Spietato! Lucido, analitico, brillante e sintetico.

Il prof. Sabino Cassese, sul Corriere della Sera, ci ha messo di fronte (o meglio, ha messo di fronte i nostri partiti) alle fragilità della nostra politica e alla spinosità del nostro futuro a breve.

Lo ha fatto senza i tipici contorsionismi del conformismo dilagante: ci ha sbattuto in faccia la realtà, ci piaccia o non ci piaccia. Ha utilizzato, per farlo, un metodo efficacissimo per evitare di schierarsi ma, nello stesso tempo, per evidenziare comunque i “bachi” che contaminano il nostro incerto e rancoroso presente.

Le dieci piaghe che dobbiamo combattere

Ha fatto l’elenco delle 10 anomalie (sì, le ha chiamate proprio così) dell’Italia. Delle 10 “piaghe” (termine nostro) che dobbiamo combattere, cercando di votare bene il prossimo 25 settembre. 10 frustrate su 10 nodi irrisolti o, peggio, risolti malissimo negli ultimi anni sia dal Centro Destra sia dal Centro Sinistra. Per chi si fosse perso il “pezzo” del professore, abbiamo predisposto un breve vademecum con i titoli pregnanti della “sua” lettura dell’Italia pre-elettorale, in questa anomala estate 2022.

Anomalie d’Italia

1) Andiamo incontro a delle elezioni anticipate assolutamente evitabili anche perché – sottolinea Cassese – il Governo Draghi dovrà comunque occuparsi degli affari correnti “in un senso molto ampio” almeno fino ad Ottobre-Novembre. “Il motivo della discontinuità sta nel bisogno della Destra di dare prova di unione”. In caso contrario sarebbe arrivata al marzo del 2023 con una “coalizione separata, un vero ossimoro, con due forze al Governo e una all’opposizione”.

2) La crisi ha impedito la riforma della legge elettorale. L’esperienza del Rosatellum è stata per Cassese negativa “perché abbiamo avuto un Parlamento con tre maggioranze, tre indirizzi politici diversi, tre governi di durata poco più lunga di un anno. Peggio della cosiddetta Prima Repubblica, quando la rotazione dei governi era frequente ma la Democrazia Cristiana garantiva la stabilità e continuità”.

3) La concorrenza non solo “tra le coalizioni”, ma anche “nelle coalizioni” fa presagire che una delle due potrà anche vincere le elezioni, ma non governare bene il Paese. “Ci si mette insieme per andare al governo, non per governare”.

4) Che la Sinistra abbia fatto un “accordo tecnico e la Destra si sia messa al lavoro sul programma a meno di due mesi dalle elezioni, è la prova del vuoto di politiche”. I programmi, ha scritto Cassese, saranno frutto di improvvisazione pre-elettorale “non di una collaborazione tra forze politiche con ideali comuni, maturati con l’esperienza e il tempo”.

5) Saranno le segreterie dei partiti a determinare, da sole, la scelta dei candidati e la formazione delle liste: “Sarà l’operazione più verticistica immaginabile”.

6) I nuovi votanti (grazie anche alla legge che ha allineato i requisiti di età per votare) saranno circa il 6% degli aventi diritto. Sommandoli agli astenuti delle ultime elezioni politiche del 2018, arriviamo ad oltre 1/3 degli elettori. Un “laghetto” che sarebbe molto interessante da intercettare e rimettere nel circolo della partecipazione politica attiva. Ma Cassese non si fa illusioni “quale affidamento può fare l’elettorato su una classe politica così incostante, nella quale, nel corso di una legislatura, 1/3 dei parlamentari ha cambiato schieramento?”.

7) A turno le due coalizioni evocano il pericolo fascista o quello comunista. Ma chi nutre questi timori – scrive Cassese – “ha ben poca fiducia negli anticorpi della nostra democrazia e nella maturità della nostra opinione pubblica”.

8) Il timore del professore è che il Paese non avrà delle risposte adeguate ai suoi problemi strutturali. Le debolezze della sanità territoriale, il basso tasso di scolarizzazione, la bassa produttività delle aziende italiane e lo spettro che il nostro Paese diventi sede di una comunità non di lavoratori ma di pensionati, rimarranno le questioni cruciali sulle quali è difficile essere ottimisti. “Le forze politiche dovrebbero indicare le loro idee proposte su questi temi e quando propongono minori tasse (che vuol dire minori entrate) dovrebbero dire quali spese vogliono tagliare”.

9) Con un Parlamento ridotto a 600 membri i cambiamenti di schieramento “avranno un peso molto maggiore. Quindi, coalizioni poco omogenee come quelle che si preparano, non lasciano presagire governi stabili”.

10) Questo futuro incerto che ci aspetta è anche “figlio” di due fattori interconnessi: “La scarsa capacità aggregativa delle forze politiche e la fluidità dell’elettorato. La prima, dipende dalla quasi inesistente democrazia interna dei partiti, dalla debolezza della loro offerta politica, dalla loro propensione all’aggregazione solo nei periodi pre-elettorali. La seconda, si è accentuata negli ultimi anni, con flussi di opinione pubblica ed elettorali che hanno in breve tempo premiato o sanzionato le forze politiche”.

Dopo aver letto l’analisi di Cassese ci sorge spontanea una battuta, trita e ritrita, ma molto efficace… Sabino Cassese, a Palazzo Chigi .. subito! E chi se ne importa “dell’avanti i giovani”: “avanti i migliori”, dovremmo tornare a dire, a prescindere dalla carta d’identità.

Riccardo Rossotto

 

 

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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