L’attuale situazione di tensione esistente tra Stati Uniti e Cina riguarda essenzialmente la questione dell’isola di Taiwan. La Repubblica popolare cinese (R.P.C.) la reclama come parte costituente del suo Stato, mentre, in oggi, essa si trova sotto il Governo della Repubblica di Cina (R.D.C.) che a sua volta ne accampa la sovranità unitamente a quella su tutta la Cina continentale. Come “Taiwan” si intende attualmente l’insieme dell’isola di Formosa e di alcune piccole isole situate tutte nell’Estremo Oriente, le Penghu (Pescadores), le Kinmen (Quemoy), le Matsu, le Diaontai e le Nasha. Formosa ne è la più grande, bagnata a est dall’Oceano Pacifico, a ovest dallo Stretto di Taiwan, a sud dallo Stretto di Luzon e a nord dal Mar cinese orientale. Si trova a 150 km dalla costa sud-est della Cina continentale ed è attraversata dal Tropico del Cancro.

È lunga 394 km, larga 144, e sviluppa complessivamente 1.566 km di coste su una superficie di 35.873 km quadrati (la più grande isola italiana, la Sicilia, ne misura 25.711). Conta 23 milioni di abitanti (di cui 2.619.000 nella città principale Taipei) e le sue città più importanti sono quelle portuali di Kaohsiung, Keelung, Taichung e Hualien.  Dal punto di vista industriale è la più grande produttrice ed esportatrice mondiale di microchip (anche in Cina) e ha portato ovunque l’uso della “Bubble tea” la sua bevanda dolce e profumata di cui è unica produttrice.  Istituzionalmente è oggi una Repubblica presidenziale con Tsai Ing-wen Presidente e Chen Chien-jen Primo ministro.

E’ formalmente riconosciuta da 11 Stati (Vaticano, Guatemala, Haiti, Honduras, Belize, Paraguay, El Salvador, Nicaragua, Swaziland, Burkina Faso e Repubblica dominicana) oltre a otto gruppi di piccole isole autonome dell’Oceano Pacifico. Fra le Organizzazioni Internazionali è presente nell’ A.P.E.C. (Asia-Pacific Economic Cooperation, Organismo per la Cooperazione economica fra Asia e Stati del Pacifico) e nella W.T.O. (World Trade Organization, Organizzazione Mondiale per il Commercio). Per quanto concerne i suoi rapporti con l’O.N.U., essendo, al momento della sua istituzione nel 1945, l’unica rappresentante della Cina, la R.D.C. ne fece parte, come membro fondatore, dal 1945 al 1971 (da quell’anno la Cina è rappresentata all’O.N.U. dalla Repubblica Popolare Cinese (R.P.C.) a seguito della risoluzione O.N.U. 2738/971 con la quale la R.P.C. veniva riconosciuta unica rappresentante della Cina sostituendovi la R.D.C.).

Attualmente la R.D.C.  è supportata economicamente e militarmente (anche con l’invio di armamenti) dagli U.S.A. che però, con una strategia ambigua, non ne sostengono l’indipendenza.   Dal dicembre 1949 l’isola ha preso nome di Taiwan. Lunga, travagliata e assai complessa è la storia dell’isola di Formosa/Taiwan. I primi abitanti furono popoli austronesiani provenienti dal sud-est asiatico, dalla Nuova Guinea e dalla Polinesia ai quali si mescolarono, negli anni, pirati cinesi e giapponesi. Nel 1590 l’isola fu occupata da navigatori spagnoli che ne furono cacciati nel 1624 da marinai olandesi.

Stabilita con gli aborigeni la “Pax hollandica” gli olandesi rimasero a Formosa sino al 1668, anno in cui ne furono cacciati da truppe cinesi provenienti dallo Guangdong e dal Fujian che, da allora, ne restarono padrone – sotto varie dinastie imperiali e poi repubblicane – sino ai giorni nostri.  Nel 1895, a seguito della sconfitta nella Prima guerra sino-giapponese (1894/1895 per il controllo della Corea) la Cina dovette cedere al Giappone – con il Trattato di Shimonoseki – l’isola di Formosa e le piccole isole, che rimasero in mano nipponica durante la Seconda guerra mondiale e i cui abitanti furono arruolati contro gli Alleati.  Esse vennero poi restituite alla Cina alla fine del conflitto in base al Trattato di pace di San Francisco (1951). Da allora Formosa/Taiwan (e le piccole isole) fanno parte formalmente della Repubblica di Cina (R.D.C.) ma la loro collocazione politica ufficiale è rimasta alquanto discussa sino ai giorni nostri.

