Il numero de L’Incontro del settembre 2008 è stato dedicato, a tutta pagina, ad un duplice compleanno. Da un lato i Suoi 90 anni, compiuti il 4 settembre; dall’altro al 60° anniversario della nascita de L’Incontro. Il titolo di quel numero eccezionale, che ripubblichiamo, era il più esatto e significativo di ciò che aveva rappresentato per 60 anni la testata.

“DA 60 ANNI A DIFESA DEI DIRITTI CIVILI”

Oltre a numerosi messaggi augurali e ad una accurata intervista al “nostro Direttore Bruno Segre”, ricordo l’articolo di fondo. Una specie di riassunto degli ideali che L’Incontro ha propugnato con passione per oltre 60 anni. Ce ne vuole parlare?

L’orgoglio di 60 anni di pubblicazione

In effetti il risultato di giungere, con una testata basata solo su poche forze, pochi collaboratori e pochi denari, a festeggiare il 60° anniverario di ininterrotte pubblicazioni mi aveva inorgoglito. Al di là di ciò ribadii come la “linea” del giornale fosse rimasta inviariata negli anni, come “testimone di Storia”, raccontando ciò che era avvenuto.

Un grande lavoro di inchiesta

“È trascorso oltre mezzo secolo dal primo numero de L’Incontro, che nell’editoriale formulava il suo programma: “Questo giornale intende ricercare una garanzia di libertà e di sicurezza, di serenità e di fede nella vita… Un grande lavoro ci attende per smascherare le cause della guerra e abbattere le barriere economiche, sociali ed ideologiche. Siamo per la pace internazionale, per l’amicizia fra cristiani ed ebrei. Si incontrano con noi tutti gli uomini liberi, tutti i cittadini del mondo…”.

Sempre in prima fila a difesa dei diritti civili

A questo programma ci siamo ispirati nel corso di questi 60 anni di assiduo lavoro, difendendo i diritti civili contro ogni discriminazione di razza o di religione, contro ogni totalitarismo. Abbiamo condotto vittoriose campagne di stampa per il riconoscimento legale dell’obiezione di coscienza al servizio militare, per l’introduzione del divorzio, per la liberazione dell’aborto, per la scuola pubblica, per una Giustizia più efficiente, per la riforma (in attesa dell’abrogazione) del Concordato, per la libertà e la dignità di ogni cittadino.

Uno strumento per la circolazione delle idee

Il nostro programma pacifista l’abbiamo sviluppato affrontando temi d’attualità (commercio delle armi, impiego di bambini – soldato, riarmo atomico, terrorismo, razzismo, antisemitismo, traffico delle droghe, ecc.). E  abbiamo ospitato inchieste e documentazioni utili a conservarsi anche a distanza di tempo. Nel suo stesso titolo L’Incontro ha voluto essere uno strumento per la circolazione delle idee, per il confronto di opinioni diverse, in modo che i lettori possano misurarsi senza riserve ed aprire un dialogo fra chi legge e chi scrive”.

L’articolo si concludeva così…

Ci gratifica il consenso dei lettori per le nostre denunce di violazioni dei diritti civili, per le segnalazioni di iniziative contro i privilegi del potere e le minacce alla democrazia. Se in questo lungo periodo di oltre mezzo secolo si è fatta molta strada (fine del colonialismo, Convenzioni dell’ONU, Imprese spaziali, conquiste scientifiche, aumento della longevità, ecc.) il progresso tecnico e l’affermazione del diritto non hanno ancora assicurato ai cittadini del mondo la sicurezza dal timore, la liberazione dalla povertà e dall’ignoranza, nè la pace in tante contrade del pianeta.

Un mondo di giustizia e di fraternità

Perciò la nostra ansia di 60 anni addietro per un mondo di giustizia e di fraternità ancora ci induce a continuare sulla stessa via la nostra battaglia ideale”.

Alessandro Re

 

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