Salvini non ha torto quando sbeffeggia Fazio dicendo che è un “comunista col rolex”. Lo fa con l’intento greve di demolire un avversario politico usando argomenti semplici e piacioni, ma non ha torto.

Fazio non è uomo di spettacolo, ma un giornalista politicamente impegnato in uno schieramento che fa della giustizia sociale, di una più equa redistribuzione del reddito, di stili di vita sobri alcuni dei suoi valori fondativi. Però questo non gli impedisce di rimanere attaccato al suo cachet di 2 milioni di euro all’anno (peraltro pagati con i soldi di noi contribuenti).

Nella veste che ha deciso di indossare, la coerenza fra il dire e il fare non è un optional ma il prezzo che va pagato per essere credibili. E’ soprattutto, un imperativo morale.

Naturalmente questo non vale genericamente per “gente ricca di sinistra”, ma per le persone che fanno della militanza politica il loro mestiere. Per gli altri l’eventuale predicare bene e razzolare male è un fatto privato, con cui fare i conti da soli, guardandosi ogni mattina allo specchio.

Lo sapeva bene il PCI di Enrico Berlinguer, che pretendeva dai suoi sostenitori stili di vita coerenti con gli ideali propugnati, arrivando a censurare con un eccesso di zelo quasi poliziesco anche i comportamenti sessuali o le scelte sentimentali dei propri iscritti (per non parlare del PCI di Togliatti, ma quelli erano stalinisti).

Negare il valore della testimonianza, come direbbe Don Giovanni Bosco, separare il pensiero dall’azione che dovrebbe conseguirne, come direbbe Benedetto Croce, fare “il frocio col culo degli altri”, come in un’intervista ho sentito esprimersi un borgataro di Casa Pound, non è solo poco etico, è deleterio per i risultati politici che si vorrebbero ottenere.

Ed è comprensibile che gli abitanti di Tor Pignattara  a Roma o i pensionati di Corvetto a Milano si guardino dal votare la sinistra rappresentata da questi individui. Perché questa sinistra non li rappresenta, non capisce i loro bisogni, ed è poco credibile.

Detesto Fazio e gli altri radical chic della sua specie per la responsabilità diretta che anno su questa incredibile e angosciante ascesa dell’ultradestra in Italia. Ed essere in pessima compagnia in questo giudizio non me lo fa certo cambiare.

Auspicherei invece che fosse proprio il popolo della sinistra a sbeffeggiare e allontanare gente come Fazio, che vorrebbe rappresentarli. Vorrei sentir dire da loro, e non da Salvini, ” fuori dalle palle, tu non ci rappresenti”, vorrei che ci riprendessimo qualche buon argomento che l’ultra destra ha scippato a una sinistra dormiente e imbolsita. Come sarebbe spiazzante, e vincente sul piano del consenso!

 

p.s. aggiungo due cose: la prima è che con uno share in prima serata del 14% all’interno di una tv che ha una media del 20%, fanno bene i manager della Rai a declassare il programma di Fazio su una rete meno importante. E che se Fazio si sente “censurato” in Rai nulla gli impedisce di andare, per esempio, su La7, dove penso lo accoglierebbero a braccia aperte, e gli offrirebbero persino quello che guadagna Mentana: 320 euro lordi all’anno.

La seconda (per evitare fraintendimenti) è che non sono nè cataro nè francescano nè pauperista, e non sono ostile a persone benestanti con idee di sinistra (sarei ostile a molti dei miei più cari amici.), anzi rispetto e ammiro chi nella vita ha fatto fortuna in modo onesto.

Ercole Giammarco

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