È stata di recente costituita un’associazione per, come dicono i due fondatori, dare una mano ad innalzare il livello della politica italiana. Il nome è Base Italia. I due fondatori sono il filosofo e professore ad Oxford Luciano Floridi (autore del libro “Il verde e il blu – idee ingenue per migliorare la politica “) e l’ex sindacalista Marco Bentivogli.

Una coppia davvero insolita che, come hanno subito chiarito i fondatori non ha intenzione di creare un nuovo partito politico (e neanche un movimento politico) ma vuole essere una voce per I tanti che si chiedono che cosa fare per il proprio Paese.     Molto interessante è la tesi che sostengono I fondatori. Parte dalla considerazione che l’Italia deve tornare a crescere e che la crisi che sta attraversando non è solo economica: è anche civile, sociale e morale. Evidenziano che non si può capire la situazione attuale se non la si mette nella giusta prospettiva storica. La crisi italiana a loro giudizio non nasce con la recessione del 2008, risale a molto prima. E almeno dagli anni Settanta infatti, secondo I due fondatori, che la classe dirigente italiana ha abdicato al suo ruolo di modernizzazione del paese. Di fronte ai grandi mutamenti imposti dalla globalizzazione e dal cambiamento tecnologico, anziché investire in formazione e innovazione il Paese a loro modo di vedere ha cercato di resistere al cambiamento, finanziando a debito la sua crescita. Il risultato affermano è quello che vediamo oggi: una nazione che, accanto a molte eccellenze imprenditoriali e sociali, è vittima di una diffusa arretratezza in molti ambiti: nell’economia, con una struttura iper frammentata incapace di competere internazionalmente, nell’organizzazione dello Stato, appensantito da una mole normativa disfunzionale e barocca; nel mercato del lavoro dove l’attenzione al capitale umano e la formazione continua sono delegate alla buona volontà dei singoli; nei diritti civili e nella fatica che la nostra società sembra fare nel riconoscere che il pluralismo e l’apertura sono valori; e nella generale e diffusa convinzione che l’altro sia una minaccia e non un’opportunità di arricchimento, e che dunque l’incontro con l’altro sia qualcosa da cui ci si debba difendere, invece di auspicarlo.

Evidenziano poi come la stagnazione della produttività che le statistiche ben documentano, va di pari passo con un declino più generale del paese, che si può notare nella demografia, nel capitale umano e sociale, nella qualità delle classi dirigenti. Questo spiega, secondo I fondatori, perché una parte del paese abbia una paura crescente del futuro e dell’«altro» e pertanto reagisca chiedendo chiusura e protezione. A parere dei fondatori la risposta a questa tendenza al regresso deve nascere nella società e nell’opinione pubblica attraverso un lavoro culturale nel senso più ampio del termine. L’associazione sottolineano nasce proprio per dare forma e sostanza a tale risposta. Il sovranismo, sottolineano, sgorga proprio dal messaggio semplicistico secondo cui le nostre difficoltà sono da attribuire ad un nemico esterno (all’altro appunto): la risposta al sovranismo, di conseguenza, deve per forza fare seguito a un percorso di consapevolezza, che aiuti a cogliere le radici profonde del problema e a perseguire un sentiero di sviluppo. La tesi è che lo scontro tra èlite sia un imbroglio, e che sia in corso uno scontro tra establishment nel quale chi rivendica di rappresentare la società è solo più efficace nel tesaurizzare paure, disagio e rancore.

Base Italia, per I fondatori, vuole essere anzitutto un luogo di incontro tra persone provenienti da mondi diversi che nel nostro paese faticano ad integrarsi e a dialogare.

Per questa ragione l’associazione ha un comitato scientifico composito. E’ infatti composto in egual misura da uomini e da donne e vede la presenza tra gli altri di un economista quale Carlo Cottarelli, del Rettore del Politecnico di Milano Ferruccio Resta, della docente di diritto del lavoro Lucia Valente ma anche del gesuita e scrittore Padre Francesco Occhetta e del Presidente della Fondazione Piazza dei Mestieri Dario Odifreddi o ancora della General Manager di Polihub Claudia Pingue. Un parterre di persone con esperienze e professionalità diverse perchè I problemi da affrontare sono tanti ed è necessario mettere al tavolo persone di diversi mondi di appartenenza.

L’iniziativa va nella giusta direzione, ed è opportuno farla conoscere. Oggi più che mai abbiamo bisogno di raccogliere tutte le energie positive per cercare di invertire la rotta.

L’occasione che abbiamo davanti è importante, l’Europa ha stanziato somme ingenti, il piano europeo Next Generation EU per far fronte alle ricadute economiche della pandemia concede all’Italia 81,8 miliardi di euro di sussidi. Ma dovremo coglierla perchè si tratta forse dell’ultima occasione per invertire quel percorso di decadenza che come affermano I due fondatori dell’associazione è in atto ormai da tanti, troppi anni. Il paese tuttavia ha risorse superiori a quello che si può pensare.  Basta citare, come ricorda Luciano Floridi, che sette milioni di italiani fanno volontariato, un numero enorme.

Per tutti noi aiutare coloro che vogliono invertire la rotta è un dovere anche e soprattutto nei confronti delle generazioni future che sono quelle che rischiano di pagare maggiormente il prezzo del populismo.

Giovanni Maria Paviera

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