Vacanze d’inizio anno 2023, in Liguria si arrampica in maglietta, talvolta a torso nudo. In montagna si scia a singhiozzo, con i fuoripista molto limitati e ampie zone desolatamente brulle. L’Appennino tosco-emiliano è in ginocchio. Caldo, temperature oltre la media stagionale, ormai sta diventando un ritornello. Cammino a quote tra i 1500 e i 2000 metri su versanti rivolti a sud- est calpestando tappeti di aghi di larice e poche chiazze di neve. Le cascate di ghiaccio sono solo parzialmente formate, piccozze e ramponi rimangono in cantina. Una delle immagini più emblematiche di questi giorni è la pista di Adelboden in Svizzera, scenario di prestigiose competizioni di Coppa del Mondo, soprattutto slalom gigante. Tutta la tristezza di un nastro bianco tra distese di prati verdi.

È questo lo sviluppo che vogliamo?

Eppure, nonostante le evidenti problematiche legate ai cambiamenti climatici e i ripetuti appelli a nuove visioni più sostenibili, il nostro Ministro del Turismo, la senatrice Daniela Santanché, ha rilanciato ancora di recente l’idea di un aeroporto per raggiungere Cortina perché arrivare fin lassù è davvero un calvario. È questo lo sviluppo che vogliamo, un comodo aereo che da Milano Linate o da Roma Fiumicino ci porti direttamente alla perla delle Dolomiti? In un momento in cui la vicina Francia si muove per abolire i voli a breve raggio a favore di più ecologici treni?

Collegamenti sostenibili: perchè non ripristinare la Dolomitenbahn?

Certo le infrastrutture vanno migliorate, come lo stesso Ministro ha evidenziato in altre interviste, e occorre riconoscere che nei tragitti montani l’opzione treno non si distingue per semplicità realizzativa. Restando a Cortina, la Dolomitenbahn, ferrovia a scartamento ridotto che dal 1921 collegava Calalzo di Cadore a Dobbiaco passando appunto per la conca ampezzana, fu definitivamente chiusa nel 1964. Corsi e ricorsi storici. Nel 1956, in occasione delle Olimpiadi che là si disputarono, il trenino giocò un ruolo fondamentale per il trasporto dei turisti. Il 2026, anno delle Olimpiadi invernali assegnate a Milano e Cortina, avrebbe potuto essere l’occasione per un rilancio o per nuovi progetti di collegamento sostenibile. E in verità nel 2016 fu siglato un accordo tra la Regione Veneto e la Provincia autonoma di Bolzano per avviare lo studio di fattibilità di una nuova strada ferrata. Ma il 2026 è ormai dietro l’angolo, l’opportunità, sempre che fosse tale, sembra ormai persa.

Usare il treno per raggiungere località sciistiche di pregio, si può!

Per tornare in Svizzera, a Zermatt, la località ai piedi di Cervino e Monte Rosa, le auto non circolano e ci si può arrivare solo in treno. Con lo stesso mezzo si possono raggiungere anche due capitali del turismo montano invernale come Sankt Moritz e Gstaad, mete del jet set internazionale. Ricordo poi il Bernina Express, spettacolare opportunità per scavalcare le Alpi tra Italia e Svizzera. Gli esempi virtuosi non mancano, tutto va calibrato sulle caratteristiche del territorio. In Italia, la Fondazione FS Italiane organizza viaggi su treni storici tra gli Altopiani Maggiori d’Abruzzo, nel tratto Sulmona-Roccaraso, salendo in quota nel territorio del Parco della Maiella. Una proposta simile collega Torino con le Langhe-Roero-Monferrato. Li vivo come tentativi magari migliorabili perché il treno d’epoca è affascinante ma con motore diesel poco ecologico. Mi sembra importante iniziare, la domanda va stimolata, il pubblico risponde.

Perchè abbracciare la bellezza di un viaggio condiviso

Riusciremo a liberarci dalla schiavitù totalizzante dell’auto, a risparmiare un po’ di euro alla stazione di rifornimento, ad abbracciare la bellezza di un viaggio condiviso (e più sostenibile)? A godere un turismo più lento, rilassati e realmente immersi nel paesaggio che ci circonda? Anni fa attraversai in treno una parte della Svezia con meta finale la Norvegia e le isole Lofoten. Viaggio turistico di più giorni, 1000 chilometri tra distese di betulle, fiumi, paesi sperduti e renne allo stato brado. Lunghe giornate di luce che non finivano mai, il passaggio del circolo polare artico. Questione di scelte. Dal finestrino di un aereo mi sarei perso quasi tutto.

Alfredo Valz Gris

Alfredo Valz Gris

Biellese dalle radici walser, laurea in economia, oltre trent’anni di attività nella comunicazione. Alla passione per montagna e outdoor abbina l’interesse per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda...

Discussione

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *