Pulire i cessi pubblici di Tokyo con la serenità di un monaco buddista e l’orgoglio di un Samurai. Dedizione, impegno e passione nel lavoro. E poco conta che i bagni pubblici di Tokyo siano creazioni di famosi architetti. E conta poco anche l’indifferenza dei cittadini di fronte alla densa delicatezza del protagonista. Quel che mi ha colpito è il modo. Lo spirito. Quel che si deve fare lo si deve fare benissimo, qualunque cosa sia. Fare tutto con amore.

In una Tokyo dove tutti corrono lui lavora con calma, metodo, serenità, precisione e coscienza. Poi, nella pausa, al parco. Fotografare i riflessi della luce tra le foglie degli alberi al soffio della brezza. Nel tempo libero muoversi per Tokyo in bicicletta con le ciabatte. Prima di dormire sul “tatami” leggere libri d’amore alla luce fioca di una piccola lampada. Il mattino uscire di casa e sorridere alla luce del nuovo giorno. È una visione individualistica, intimistica del mondo?

E “le lotte, la classe, le piazze, le masse”? Sì, confesso, l’ho pensato. Va tutto bene così com’è quindi? No. Ma forse è importante ripartire da noi. Ci sono mondi che non si parlano. “Adesso è adesso, un’altra volta è un’altra volta”. E l’“adesso” non viene afferrato, ma cinto. E l’“altra volta” non viene rincorsa, ma lambita. Il film è uno sguardo incantato. Anzi, un modo incantato di guardare. Come quando scorgiamo un fiore in uno spartitraffico, sotto un “guard rail”. Quel fiore che vorremmo vedere. Quel fiore che vorremmo essere. Che vorremmo riuscire ad essere. Ripartire da qui?

Claudio Zucchellini

Claudio Zucchellini

Avvocato, Consigliere della Camera Civile di Monza, attivo in iniziative formative per Avvocati, Università, Scuole e Società Civile.

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