I sogni sono il pepe della vita. Forse, lo scarico e la liberazione delle nostre paure, delle nostre angosce, delle nostre speranze. Ho trovato stimolante lo sfogo onirico di Salvatore Garau perché, con educazione e ironia, entra “a piedi giunti” in una tematica centrale e, per molti, imbarazzante dell’attualità che stiamo vivendo.

Il ruolo dell’America e le sue responsabilità nel contesto politico, militare ed economico di questo tragico primo semestre 2022. La mia generazione, quella degli anni ’50, la prima del dopoguerra, è nata ed è stata educata nel mito degli Stati Uniti. Per gratitudine, riconoscenza, speranza. L’“American dream” è stato la cifra di tutta la nostra giovinezza costellata da un pantheon di uomini come John Fitzgerald Kennedy, Martin Luther King, Robert Kennedy.

L’American dream si è ingrigito

Oggi quel mito si è fortemente contaminato: da splendente è diventato grigio. Da punto di riferimento a esempio, spesso, di derive populiste o sovraniste. Quelli che come me lo hanno vissuto, oggi sono imbarazzati, disillusi, amareggiati, preoccupati. Il Paese è profondamente diviso e l’ipotesi che Trump possa ricandidarsi e rivincere le elezioni non è così peregrina. Il sogno di vedere Joe Biden oggetto di una risoluzione dell’ONU che, nonostante l’esistenza del bloccante diritto di veto, sanzioni gli Stati Uniti per le sue responsabilità in Iraq, è suggestivo.  Ma temo possa anche diventare una pericolosa provocazione.

Dico no a facili scorciatoie lessicali

Non perché gli USA, soprattutto in alcune stagioni della loro leadership politica, non siano stati responsabili di gravissimi errori che hanno causato tragedie e migliaia di morti. Ma perché “tutti cattivi, nessun cattivo” è una delle possibili derive di questo genere di ragionamenti. Le violazioni del diritto internazionale vanno sanzionate (possibilmente dall’ONU…!) “senza se e senza ma”. Ma bisogna, ogni volta, saper analizzare i fatti, verificare le condotte, non fare di tutta l’erba un fascio. Il ricorrere a scorciatoie lessicali di facile presa mediatica non aiuta a farsi un’idea corretta di quanto accaduto ma rappresenta, a mio avviso, una pericola opzione manipolatrice.

Viviamo e vivremo una complessità mai vista prima che ci impone, a maggior ragione, ragionamenti lunghi, analisi meditate, lotta alle fake news e alle manipolazioni. Le accelerazioni o suggestioni oniriche sono potenziali petardi in grado di esplodere quando meno te lo aspetti. Anche la parte finale del sogno di Garau mi lascia perplesso. L’autoironia non attenua la sensazione che si voglia far passare un messaggio critico nei confronti delle politiche adottate dal nostro Governo per arginare gli effetti della pandemia.

Viviamo in una compleassità mai vista prima

Se oggi possiamo rivedere la luce… forse (non abbassando però il livello della nostra autodisciplina preventiva) lo dobbiamo, nella complessità di quei momenti, a delle decisioni fondamentali assunte responsabilmente dal Governo Draghi e dal Commissario Generale Figliuolo. Questo non dovremo mai dimenticarlo. Sognare è bellissimo, confrontarci sulla realtà che ci circonda anche. Ascoltare opinioni che non si condividono è la base di ogni comunità liberale e democratica e della storia di questa testata. Detto ciò, temo i sogni che innescano ragionamenti finalizzati ad una critica del sistema (sicuramente migliorabile) velleitaria e controproducente.

Riccardo Rossotto

 

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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