Per cercare di comprenderne, sia pur sommariamente, le cause è necessario un riassunto – almeno per sommi capi – di quanto accaduto politicamente in Cina dall’inizio del XIX secolo ad oggi. Mentre la Nazione cinese si trovava governata, dal 1644, dai Membri della Dinastia Qing, il suo ultimo Imperatore Pun Yi fu costretto, a seguito delle rivolte popolari e militari di Wuchang e di Xinhai (ottobre 1911), ad abdicare (febbraio 1912) ponendo fine ai Governi dinastici imperiali che duravano in Cina dal 221 a.C.  Il potere venne assunto dal capo rivoluzionario Sun Yat-sen che, nell’agosto 1911, aveva fondato a Shanghai il Kuomintang (K.M.T. Partito nazionalista cinese) e il 1° gennaio 1912 la Repubblica di Cina (R.D.C.)  con capitale Nanchino (poi Pechino).

Alla Presidenza della Repubblica venne nominato lo stesso Sun Yat-sen alla cui morte (1925) seguì una serie di 17 successivi Presidenti sino al maggio 1948, anno in cui assunse la Presidenza il generale nazionalista Chiang Chun-chen, capo del K.M.T., che prese nome di Chiang Kai-shek.    Nel luglio 1921 l’attivista comunista Chen Duxiu aveva fondato – sempre a Shanghai – il Partito Comunista Cinese (P.C.C.) e da quel momento si accese, in Cina, una feroce lotta civile tra i militanti di questo Partito e i nazionalisti di Chiang Kai-shek.  Questi ultimi costrinsero i comunisti dapprima alla clandestinità nella regione dello Jangxi (sino al 1927) e poi a riparare, nell’ottobre 1934, nello Shaanxi, nel nord del paese. Quivi essi erano giunti, alla guida del rivoluzionario Mao Zedong, dopo una “Lunga marcia” di oltre 12.000 km a piedi durata un anno e vi costituirono la Repubblica sovietica cinese.

La lotta contro i nazionalisti del K.M.T.  proseguì durante tutta la Seconda guerra mondiale, nel corso della quale, dal dicembre 1941, la R.D.C. prese parte a fianco degli Alleati. A guerra finita, i comunisti prevalsero sui nazionalisti e il 1° 0ttobre 1949 Mao Zedong fondò a Pechino la Repubblica Popolare Cinese (R.P.C.). Chiang Kai-shek riparò con i suoi seguaci nell’Isola di Formosa e a Taipei (città capitale dell’isola) stabilì il Governo della Repubblica di Cina (R.D.C.) nazionalista dandole il nome di Taiwan.

A questo punto possiamo riprendere la storia di Formosa divenuta Taiwan. Chiang Kai- shek stipulò rapidamente (1954) un “Trattato di mutua difesa” con gli U.S.A. che gli consentì la protezione del suo Governo e istaurò nell’isola un regime rigidamente dittatoriale che durò sino alla sua morte (1975). Esso venne lentamente mitigato – con l’introduzione di alcune riforme democratiche – da Lee Tenghui, successivo terzo Presidente della R.D.C. e ennesimo capo del K.M.T. Era stato eletto nel 1966 a seguito delle prime elezioni presidenziali democratiche tenutesi a Taiwan. A Tenghui (deceduto nel 2000) succedettero Chen Shui-bian (2000/2008) appartenente al P.P.D.C. (Partito Progressista Democratico Cinese) primo Presidente democraticamente eletto dopo 80 anni di Presidenza del K.M.T., Ma Ying-jeou (2008/ 2016) e Tsai Ing-wen ( 2016 a tuttora) prima donna eletta al governo della Cina anch’essi appartenenti al P.P.D.C.

Contrasti con il Governo della R.P.C. erano sempre all’ordine del giorno con un atteggiamento reciproco di assoluta chiusura fra di loro che era perdurato sino al 1981. In quell’anno la R.D.C. (Presidente Chiang Ching-kuo) iniziò ad avanzare in sede internazionale le prime proposte per una eventuale unificazione con la R.P.C. (Presidente Ye Jianying). Nel 1987, sulla base di una ampia autonomia economica riconosciuta da parte di Pechino per l’isola, prese forma un cauto processo di distensione fra la R.D.C. (Presidente Lee Teng-hui) e la R.P.C. (Presidente Jiang Zemin).  Questo processo, con alterne vicende, è tuttora in corso, in modo peraltro del tutto indiretto e informale, fra Xi Jingpin (R.P.C.) e Tsai Ing- wen (R.D.C.).

Gustavo Ottolenghi

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