esterna per punirvi i cinesi ribelli e di crearvi lo Stato fantoccio del Manciukuò sotto il loro controllo.

Operazione REICHSTAG per sospendere i diritti civili in Germania

Di ben maggiore gravità storico-politica fu, nel 1933 in Europa, l’”Operazione REICHSTAG” organizzata dalle alte gerarchie naziste (Herman Goering e Josef Goebbels) per procedere alla sospensione in tutta la Germania della maggior parte dei diritti civili e alla messa al bando del Partito comunista. Venne fatto incendiare, da gruppi del Partito Nazionalsocialista, la sede del Parlamento tedesco (Reichstag) la sera del 27 febbraio. Del fatto fu imputato un giovane studente comunista olandese semideficiente, Marinus van der Lubbe, sorpreso nella notte nei pressi del Parlamento. Sotto tortura il giovane si autoaccusò del misfatto e venne condannato a morte. L’incendio fu archiviato come effettuato da elementi sovversivi comunisti e permise al Governo nazista di emettere, il giorno dopo, il Decreto (“Reihstagsrandveroedung”) con il quale venivano limitati i diritti civili del popolo.

Operazione GLEIWITZ creo il pretesto per invadere la Polonia

Sempre in Germania, nel 1939, si realizzò l’”Operazione GLEIWITZ” messa in atto dall’”Abwehr” (Servizio segreto della Whermacht , agli ordini di Reinhard Heydrich) per giustificare l’invasione tedesca della Polonia. Il 31 agosto sette militari SS tedeschi indossando uniformi polacche attaccarono la stazione radio di Gleiwitz ( oggi Gliwice in Polonia) nella Slesia tedesca e la distrussero lasciando sul terreno alcuni cadaveri con uniformi tedesche. Del fatto vennero accusati sabotatori polacchi che da tempo operavano nella zona contro le guardie confinarie tedesche e, in conseguenza, truppe della Wehrmacht invasero la Polonia dando inizio alla Seconda guerra mondiale.

Operazione MAINILA per l’invasione della Finlandia da parte dell’Armata Rossa

Ancora nel 1939, la N.K.V.D. (Servizio segreto russo) organizzò l’”Operazione MAINILA” allo scopo di giustificare l’attacco russo alla Finlandia teso ad acquisirne alcuni territori di frontiera. Il 26 novembre l’Armata rossa bombardò il proprio villaggio di Mainila situato a 800 metri dal confine con la Finlandia, dandone la colpa a patrioti finlandesi antisovietici che avrebbero periodicamente superato il confine compiendo razzie in territorio sovietico. Conseguentemente, per porre fine a questo stato di cose, quattro giorni dopo l’Armata rossa invase la Finlandia, iniziando la “Guerra d’inverno” che durò sino al marzo 1940 con la vittoria sovietica.

Operazione SUSANNAH per contrastare gli accordi tra Iraele ed Egitto

Nel 1954 il Servizio segreto dell’Esercito israeliano (“Aman”) organizzò l’”Operazione SUSANNAH” (“Affaire Lavon”) al fine di boicottare l’accordo che si andava concludendo fra i Governi israeliano e egiziano in merito al ritiro delle forze armate britanniche dal Canale di Suez. Il Comandante di “Aman” generale Benjamin Gibli preparò, con 13 egiziani filoisraeliani, una serie di attacchi in Egitto contro la Biblioteca U.S.A. e il Teatro britannico al Cairo e contro l’Ufficio postale di Alessandria. Questi attacchi avrebbero dovuto causare sollevazioni e violenze nel paese che avrebbero indotto la Gran Bretagna a mantenere le proprie guernigioni nel Paese. L’Operazione fallì per l’intervento dei Servizi segreti egiziani che scoprirono il complotto e arrestarono i congiurati prima delle loro azioni. A seguito di tale fallimento il Ministro della Difesa britannico Pinhas Lavon – che si era dichiarato all’oscuro dell’Operazione – fu costretto a dimettersi e la Gran Bretagna lasciò il Canale di Suez all’Egitto.

