Il prossimo 9 luglio, a Venezia, il G20 ci dirà se la minimum tax del 21%, sui profitti esteri di tutte le multinazionali, proposta dal Presidente degli Stati Uniti, diventerà realtà oppure resterà una giaculatoria a futura memoria. È fondamentale l’accordo dei signori del G20 perché questi signori, direttamente o indirettamente, influenzano o controllano i paradisi fiscali sparsi per il mondo: Usa (Delaware, Isole Vergini americane), Regno Unito (Isole Cayman, Isole del canale a sovranità diretta), Ue (Lussemburgo, Irlanda, Olanda, Malta , Cipro), più altri paradisi meno noti, ma noti a chi sa. L’accordo sulla minimum tax eliminerebbe il dumping fiscale, tra Stati, che è una delle più clamorose contraddizioni dell’Unione Europea.

Il 9 luglio, però, non si parlerà dell’evasione fiscale delle persone fisiche e giuridiche che non siano multinazionali. Il problema rimane insoluto e a carico dei singoli Stati e se guardiamo in casa nostra è un problema insoluto da sempre. Perché? Da quando l’Italia si diede una forma statuale unitaria, lo Stato è riuscito a sconfiggere il brigantaggio che ne minava le basi all’origine, il separatismo siciliano, assorbendolo, le varie forme di banditismo, Giuliano, i rapitori sardi, le brigate rosse e le diverse sigle rivoluzionarie armate, ma non ha mai sconfitto la mafia nelle sue declinazioni e l’evasione fiscale.

Il riflesso automatico di saltare alle conclusioni è forte, ma non mi lascerò trascinare anche se 2+2 fa sempre 4 e alcuni teorici affermano che con l’aiuto di sinergie palesi o occulte 2+2 può fare anche 5. Comunque sia la domanda resta. Come mai in 160 anni di vita lo Stato unitario non è riuscito a sconfiggere la mafia e l’evasione fiscale?

Quando nasce l’evasione fiscale? Nasce quando nasce il capitalismo. Quando nasce il capitalismo? Il capitalismo nasce quando la borghesia inglese innesca la prima rivoluzione industriale che da origine alla trasformazione della società da contadina a proletaria/operaia, salariata dalle fabbriche a vapore e la borghesia francese pilota la rivoluzione del 1789 contro i poteri assolutistici della monarchia, della nobiltà e dell’alto clero. In altre parole si fondono l’iniziativa privata dell’individuo e il principio di libertà. Fu su questi presupposti che si pose in cammino il capitalismo che diventò la religione laica della borghesia.

È possibile definire la borghesia?

La borghesia è il ceto medio? No

La borghesia è una classe? No

La borghesia è una categoria? No

La borghesia è un sindacato? No

La borghesia è una corporazione? No

La borghesia è un Partito politico? No

Una classificazione della borghesia non è possibile perché la borghesia è un agglomerato di gruppi sociali che vivono del loro reddito, o esercitano il commercio, l’industria, una professione libera e che comunque svolgono attività non manuali in contrapposizione, in origine all’aristocrazia e all’alto clero, successivamente al proletariato e infine alla classe operaia. L’avvento del capitalismo fu il trionfo di una società convinta che lo sviluppo economico

poggiasse sull’intrapresa privata concorrenziale, sul successo nel comprare ogni cosa, compresa la forza lavoro, sul mercato meno caro e venderlo sul più caro e quindi poggiante naturalmente sulle fondamenta di una borghesia composta da coloro che l’energia, il merito, l’intelligenza, il potere, avevano sollevato fino alla loro posizione. 

Dopo quasi tre secoli e con qualche iniezione di socialismo (poche) il capitalismo in parte è cambiato, ma  le caratteristiche peculiari del capitalismo non sono cambiate per la semplice ragione che il protagonista del capitalismo non è cambiato. Il protagonista è la borghesia che sin dalle origini ha mantenuto il possesso e ha governato in regime di quasi monopolio la ricchezza mobiliare che prima del suo avvento era inesistente perché la ricchezza della nobiltà e dell’alto clero era essenzialmente fondiaria. L’evasione fiscale è strettamente connessa alla ricchezza mobiliare perché la si può occultare, trasferire, manipolare, tutte operazioni che con la ricchezza fondiaria non era e non è  possibile fare.

Secondo una classificazione attribuita a Paolo Sylos Labini la borghesia può essere rappresentata come segue: borghesia vera e propria, piccola borghesia impiegatizia, piccola borghesia relativamente autonoma, borghesia generica. Se si esclude, per ovvie ragioni, la piccola borghesia impiegatizia, alle altre tre categorie si possono attribuire quantità imprecisate di evasori. Il sospetto è che la borghesia che non è una lobby, quando si tratta di fisco si comporta come una delle più agguerrite lobby.

Noi siamo il paese dei condoni finanziari, edilizi, continuamente si chiede la riduzione delle tasse, si invoca la flat tax, se qualcuno si azzarda a parlare di patrimoniale per far fronte a un debito fuori controllo, viene lapidato. Siamo il paese con un roveto di leggi finanziarie che permettono elusioni, escamotage, inghippi. In altre parole tutto indica che una vera lotta all’evasione non la si vuole condurre.

Come mai l’evasore in Italia non va in galera? Credo che alla base ci sia la scarsa cultura etica della borghesia. La borghesia non è interessata al principio che senza un fisco efficace e giusto non è possibile un paese coeso. Non si fa carico della realtà di un paese diviso tra garantiti e non garantiti e che per ridurre questa frattura bisognerà metter mano al fisco e che il fisco deve essere progressivo e non flat tax. Nell’immaginario collettivo del nostro Paese, l’evasore non è da condannare, e un furbo da ammirare. Manca l’etica protestante che ritiene l’evasore un reprobo da ostracizzare, da mettere in galera. Questa peculiarità della borghesia nostrana si trasferisce nei palazzi del potere attraverso i rappresentanti che ne difendono gli interessi ed è per questa ragione che non esiste una legge che manda in galera gli evasori. Finirebbero per arrestarsi tra di loro.

Senza voler fare un processo indifferenziato e indistinto e solo guardando alla storia patria, come mai la maggioranza della borghesia, nel nostro paese, assume sempre posizioni conservatrici e qualche volta anche reazionarie? Perché l’idea del sociale non gli appartiene, non fa parte del suo retroterra ambientale. Va bene la difesa degli interessi ma almeno siate cristiani visto che dite di esserlo.

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