Siamo tutti d’accordo che viviamo nel più “Bel Paese del mondo” come storia, turismo, enogastronomia. Sul resto… sorvoliamo! Ma perché, forti della prima oggettiva constatazione e tenendo conto però… della seconda, non proviamo a “copiare”? Sì, copiare: imitare i casi di successo che accadono nel mondo. Le buone idee nate in altri paesi, tra l’altro, come nel caso che vedremo tra poco, confinanti con il nostro “Bel Paese”. Invece di offrire troppo spesso uno spettacolo mortificante di polemiche partitiche sul nostro recente passato oppure su scontri dialettici relativi a questioni inerenti i diritti civili, più o meno negati, che necessiterebbero di “meno stomaco” e “più conoscenza”, perché, dicevamo, non ci concentriamo su un banale ma straordinario evento del nostro “vicino di casa” Emmanuel Macron che, da sei anni, promuove e organizza con risultati strabilianti una riunione apparentemente ordinaria ma in realtà straordinariamente virtuosa.

La fruttuosa intuizione di Macron

Tra l’altro, spostando abilmente l’attenzione dei media francesi e dei suoi concittadini su prospettive future stimolanti per il paese, alle prese con una crisi interna sociale ed economica complessa e pericolosa. Stiamo parlando del summit denominato “Choose France” (“Scegliete la Francia”) lo slogan che il Presidente francese ha coniato per solennizzare un vero e proprio summit internazionale dei più grandi e famosi imprenditori e manager del mondo mirato ad attirare gli investimenti in Francia. Nella spettacolare cornice della reggia di Versailles, ex residenza di Luigi XIV, il Re Sole, Macron ha ospitato oltre 200 famosi Ceo stranieri per stimolarli ad effettuare investimenti in Francia.

Come dicevamo, l’iniziativa è stata lanciata nel 2018, subito dopo la rielezione di Macron all’Eliseo. I risultati di questi primi cinque anni sono stati formidabili: dopo i 3,6 miliardi di euro del 2021 e il 10,6 miliardi di euro del 2022, quest’anno gli investimenti stranieri in Francia superano i 13 miliardi di euro con la creazione diretta di 8.000 posti di lavoro nuovi. Uno dei grandi protagonisti del summit è stato Elon Musk che al termine della riunione ha confermato di voler realizzare “importanti investimenti in Francia in futuro. Non posso fare annunci oggi – ha sottolineato – ma sono molto colpito dal Presidente Macron e da quanto lui e il governo francese sono ospitali nei confronti dell’industria”.

Energia, importanti investimenti in vista

A Versailles si è parlato ovviamente di nuovi progetti industriali. Il più grande è stato presentato proprio dal Presidente francese e si realizzerà nel nord della Francia, nella storica Dunkerque: 5,2 miliardi di euro per una gigafabbrica di batterie di nuova generazione dell’azienda taiwanese ProLogium con una previsione di 3.000 assunzioni. Sempre a Dunkerque l’azienda cinese Xtc costruirà una fabbrica di componenti e riciclaggio di batterie in joint venture con la francese Orano per un investimento globale di 1,5 miliardi di euro. Erano presenti a “Choose France” anche 12 aziende italiane: ha riscosso il maggior interesse la start-up nucleare Newcleo degli italiani Stefano Buono, Luciano Cinotti ed Elisabeth Rizzotti. La società per ora è basata a Londra e ha un programma di investimenti di 3 miliardi di euro per sviluppare in Francia entro il 2030 un piccolo reattore modulare (SMR), un reattore nucleare a neutroni rapidi con raffreddamento a piombo liquido. Il quartier generale di Stefano Buono è a Torino ed è significativo che l’imprenditore stia pensando ad un investimento in Francia invece che nel suo paese natale.

Perché non facciamo lo stesso?

Questo in sintesi il quadro di quanto avvenuto a Versailles lo scorso week end. “Choose France” rappresenta ormai un punto di riferimento per tutti gli imprenditori del mondo che vedono in Macron un importante uomo politico che ha cura e comprende i bisogni degli industriali e li supporta nel loro sviluppo. Quesito finale: perché non facciamo lo stesso? Perché non pensiamo di organizzare un summit analogo in uno dei meravigliosi ed indimenticabili siti storici nel nostro Paese per attirare gli imprenditori stranieri, già innamorati dell’Italia, ma soltanto per la sua bellezza e non per le sue opportunità industriali?

Soltanto così, pensiamo, possiamo davvero uscire dalle preoccupazioni del presente e impostare almeno a livello di programma degli eventi che raccontino meglio il nostro Paese a quegli stranieri che già lo amano ma che vogliono garanzie operative per venire ad insediare i loro stabilimenti nello Stivale. La speranza è che nell’agenda a breve del governo Meloni ci sia qualcuno che osi “copiare”.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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