La Centrale nucleare nota col nome di Zaporizhzhja si trova nell’Ucraina centrale, nei pressi della città di Enerhodar, oblast (regione) di Zaporizhzhja, nell’omonimo distretto. Si erige sulla sponda sinistra del fiume Denver, presso il bacino idrico di Kaklova, a 200 km a ovest di Donetsk e a 500 da Kiev.

La Centrale nucleare più grande d’Europa

E’ la Centrale nucleare più grande d’Europa e, per la produzione di energia, è una delle 10 più importanti al mondo. La proprietà è della Società “Energoatom NECG” con sede a Kiev, azienda statale ucraina che possiede le 4 Centrali nucleari attive attualmente nel Paese (Zaporizhzhja, Rivne, Khmelnytskyi e Ucraina del sud). Essa svolge attività anche nella Federazione Russa, a Chernobyl, nello svuotamento delle acque radioattive residuate nei reattori 1 , 2 e 3 della Centrale nucleare ivi disastrata nell’aprile 1986.

La prima Centrale nucleare attivata al mondo è quella di Obninsk

L’ “Energoatom” ha affidato la gestione delle sue 4 Centrali nucleari alla Compagnia russa “Rosatom” di Mosca, fondata nel 2007 da Vladimir Putin. Ricordiamo che la prima Centrale nucleare attivata al mondo era stata quella russa di Obninsk, Oblast di Kaluga, nel 1954, con una produzione elettrica di 5 Mv, chiusa nel 2002. Attualmente l’Ucraina, con i 15 reattori delle sue 4 Centrali è la terza produttrice europea di energia nucleare dopo la Francia ( 19 Centrali con 58 reattori) e la Federazione Russa (12 Centrali con 35 reattori). Essa conta attualmente, a Zaporizhzhja, la Centrale nucleare con la più elevata produzione di energia elettrica in Europa (42 Twh)) ( T = Tera cioè mille miliardi).

Oggi la più grande per la produzione di energia elettrica è la giapponese di Kashiwazaki

Nel mondo, la più grande Centrale nucleare per la produzione di energia elettrica è oggi la giapponese di Kashiwazaki – Kariwa, prefettura di Niigata sulla costa est del Mar del Giappone: essa è di proprietà della T.E.P.C.O. (Tokio Electric Power Company) , iniziò la produzione nel 1985 e attualmente produce – con 7 reattori – un totale di 793 Twh .
La Centrale nucleare di Zaporizhzhja consta di 6 reattori nucleari VVER modello V 320, costruiti dal 1980 (il primo) al 1995 (il sesto) con inizio della produzione commerciale di energia dal 1985 (il primo) al 1996 (il sesto). La loro dismissione è prevista nel 2030 (il primo) e nel 2041 (il sesto). Questi reattori producono singolarmente 950 Mw ( M = Mega cioè un milione) di energia per un totale di 5,7 Gwh. ( G = Giga cioè un miliardo). Sono situati ciascuno in un proprio edificio in cemento armato, le cui pareti hanno spessore di 2 metri  a loro volta situati insieme in una altra grande costruzione che comprende anche il sistema di raffreddamento dei reattori e le vasche del combustibile esaurito.

Non può resistere all’impatto di violenti colpi provenienti dall’esterno

Questa seconda costruzione ha pareti che sono in grado di resistere ad alte pressioni interne e permette di contenere, in certa misura, accidentali emissioni di radiazioni, ma non può resistere all’impatto di violenti colpi provenienti dall’esterno. E questo è il punto debole di tutta la costruzione della Centrale. Un perfezionamento del reattore VVER ( reattore modello MKER) previsto dalla “Rosatom” per il 2020, è stato sospeso un anno dopo l’inizio della sua costruzione (2010). Il 2 marzo 2022 truppe dell’esercito della Federazione Russa provenienti dal Donbass ucraino conquistato circondarono la Centrale di Zaporizhzhja e iniziarono un bombardamento verso di essa. Vennero colpiti un edificio amministrativo del complesso e un laboratorio esterno al perimetro della Centrale, ma nessun reattore venne danneggiato.

