Soffocata, a livello mediatico, da “Pandemia” e “Guerra”, gli unici temi che (insieme all’imperituro Calcio) sembrano appassionare stampa e tv, la notizia della modifica di due articoli della Costituzione, il 9 e il 41, è passata quasi inosservata.

Eppure si tratta di innovazioni di fondamentale importanza, non solo a livello culturale e “filosofico”. Sono, anzi, destinate a intervenire sulle amministrazioni pubbliche, sul lavoro delle aziende, sulla vita di tutti i giorni. Facciamo un passo indietro.

Articolo 9 uno dei principali articoli della nostra Costituzione

Lo scorso 8 febbraio (quindi, con l’Italia ancora in allarme Covid, sia pure calante, e a due settimane dall’attacco russo all’Ucraina, temi che hanno appunto tolto visibilità), la Camera dei deputati ha approvato definitivamente la proposta di legge costituzionale per modificare i due articoli. Mette conto ricordare che l’articolo 9 rappresenta, con tutti i primi 12, uno dei principi fondanti della Costituzione, quindi il suo aggiornamento riveste importanza per tutto l’impianto costituzionale.

Il testo, prima della riforma, recitava “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio artistico della Nazione”. Riprendeva sostanzialmente lo spirito delle due leggi Bottai (per l’epoca molto innovative a livello europeo) entrambe emanate nel giugno del 1939. Per la prima volta, in modo chiaro, affermavano che Lo Stato doveva difendere “le cose di interesse artistico e storico” e “le bellezze paesaggistiche”. Con la riforna dell’8 febbraio, la seconda parte dell’articolo 9 diventa. “(la Repubblica) tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

Un cambiemento epocale

L’ecologia più spinta entra quindi a pieno titolo tra i principi cardine della Costituzione, creando un legame indissolubile tra arte, cultura e sostenibilità. Mentre Bottai, e il vecchio articolo 9, con una concezione da prima metà del 900, quando dicevano di voler proteggere il paesaggio intendevano soprattutto la sua bellezza, la riforma sposa l’ambientalismo più spinto. La tutela della biodiversità significa difendere tutte le forme di vita, comprese le larve delle zanzare e ricreare il loro habitat naturale. Anche la palude ritrova la sua dignità, tanto che non mancano proposte per riportare gli acquitrini nelle zone bonificate.

Che arte e cultura si sposassero con l’ecologia è un concetto che le imprese hanno appreso e messo in pratica da anni, anche se il più delle volte si fermavano al green washing, cioè a interventi di facciata. Ma ora siamo di fronte a un salto quantico. Praticamente tutte le iniziative aziendali devono essere sostenibili. Coerentemente con il nuovo articolo 9, che lega arte-cultura e ambientalismo, nella business community si tende ad avviare esclusivamente progetti culturali ammantati di sostenibilità.

Nuovi vincoli nella riprogettazione dello sviluppo urbanistico

Ultimo esempio, lo scorso week end, la società milanese Atlantic Technologies, ha voluto organizzare nel Parco Sempione, in mezzo alla natura (per quanto ciò sia possibile a Milano) un corso di coaching basato sullo stimolo delle creatività artistica dei dipendenti. La responsabile dell’evento, l’artista Sabrina Ravanelli ha fatto utilizzare solo materiali sostenibili. Sin qui siamo ad esempi, tutto sommato, di breve respiro, che comunque sono indice di un forte trend. Ma con la nuova formulazione dell’articolo 9, molti progetti urbanistici di primaria importanza per le città, incontreranno sicuramente vincoli, a volte insormontabili.

Il primo progetto presentato sinora per costruire a Milano il nuovo Stadio di San Siro, prevede che la Scala del calcio si debba spostare dove sorgeva il Palazzetto dello sport, distrutto dalla nevicata del 1985 e mai più ricostruito. Peccato che ora al suo posto sorga uno “spazio verde”, il giardino (o parco) dei Capitani, intitolato agli indimenticabili Cesare Maldini e Giacinto Facchetti.

Salute a ambiente prima del profitto…

Ci azzardiamo a pronosticare che sarà dura costruire uno stadio su un giardino, distruggendo tutte le biodiversità (insetti ovviamente compresi), che accoglie. C’è chi giura che Inter e Milan dovranno rassegnarsi a portare San Siro in provincia, in qualche area a basso rischio per la bio diversità. D’altronde l’altro articolo modificato, il 41, parla chiaro. Afferma che l’iniziativa economica privata (ndr: ma a maggior ragione anche quella pubblica), non può svolgersi in danno della salute e dell’ambiente.

Attenzione, quindi molto più di quanto sta facendo (in modo oltretutto a volte confuso), il ministero per la Transizione ecologica, la modifica di questi due articoli, ignorata dai media mainstream, potrebbe rivoluzionare tutti i progetti urbanistici e di infrastruttura avviati o in programma in Italia.

Milo Goj

Milo Goj

Milo Goj, attuale direttore responsabile de L’Incontro, ha diretto nella sua carriera altri giornali prestigiosi, come Espansione, Harvard Business Review (versione italiana), Sport Economy, Il Valore,...

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