Operazione NORTWOODS a sostegno del governo Americano

L’”Operazione NORTWOODS”(1962) venne organizzata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (Pentagono) al fine di indurre l’opinione pubblica statunitense a sostenere un eventuale attacco armato contro il regime comunista di Fidel Castro nell’sola di Cuba. Nel febbraio 1962 vennero costituiti segretamente, in alcuni Stati degli U.S.A., gruppi di falsi terroristi cubani filocastristi. Questi avrebbero dovuto commettere crimini e attentati contro altri gruppi di immigrati cubani anticastristi che vivevano negli U.S.A. accusati di tramare una rivoluzione anticomunista nell’isola. L’opinione pubblica sarebbe insorta contro questi attacchi comunisti e avrebbe favorito il progetto del Pentagono di invadere militarmente l’isola di Cuba. Anche questo progetto non fu portato a termine per l’opposizione del Presidente U.S.A. John Fitzgerald Kennedy.

Operazione TONCHINO: invenzione americana per entrare in guerra in Vietnam

Il Dipartimento della Marina U.S.A. (U.S.Navy) mise in atto l’ “Operazione TONCHINO” (1964) per giustificare l’invio di forze navali statunitensi a sostegno delle truppe del Vietnam del sud nel corso della Guerra del Vietnam (1955/1975) . La notte del 4/8/1964 il cacciatorpediniere U.S.A. “Maddox” che si trovava in perlustrazione in acque internazionali del Golfo del Tonchino ( Mar della Cina ), riferì al suo Comando di Da Nang di esser stato attaccato con lancio di siluri da quattro motosiluranti nordvietnamite. In realtà non c’era stato alcun attacco da parte del Vietnam del nord contro il “Maddox” poiché in quel giorno non vi erano navi nordvietnamite in quella zona. L’attacco fu inventato dal Pentagono per giustificare l’invio di truppe statunitensi in Vietnam e iniziare ufficialmente l’inizio del loro sostegno bellico a favore del Vietnam del Sud.

Operazione “PROGRESSO” organizzata dalla Russia per invadere la Cecoslovacchia

L’”Operazione “PROGRESSO” (1968) fu organizzata dal K.G.B. (Comitato per la Sicurezza dello Stato) dell’U.R.S.S. per giustificare l’ingresso di truppe del “Patto di Varsavia” (U.R.S.S., Polonia, Bulgaria, Ungheria) in Cecoslovacchia al fine di sedarvi la sommossa antisovietica in atto nota come la “Primavera di Praga”. Un gruppo di agenti del K.G.B. sotto copertura erano riusciti a introdursi in alcune istituzioni governative cecoslovacche e a immettervi falsi documenti (“Progresso”) che comprovavano la presenza di depositi di armi clandestine di provenienza U.S.A. in alcune zone del Paese. La scoperta di tali (falsi) documenti diede il motivo al Governo russo per far entrare i propri mezzi corazzati in Cecoslovacchia e a Praga il 21/8/1968, formalmente per cercare e punire i responsabili dell’occultamento di tali armi ( assolutamente inesistenti) ma realmente per soffocare i moti della “Primavera”.

E in Italia…?

Anche in Italia, dal 1969 al 1984 (“Anni di piombo”) ebbero luogo oltre venti operazioni di “False Flag” nelle quali trovarono la morte più di 400 persone innocenti. Messe in atto per la maggior parte da gruppi armati dell’ estrema destra (”Ordine nuovo”, “Avanguardia Nazionale”, “Fronte Nazionale”) l’intendimento era di farle apparire con depistaggi come di matrice anarchica o di estrema sinistra. Il loro scopo era quello di destabilizzare il Governo e favorire un colpo di Stato militare. Ebbero inizio convenzionalmente il 12/12/1969 con la Strage di Piazza Fontana a Milano (presso Banca Agricoltura , 117 morti) e sono terminate convenzionalmente il 23 dicembre 1984 con quella del treno rapido 904 nella grande galleria dell’Appennino ( 16 morti).

Gustavo Ottolenghi

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