Uno scambio di accuse sui margini di una possibile catastrofe

In quell’occasione il portatore del Ministero della Difesa russo generale Igor Konashenkov accusò gli ucraini di aver bombardato la zona, imputando il fatto alle truppe russe e chiese una riunione urgente del Consiglio permanente di Sicurezza dell’O.N.U. (composto da rappresentanti della Cina, della Francia, della Russia, del Regno Unito e degli U.S.A.) per far chiarezza sull’accaduto. Gli ucraini per contro affermarono che erano stati i russi a iniziare il bombardamento allo scopo di favorire la loro successiva occupazione della Centrale.

Quei razzi lanciati a poche centinaia di metri…

In realtà truppe della Federazione Russa entrarono nella Centrale il 4 marzo e ne presero possesso trattenendovi 40 lavoratori ucraini e piazzandovi 500 militari con lanciarazzi, artiglieria pesante e mezzi corazzati, stabilendovi un caposaldo. Dai giorni successivi proseguì un fitto scambio di accuse fra i due contendenti circa le responsabilità dell’inizio delle ostilità. Il 5 agosto l’Ucraina denunciò che i russi entrati nella Centrale avevano interrotto la fornitura di energia elettrica a Zaporizhzhja allo scopo di indirizzare tale produzione alla Crimea (sotto il loro controllo dal 2014) e ai territori ucraini da loro recentemente occupati.

In campo l’O.N.U. per evitare il disastro

A sua volta la Federazione Russa incolpò gli ucraini di aver lanciato il giorno prima missili sull’apparato di raffreddamento dei reattori così da impedirne il funzionamento. Il ministro della Difesa russo Sergej Sojgu denunciò contestualmente che militari russi erano risultati avvelenati da neurotossina B (botulismo) diffusa nella zona della Centrale dagli ucraini. A seguito di questi fatti la Comunità internazionale si attivò per tentare di scongiurare l’aggravarsi della situazione. Già dal 13 di maggio era stata istituita dall’O.N.U una Commissione di inchiesta formata da componenti appartenenti a Nazioni neutrali e presieduta dal norvegese Erik Mose per indagare su eventuali crimini di guerra denunciati da entrambe le parti in lotta. Nel mese di giugno la stessa O.N.U. istituì una altra analoga Commissione per analizzare quali fossero stati all’inizio i movimenti delle due forze in campo.

Una situazione fuori controllo

Nello stesso mese il vice Ambasciatore U.S.A. all’ O.N.U. Jeffrey Delaurentis presentò all’Assemblea una mozione con la quale richiedeva una risoluzione per la demilitarizzazione della zona della Centrale e il ritiro delle forze russe dall’Ucraina. Il 3 agosto Raphael Grossi, argentino, Direttore generale della A.I.E.A. ( Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) comunicò che “la Centrale di Zaporizhzhja era del tutto fuori controllo per quanto concerneva il suo funzionamento” sollecitando l’invio sul posto di una missione come deterrente alla prosecuzione delle operazioni militari e garante della corretta funzionalità della Centrale.

Il 10 agosto in una riunione dei Paesi del G 7 ( Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, U.S.A.) a Garmish in Germania,i rispettivi Ministri degli Esteri affermarono che “il continuo controllo russo sulla Centrale di Zaporizhzhja mette in pericolo nucleare tutta la regione” e contestualmente chiesero alla Russia di restituire tutti gli impianti nucleari della zona alla Ucraina.

Necessaria una zona di sicurezza e la fine della guerra

Lo stesso giorno l’inviato russo presso O.N.U. Mikhail Ulyanov chiese una riunione urgente del Consiglio permanente di Sicurezza per affrontare la situazione della Centrale. L’11 agosto fu la volta del Segretario Generale dell’ O.N.U. Antonio Gutierres a presentare all’Assemblea una mozione con la quale si richiedeva l’immediata cessazione degli scontri a Zaporizhzhja e l’istituzione nella zona di una area di sicurezza sotto controllo O.N.U. Lo sesso Gutierres il 24 agosto sollecitò anche il Consiglio di Sicurezza a predisporre al più presto una visita alla Centrale di esperti neutrali per chiarire direttamente sul luogo le responsabilità della situazione.

Tutte queste iniziative non hanno però prodotto sinora alcun risultato concreto al fine di far cessare gli scontri tra russi e ucraini. E’ auspicabile che le continue perdite di vite umane innocenti possa indurre le due Nazioni opposte a una rapina cessazione delle ostilità e all’inizio di trattative di pace.

Gustavo Ottolenghi

 

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