E’ stupefacente constatare come il “dopo” del discorso del Presidente Mattarella di fine anno, che ha avuto un consenso quasi unanime di critica e di pubblico, e gli inviti ad assumere delle decisioni prendendosi anche dei rischi per il futuro (Giovani – Ambiente – Coesione sociale – Ripresa economica, ecc.) lanciati da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera e da Davide Dattoli intervistato da Andrea Iannuzzi su La Repubblica, siano stati archiviati come delle belle e vere fotografie del nostro drammatico “oggi” ma poi … non stia succedendo nulla!

Il dibattito politico è tornato alle faide interne dei partiti o dei movimenti; la politica internazionale ha monopolizzato le prime pagine di tutti i nostri organi di informazione; tutti siamo tornati ad occuparci delle “nostre cose”.

Nessuno ha pensato di inserire i “titoli” degli auguri di Mattarella o delle sollecitazioni di Severgnini e Dattoli in un ordine del giorno di uno dei prossimi Consigli dei Ministri del nostro Conte 2.

Nonostante le risultanze delle analisi, a livello nazionale ed internazionale, delle agenzie specializzate e degli enti istituzionali, ci diano ancora in stallo di crescita e di non modifica del trend demografico anche per il 2020, nessuno in Italia sembra preoccuparsene.

Mattarella ci ha stimolato “Ad ampliare l’orizzonte delle nostre riflessioni; senza naturalmente, trascurare il presente e i suoi problemi, ma anche rendendoci conto che il futuro in realtà è già cominciato … Abbiamo anche possibilità per affrontare e risolvere questi problemi e per svolgere inoltre un ruolo incisivo nella nostra Europa e nella intera comunità internazionale”.

Mattarella, quasi per incoraggiarci, ha aggiunto “Incontro sovente capi di stato, qui in Italia o all’estero. Registro ovunque una grande apertura verso di noi, un forte desiderio di collaborazione, di simpatia nei confronti del nostro popolo… Tutto ciò deriva anche dalla nostra politica di pace e dalla ricerca e la capacità tutta italiana di saper dialogare nel rispetto reciproco, e grazie anche alle missioni delle nostre Forze Armate in favore della stabilità internazionale e contro il terrorismo”.

Noi, invece, ci limitiamo a dire “Giusto Presidente … bravo Presidente … ci voleva un’iniezione di fiducia” ma poi nulla capita!

Archiviamo tutto addebitando al Governo, al Parlamento, comunque ad altri questo vuoto decisionale.

Mai … a noi stessi!

Di questo passo non ne usciremo più da questa crisi di stagnazione anche psicologica e culturale … Sardine o non Sardine.

O proviamo a seguire i consigli, per esempio, di Beppe Severgnini “Dobbiamo augurarci una cosa soprattutto: chi crede nel progresso, nella moderazione e nella collaborazione internazionale, abbia più coraggio. Chi si identifica con le parole pronunciate il 31 dicembre dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, corra qualche rischio. La gestione spaventata di tante piccole crisi non basta più. Anzi: non è mai bastata.

Essere moderati – ha scritto Severgnini –  non significa essere ignavi: vuol dire essere lungimiranti. Le conquiste sociali che ci rendono orgogliosi – il servizio sanitario nazionale, l’istruzione pubblica, la previdenza sociale, una giustizia non soggetta al potere politico – sono arrivate in Occidente dopo grandi traumi: dittature o guerre. Non aspettiamo il cataclisma per muoverci. Ci sono cose che un governo deve provare a fare sia nel campo della sanità, sia della scuola, sia dell’aiuto ai più deboli, sia del mondo della giustizia. Abbiamo bisogno di semplificazione, di flessibilità, di sostegno anche finanziario in questi settori. Il Governo Conte 2 ha davanti a sé tre anni: non tiri a campare. Abbia coraggio.

Non rischiare, all’alba degli anni ’20, è il vero grande rischio”.

Oppure la sintesi di Davide Dattoli, il ventinovenne bresciano, secondo la rivista Forbes uno degli under 30 più influenti nel mondo dell’innovazione, fondatore di Talent Garden “La sfida dell’Italia per il 2020 è capire cosa vuole essere e dove vuole arrivare, abbandonando la visione di corto respiro, semestrale, a cui purtroppo siamo abituati. Il traguardo deve essere il decennio, uno sviluppo che decida se si deve puntare sui servizi, sulla manifattura, sul turismo. Un piano strategico che chiama in causa le responsabilità della politica… Serve un patto tra le generazioni: chi ha più esperienza e tradizione deve essere pronto a sostenere i giovani”.

Oppure finiremo di accartocciarci sempre più su noi stessi, sempre più egoisti e malmostosi, come ci ha perfettamente fotografato il Censis, senza alcuna chance di invertire una deriva negativa.

Certo, dirà qualcuno, a meno di non provare una soluzione nuova, che bene o male piace ad oltre 1/3 degli italiani: Matteo Salvini nella stanza dei bottoni.

Quando constateremo, in tal caso, che la scorciatoia della semplificazione della complessità sarà diventata un’ingannevole promessa non mantenuta, sarà troppo tardi e avremo di nuovo perso del tempo prezioso.

Riflettiamoci.

Riccardo Rossotto

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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