Il Reggimento “Azov” è una unità militare ucraina autonoma affiancata all’esercito regolare dell’Ucraina con compiti militari e di polizia.

Data di nascita: 5 maggio 2014

La sua storia è complessa e drammatica e si svolge in due momenti successivi e collegati. Il primo comprende il periodo dal maggio 2014 (anno della sua fondazione) al maggio 2022 (anno della sua dissoluzione). Il secondo dallo stesso maggio (anno della sua ricostituzione) a tuttora. Il primo Reggimento venne formalmente costituito il 5 maggio 2014 a Berdiansk (oblast, circondario, di Zaporizzja) dal tenente colonnello Andrij Bilec’kyi, leader dei partiti ucraini di destra. Raccoglieva i militanti del Battaglione “Azov” , unità che era stata formata nel febbraio precedente dallo stesso Bilec’kji, e che aveva mutato nome a causa dell’incremento del numero delle reclute. Esso era stato una delle cinque unità (battaglioni “Aidac”, “Donbass”, “Dnipro1“, “Dnipro 2” ai quali si era unito il battaglione “Azov”), che si erano autonomamente formate nell’aprile 2014 per supportare, insieme al D.U.K (Corpo Volontari ucraini), l’esercito regolare ucraino nella sua lotta contro i separatisti filorussi.

2.500 uomini finanziati da un oligarca ucraino

Finanziato dall’oligarca ucraino Jhor Kolomojs’kji , ex Governatore di Dnepropetovsk, il Reggimento consta attualmente (luglio 2022) di 2.500 uomini suddivisi in quattro battaglioni di fanteria meccanizzata (“Azov Kyiv,”, “Azov Dnipro”, “Azov Poltava” e “Azov Prykarpattia”) ciascuno composto da tre compagnie, più un battaglione corazzato fornito di carri armati T64 e T72 e di pezzi di artiglieria. Comprende inoltre compagnie specializzate (genio, sanità, trasmissioni, manutenzioni, ricognizioni e difesa N.B.C. nucleare, batteriologica, chimica). Gli uomini del Reggimento “Azov” sono soprannominati “uomini neri” dal colore delle loro divise in opposizione agli “uomini verdi” delle forze speciali russe. Il Reggimento annovera tra le sue file anche volontari stranieri provenienti dalla Gran Bretagna, dalla Germania, dalla Francia, dalla Spagna, dall’Italia, dal Portogallo, dalla Croazia , dalla Romania, dalla Svezia, dalla Finlandia, dagli U.S.A. e dal Canada, legati per lo più a partiti di estrema destra.

Volontari da ogni parte d’Europa e del mondo

Inquadrati nella “Guardia nazionale ucraina”dell’esercito regolare come “Reggimento Operazioni speciali Azov” sono riconosciuti come militari regolari. Dal maggio 2022 è al comando del maggiore Nikita Nadtochiy, succeduto al tenente colonnello Denys Prokopenko (“Redys”) che a sua volta aveva comandato il Reggimento allorché il comando era stato lasciato dal suo fondatore Andrij Belec’kyi. La sede attuale del Reggimento è in Ucraina, a Urzuf (oblast di Doneck) città costiera sul mar d’Azov. Suoi centri di addestramento sono a Atek (periferia di Kiev) e allo stesso Urzuf. Il suo odierno emblema è il “Tryzub”, scudetto giallo sul quale sono inserite tre spade dorate, che sostituisce quello del vecchio Battaglione, che presentava sullo scudetto il “Wolsfangel” (trappola per orsi) nero di ispirazione nazista.

Specializzati in azioni belliche ad alto rischio

Il motto del Reggimento è “Morte al nemico”. I suoi compiti comprendono, oltre alla partecipazione diretta ad azioni belliche, attività di ricognizione, controguerriglia, operazioni segrete e E.O.D.(“Explosive Ordnance Disposal” bonifica di ordigni esplosivi). Nel primo periodo della sua esistenza il Reggimento aveva preso parte a diverse battaglie sia contro le forze separatiste ucraine filorusse sia direttamente contro le truppe della Federazione russa. Con diversa fortuna combattè nella “Guerra del Donbass” (iniziata nell’aprile 2014) a Slov’jansk (12 aprile) e a Novoazovsk ( 5 maggio), ma soprattutto nella prima battaglia di Mariupol (maggio/giugno). Questa città , situata nell’Ucraina sudorientale, nella Prazovia, oblast di Doneck, era stata attaccata per la prima volta da separatisti ucraini filorussi il 2 maggio 2014 e da loro occupata dopo quattro giorni.

Arrendersi? Mai!

Le truppe dell’esercito ucraino la riconquistarono con l’aiuto del Reggimento Azov il 9 maggio e la difesero a fronte di successivi ripetuti attacchi separatisti sino al 16 settembre, giorno in cui fu dichiarato il “cessate il fuoco”. La città restò ucraina. Una seconda battaglia per la città ebbe luogo nel corso della invasione del Donbass ucraino da parte delle forze militari della Federazione russa il 22 febbraio 2022 e si concluse tragicamente per il Reggimento che vi aveva preso parte. I militari russi avevano iniziato l’assedio della città (difesa anche dal Reggimento) il 2 marzo 2022, incontrando una tenace resistenza da parte degli ucraini. La soverchiante potenza russa costrinse alla resa i difensori della città il 19 aprile. I 2.500 uomini del Reggimento non si arresero e si asserragliarono all’interno della acciaieria Illich nel complesso industriale Azovstal nell’ovest della città che venne assediato dai russi.

A difesa delle acciaierie Azovstal

Dopo la resa di parte degli assediati restati senza cibo e munizioni, i superstiti del Reggimento resistettero agli attacchi russi sino al 20 maggio allorché si arresero anche essi su ordine inviato loro dal Comando della Guardia Nazionale ucraina da cui dipendevano. Fatti prigionieri dai russi, il comandante Prokopenko, il suo vice Sviatoslav Palamar e i tre comandanti reparto furono inviati in un campo di prigionia “speciale”della neoistituita Repubblica popolare ucraina filorussa. Il resto dei prigionieri fu ristretto nella prigione di Olenivka a 20 kilometri da Doneck. Il 20 maggio 2022 segnò la fine del primo Reggimento Azov e la città di Mariupol entrò a far parte della Repubblica popolare filorussa di Doneck. Il Presidente ucraino Vladymyr Zelensky conferì al Comandante Prokopenko la massima onorificenza militare ucraina per l’eroica difesa della acciaieria Azovstal. Il 20 luglio in un violento incendio scoppiato nella prigione di Olenivka morirono 50 militari prigionieri del Reggimento.

Quell’incendio molto sospetto

Sulle misteriose cause dell’incendio (doloso?) il Segretario Generale dell’O.N.U. Antonio Gutierrez, sollecitato da Zelensky, nominò una Commissione per accertarne l’origine e si è tuttora in attesa dei risultati. Il 21 settembre, a seguito di uno scambio con prigionieri russi, Propenko, Palamar e i tre comandanti di reparto del Reggimento Azov vennero liberati. Il 30 maggio 2022 a Kharkiv il secondo Reggimento Azov è stato ufficialmente ricostituito sotto la guida di Nikita Nadtochij ed è attualmente operativo a fianco dell’esercito regolare ucraino.

Gustavo Ottolenghi

 

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