L’incipit potrebbe essere: non se ne può più. Campo largo, campo aperto, campo di gioco, campetto, ecc… E’ solo il campo di Agramante che come descrisse bene Ludovico Ariosto è un campo di persone discordi e litigiose.

Devo ancora decidere come votare il 25 settembre

Sono un elettore e mi sto chiedendo come voterò il 25 settembre. Per inciso settembre è un mese infausto per l’Italia e il 25 settembre 1943 ci furono bombardamenti disastrosi su Firenze e Bologna.

Ma torniamo all’oggi

I bookmaker danno la coalizione di destra vincente a mani basse (termine ippico) e non accettano scommesse perché non c’è quota. A sinistra è ancora tutto nebuloso e imperversano dichiarazioni che rimbalzano accuse di tradimenti e dispetti prima ancora di cominciare a giocare. I capi e i capetti sono in guerra tra loro e con enfasi ridondante declamano i loro programmi: chi più liberale, chi più sociale, chi più conservatore, chi più progressista, e qualcuno anche liberista.

Tutti promettono il meglio possibile per il Paese

Il fatto strano di questi capi e capetti e che ci parlano degli orizzonti futuri, cioè dove vogliono portare il paese con i loro programmi, ma non ci dicono nulla sul dove si trovano, cioè qual è la loro posizione di partenza. Pare non sappiano che per stabilire dove andare, bisogna prima fissare il punto in cui si è. Il posto della sinistra è il posto della minoranza, sia se si accorpano in un minestrone indigeribile, sia se vanno da soli ognuno con il suo vessillo. Naturalmente dicono di competere per vincere, ma sanno che resteranno minoranza e saranno opposizione. E’ vero che le minoranze devono agire per diventare maggioranze, ma per conseguire questo risultato occorre un posizionamento chiaro e definito, cosa che la sinistra non ha.

Cosa comunicherà la sinistra al 6% di nuovi elettori?

Facendo un calcolo a spanne e arrotondato, il 6% di 45milioni di elettori (corpo elettorale) sono 2.700.000. Cosa comunicherà a un eventuale 10/15% di non votanti che volessero tornare a votare? Sempre facendo un calcolo a spanne, il 10/15% del 40% degli astenuti dei 45 Milioni di elettori, sono 1.800.000/2.700.000. Si tratta di una massa di voti che potrebbe influire sul risultato finale. La comunicazione a sinistra si dilania tra. Chi vuole il termo valorizzatore e chi no, chi vuole il nucleare di ultima generazione e chi no, chi vuole l’allargamento della NATO e chi no. Chi vuole l’agenda Draghi e chi no, chi vuole le armi a Kiev e chi no. L’elenco è lungo.

Qual è il messaggio per i diciottenni

Qual è il messaggio per i diciottenni che vanno al voto per la prima volta e per gli astenuti di ritorno? In questo coacervo di di posizioni è possibile individuare il posizionamento della sinistra? E’ impossibile perché il posizionamento lo si ottiene da una identità univoca. Non è esiste un posizionamento multiplo. Questo è il problema irrisolto del PD. Un partito che nasce di sinistra ma che nel tempo si è spostato sempre più verso il centro come peraltro risulta dal suo elettorato collocato nelle zone residenziali. Se gli operai, quelli rimasti, votano Lega ci sarà una ragione. Il segretario del PD ha fatto la sua scelta, lui è il capo, sua è la responsabilità, ha cercato di aggregare il possibile e l’impossibile.

Le urne ci daranno il verdetto

Tuttavia, le circostanze attuali, generate da una legge elettorale demenziale e dalla litigiosità dei partiti del 2%. avrebbero suggerito di correre da soli, attrezzarsi per una opposizione dura come quella che esercitava il vecchio PCI, provocare la scomparsa dei molti cespugli tagliati dalla soglia del 3%. Il sospetto è che il PD tema di andare all’opposizione come se sentisse solo legittimato a governare. Ha prevalso il riflesso Pavloviano di non avere nemici a sinistra e le scelte sono state condizionate da questo dogma dei comitati centrali di antica memoria. Il PD ha subito scissioni a sinistra e a destra e anche queste operazioni lo hanno definito più un partito di centro-sinistra che di sinistra.

Il centro-sinistra è il PD e allora prenda coraggio, lo dica e operi in quella direzione. Se è vero che in Italia esiste questa grande nostalgia per un centro politico, Il PD potrebbe, dovrebbe fare una profonda riflessione e definirsi partito di centro- sinistra con una forte visione sociale e un occhio attento ai diritti civili. La realtà è che si considera un partito di sinistra senza esserlo più. In caso contrario dovrebbe spiegare l’esistenza alla sua sinistra di almeno tre quattro partiti che si dichiarano di sinistra. Ciò detto mi sto ancora chiedendo come voterò il 25 settembre.

Riccardo Rossotto

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