Un grido di dolore pacato ma struggente.

Una denuncia lucida e spietata.

Una situazione che non può continuare ad essere ignorata!

L’Incontro ha iniziato da qualche mese la sua pacifica battaglia per il rispetto dei diritti umani nel nostro Paese.

Nella tradizione di questa testata abbiamo deciso di dare la parola a tutti coloro che sono vittime di soprusi o di inaccettabili trattamenti lesivi della loro dignità di esseri umani.

Come promesso, stiamo monitorando i lavori parlamentari per verificare che il nuovo Governo Draghi mantenga, almeno lui, la promessa del governo Conte 2 di portare finalmente in aula la legge sull’istituzione della Commissione per la tutela dei diritti umani.

In questo quadro di riferimento, oggi abbiamo deciso di pubblicare la lettera aperta di Aboubakar Soumahoro, portavoce della Comunità degli Invisibili in movimento, inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi, tramite il settimanale L’Espresso.

Aboubakar Soumahoro è un sindacalista ivoriano di 40 anni, naturalizzato italiano, arrivato nel nostro Paese nel 1999, in anni in cui l’immigrazione non aveva ancora assunto i colori della attuale tragedia.

Soumahoro si iscrive all’università e nel 2010, a 30 anni, si laurea a Napoli in sociologia con una tesi su “L’analisi sociale del mondo del lavoroLe condizioni dei lavoratori migranti nel mercato del lavoro italiano”.

Il giovane ivoriano diventa un protagonista della nostra cronaca nei giorni successivi alla tragedia di Rosarno (2 giugno 2018) quando, in un campo profughi del paesino calabro, morì Soumaila Sackh, un bracciante clandestino assassinato mentre cercava di costruirsi una baracca nel campo profughi di quella località.

Soumahoro iniziò da allora una battaglia politica e sindacale mirata a contrastare il caporalato e lo sfruttamento della manodopera clandestina in agricoltura.

Fu proprio la sua iniziativa che portò alla scrittura e approvazione della Legge del 4 luglio 2019 proprio sulla nuova disciplina in materia di caporalato.

Insomma, Aboubakar Soumahoro é diventato il punto di riferimento e di speranza di tutto quel mondo degli “Invisibili” che formalmente per lo Stato italiano non esistono e non hanno quindi diritti.

Pubblichiamo dunque un estratto della sua lettera aperta a Draghi sulla tragica situazione degli immigrati clandestini nel nostro Paese.

Egregio Signor Presidente, viviamo in un mondo dove “una parte dell’umanità vive nell’opulenza, un’altra parte vede la propria dignità disconosciuta, disprezzata o calpestata e i suoi diritti fondamentali ignorati o violati” come illustra con sentita maestria Papa Francesco.

Noi, gli Invisibili, siamo quella parte disconosciuta nella propria dignità e logorata dalle disuguaglianze materiali, ma che al suo interno possiede la forza per innovare profondamente l’etica politica e sociale di questo Paese.

Siamo quella parte disprezzata e asfissiata da un sistema economico fondato sullo spirito dell’avidità.

Siamo quella parte calpestata, scartata e relegata nei bassifondi dell’umanità.

Siamo quella parte confinata nei depositi metropolitani delle periferie socialmente disagiate e nelle zone rurali umanamente dimenticate …

Noi, gli Invisibili, siamo quelle donne e quegli uomini costretti a vivere ai margini della società.

Siamo quelle donne e quegli uomini che compongono l’esercito dei lavoratori autonomi come le partite iva impoverite e sfruttate da un mercato del lavoro schiavizzante.

Siamo quelle donne e quegli uomini che lavorano in modo precario e senza tutele…

Egregio Signor Presidente,

l’Invisibilità non è frutto di una dannazione divina ma è la conseguenza di scelte politiche ancorate ad un sistema basato sull’ideologia delle disuguaglianze.

Oggi, confidiamo che l’azione del Suo Governo ambisca a liberarci, noi, gli Invisibili, dal giogo dell’invisibilità permettendoci di emanciparci “dall’incubo del bisogno”, come diceva Sandro Pertini.

Oggi confidiamo che il Suo Governo non ci consideri “temi divisivi”, o derubricati alla voce “non lo permettono gli equilibri della coalizione”, ma esseri umani a cui servono risposte concrete ai propri bisogni, alle proprie sofferenze, alle proprie umiliazioni, ai propri sogni e desideri…

Siamo affamati di giustizia sociale e di libertà. Perché una persona che ha fame non è una persona libera.

Vogliamo il pane della libertà e della giustizia sociale…

Egregio Signor Presidente,

il successo della nostra società si misurerà nella felicità dei suoi membri meno tutelati e non solo quella dei più ricchi.

Il futuro dell’Italia è indissolubilmente legato alla capacità della politica di garantire ai milioni di Invisibili “i diritti fondamentali ignorati o violati”, come dice Papa Francesco.

Confidiamo che trovi il coraggio di confrontarsi con il dolore di milioni di persone che si sentono invisibili, perché oggi non siamo più rassegnati ad essere spettatori inermi della Storia ma ci stiamo organizzando per diventare il motore del nostro futuro.

La preghiamo Egregio Signor Presidente del Consiglio dei Ministri incaricato, di accettare le espressioni della nostra alta considerazione.

Aboubakar Soumahoro

Portavoce della Comunità degli Invisibili in movimento

Crediamo che siano parole che non necessitino di commenti.

Parole che non possono essere più ignorate dalla politica e da tutti noi.

Riccardo Rossotto

"Per chi non mi conoscesse, sono un "animale italiano", avvocato, ex giornalista, appassionato di storia e soprattutto curioso del mondo". Riccardo Rossotto è il presidente dell'Editrice L'Incontro srl

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