Ma è proprio vero che ogni grande rivoluzione porta a un miglioramento della società, e si può parlare di una sfida “vita reale versus vita virtuale”? Oggi viviamo ipnotizzati dall’innovazione tecnologica che ormai è quasi impossibile seguire coscienti di ciò che sta accadendo. Trascorre solo un anno e l’anno precedente diventa medioevo. Non ci è permesso fermarci e riflettere, presi anche dalla paranoia di restare indietro, di non essere al passo con le tante stupidaggini che ci vengono propinate come fossero indispensabili per una vita dinamica e moderna (una vita vissuta). Insomma, rischiamo di impazzire.

Un nuovo Rinascimento

Ciò che si sta mettendo in atto possiamo digerirlo solo se non riflettiamo e andiamo avanti a testa bassa. Non pensare, non fermarsi! A che serve? Tanto “sono loro” che decidono. Loro? Loro chi? Un’entità superiore? Potenti famiglie? Una forza che ci guida da una dimensione parallela? Che ci siano trame oscure e movimenti dei quali non ne siamo a conoscenza è inutile far finta non sia vero, andiamo! Questo lo sappiamo ma non sappiamo come trovare una soluzione. Un nuovo Rinascimento? Una profonda rivoluzione democratica? La verità è che pensare a come venirne fuori è faticoso, addirittura è penoso riflettere su dove ci sta portando il nostro non avere tempo per esserne  coscienti.

Ecco il terreno perfetto, già arato e concimato, per il nuovo che sta arrivando; il Metaverso! Dovrebbe essere dopo internet la più grande rivoluzione a cui assisterà l’uomo; scomparirà dal pianeta (oltre alla scomparsa delle lucciole Pasolini pensava anche all’uomo?) restandoci dentro. Restandoci in forma di fumetto convinto stia vivendo, convinto che finalmente potrà fare ciò che non avrebbe mai osato, si sentirà finalmente libero!

Casco in testa e visiera abbassata

Questa, almeno, è la convinzione che lo terrà in vita dentro la sua stanza, messo all’ingrasso, seduto davanti al computer con in testa casco e visiera grazie al quale potrà uscire, viaggiare, incontrare e fare l’amore con chi aveva sempre desiderato! L’amore? Certo, amare (lasciatemelo dire, scopare) la donna o l’uomo dei suoi sogni! Visitare un museo col proprio avatar in compagnia di un amico/a anche lui avaterizzato senza preparare un trolley e prenotare un aereo. La pancia intanto cresce ma chi se ne frega, sta crescendo a tutti e nessuno ci vede, l’importante è che sia il mio avatar figo e in perfetta forma, figo come io non potrei mai essere.

Fanculo alla realtà, quella vera, mi sono rotto delle sfide e delle frustrazioni. Già adesso incontrare una persona dal vivo dopo averla conosciuta in chat è un trauma mica da ridere. Per una volta che funziona ce ne sono migliaia che deludono. Che vita difficile è diventata. Il Metaverso è finalmente la soluzione a tutto, basta ipocrisie, paure, timidezze, vai! Dentro il casco con visiera il mondo è mio!

Il successo del Metaverso? L’inizio di un incubo

E l’Arte? Questa volta l’arte ci aiuterà a correre verso il burrone. Lo so, è un’affermazione forte, ma è una rivoluzione, il Metaverso, che non accetterò mai. l’Arte diabolicamente alleata della scomparsa della carne e dell’anima di cui è fatto l’uomo ci convincerà che questo è il futuro che tu lo voglia o no. Ci stiamo preparando già con gli NFT e le mostre iper tecnologiche, immersive, che ci mostrano Van Gogh dentro un mondo dalle mille e una notte in cui  credi di aver finalmente capito (carpito) l’anima di quell’artista che dipingeva il suo quadretto open-air o in una stamberga  con pennelli e colori a olio. Anche il Vaticano, per citarne uno, si sta adeguando al Metaverso e permetterà al nostro avatar di viaggiare dentro le sue immense collezioni stando comodamente a casa col casco e visiera in testa.

Forse sto descrivendo un mondo da incubo? No! Fermi! Se il Metaverso avesse successo sarebbe certo il più grande incubo. Ma qui c’è una bella notizia; il Metaverso non sta “prendendo”, in quei luoghi virtuali non ci vuole entrare e vivere quasi nessuno (mi piace contraddire ciò che ho scritto nelle prime righe) un fallimento di Zuckerberg?. Già nel 2003 la creazione di Second Life (qualcuno la ricorda?) a opera della società Linden Lab si era rivelata un flop.

Insomma, dopo tante pessime notizie ne arriva una che ci conforta; continueremo a vivere, (o sopravvivere) non si sa per quanto, uscendo di casa col nostro corpo e farlo sgambettare dentro un museo o un negozio di frutta e verdura. Ma Zuckerberg non mi sembra sia uno che accetta la sconfitta, sveglio com’è conosce i punti deboli dell’uomo, starà maturando una soluzione diabolica per farci meglio assaporare la sua invenzione, c’è da scommetterci. Per ora, comunque, sembra ci sia una tregua; prendiamo fiato.

Salvatore Garau

Salvatore Garau è uno dei più noti contemporary artist italiani, più volte presente alla Biennale di Venezia. Oltre che come protagonista dell’arte visiva, è noto anche per essere stato il batterista...

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