Domenica 7 febbraio, giornata cupa, uggiosa, umida in tutta Italia.

Speriamo sia l’ultimo giorno di sonno prima del risveglio.

La scorsa settimana il Presidente Fico ha fallito le sue consultazioni.

Il Presidente Mattarella, uomo schivo, ma preparato, aveva già pronto il piano B.

Ha convocato il prof. Mario Draghi, detto amichevolmente SuperMario per la famosa frase “…whatever it takes.”.

Non credo Draghi aspirasse a questo incarico.

La sua statura professionale e il suo posizionamento internazionale era destinato ad altri ruoli più prestigiosi.

Ma Draghi è un “civil servant”. Nel vero senso della parola.

Ed ha accettato perché, con questa cultura e questo approccio, non avrebbe potuto non rispondere positivamente alla chiamata del Presidente Mattarella e per voce sua dall’Italia.

Non ho personalmente grande frequentazione con lui, ma ho lavorato molto con la sua squadra, i Draghi boys, negli anni della Presidenza del Governo di un altro grande “civil servant”: Carlo Azeglio Ciampi.
Draghi era al Tesoro come Direttore Generale.

E si è occupato della grande stagione delle Privatizzazioni del paese, in cui io sono stato coinvolto essendomi occupato, sempre per il mio settore, della prima privatizzazione fatta in Italia: il Credito Italiano, oggi Unicredit.

L’ho poi seguito nel tempo scrivendogli più volte e plaudendo sempre alle sue coraggiose azioni.

Draghi ha davvero molto da perdere nella posizione che gli sta offrendo il Presidente Mattarella. Qualcosa da guadagnare solo se il successo di un suo Governo sarà pieno e completo.

Draghi è un grande “ascoltatore”, virtù assai rara. E parla poco.

Ma ha moltissime capacità di sintesi e di visione strategica.

Ha dalla sua la forza di una reputazione eccelsa. Ci tornerò dopo.

Da comunicatore non potrò mai ripetere a sufficienza quanto la reputazione sia importante.

I primi effetti li abbiamo già visti nel primo giro di consultazioni: i partiti riottosi e recalcitranti a suon di veti incrociati si sono “magicamente” allineati nel garantirgli il loro appoggio. Ben oltre delle ipotesi iniziali e delle aspettative.

Generando così una situazione non facile da mediare.

Vedremo gli sviluppi e non farò certo previsioni, limitandomi ad osservare ciò che accade.

La reputazione di Draghi è globale.

I suoi interlocutori per anni sono l’elite del mondo.

In termini di competenze e ruoli.

La sua credibilità, conquistata in ruoli di grande rilievo e con decisioni difficili da prendere.
Voglio sottolineare ciò che il solo effetto della sua nomina ha provocato sui mercati, oltre all’allineamento più sopra citato.

In due giorni la Borsa italiana ha volato alto, la migliore in Europa, meglio anche della Borsa USA. Lo spead è sceso a 93 punti.

Solo l’era che possa essere lui il Presidente del Consiglio ha reso tutti gli Italiani più ricchi di circa 1 miliardo di euro.

Non nelle nostre tasche oggi, ma come minor costo del debito e quindi minor carico fiscale in prospettiva.

Un risultato eclatante.

Temo però che questo possa non essere compreso dalla “pancia” del paese.

A molte fasce del paese l’informazione arriva distorta e troppo spesso “orientata” dai social ed anche dai media.

Temo che gran parte del Paese non leggerà la situazione, o non la leggerà correttamente, e non vedrà e valuterà correttamente i fatti.

Se lo farà l’Italia potrà le basi per una sua grande rinascita.

Se non lo farà perderà, ancora una volta una grande, grandissima, occasione.

Tutta Europa ci guarda.

Cesare Valli

Cesare Valli

Esperto di strategia di Comunicazione Ha gestito alcune delle più note società nei comunicazione a livello internazionale lavorando su più mercati mondiali. Al suo attivo 5 privatizzazioni, oltre...

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