Recentemente Papa Bergoglio, ritornando dal suo viaggio a Panama (27 gennaio 2021), ebbe confermare la posizione della Chiesa cattolica sull’aborto (inteso anche come IVG =  interruzione volontaria di gravidanza) nel senso della sua assoluta opposizione a quanto ottimamente riproposto all’opinione pubblica dei fautori della cosiddetta teoria pro choice cioè del diritto di ogni donna di poter scegliere se, a determinate condizioni, portare o non portare a termine una gravidanza nei suoi primi mesi di gestazione con conseguente sacrificio del concepito. Questa corrente di pensiero è sempre stata contestata dai sostenitori del principio pro Life (vita) che considerano ogni interruzione volontaria di gravidanza un omicidio di un essere umano divenuto tale dal momento del suo concepimento. È evidente che le ragioni addotte a favore delle tue tesi si basano su un concetto temporale, in quanto si rifanno entrambe alla definizione del momento dal quale l’oggetto del concepimento può venire considerato essere umano vivente e quali sono le condizioni anatomo fisiologiche che consentono di considerarlo tale.

Come “essere umano vivente” si intende una “entità dotata di forma specifica, di struttura cellulare, costituita da un insieme di organi interdipendenti e in relazioni funzionali tra di loro tali da renderla capace di vivere autonomamente” (“Fisiologia umana” – Dee Silverthom – Ed. Pearson 2020) e che, per quanto concerne la sua ontogenesi, si evolve in successivi momenti temporali a partire dal suo concepimento dovuto dall’unione di una cellula maschile (spermatozoo) con una femminile (ovocita) che origina l’ “embrione” ( o “zigote”), cioè l’ovocita fecondato , il quale si evolve , nella prima settimana–del concepimento , nella “morula” ( aggregato di ovociti disposti a forma di una mora di gelso) , poi , nella seconda settimana , nella “blastula” ( aggregazione sferica di morule ,cava nel suo interno) ; nella terza settimana, nella “gastrula”( fissurazione delle blastule) e quindi , nell’ottava settimana, nei tre foglietti embrionali (ecto-, rodo- e meso- derma) dai quali avrà origine la formazione dei primi organi vitali (talamo, corteccia cerebrale, abbozzo del canale digerente, delle strutture faciali e degli arti, delle fibre nervose e muscolari) che, dopo 23 settimane, danno origine al “feto” (prodotto terminale del concepimento) dotato delle caratteristiche e delle forme proprie della specie cui appartiene lo zigote originario ( “sviluppo prenatale dell’uomo. ( – Moore e Persaud – Ed. Edra , 2014).

I seguaci che appoggiano quanto affermato -sulla base di queste consideraziori1 -nel 1890 da Papa Pio IX nella Costituzione “Apostolicae Sedis” , ribadita nel 1968 da Papa Paolo VI nella Enciclica “Humauae vitae”, nel 1995 da Papa Giovanni Paolo II nell’Enciclica —-‘”Evangelium Vitae” e nel 2018 da Papa Francesco nella Udienza generale per la catechesi sui Comandamenti nonché da numerosi autorevoli esponenti della comunità scientifica mondiale quali, in epoca recente, i professori Matthews Roth  (Medicai School Harvard University) e Henry Gordon (Mayo University), i  dottori A.M. Bongioanni (Pennsylvania University), W.A. Bowes (Medical School Colorado University), R.O. Rahilly nel 2001 col testo “Human  Embriology and Teratology” e K.L. Moore nel 2003 con ·il testo ‘Devloping Human: Clinical Oriented Embriology”. Essi sostengono che l”‘essere umano” va considerato vivente dal momento esatto in cui si forma l’embrione, assimilando quindi ogni I.V.G. a un atto omicidiario a tutti gli effetti. Per contro, i seguaci “pro-choice”, sostenuti da numerosi Enti e Organizzazioni internazionali (qruppo Democratico alla ‘Camera U.S.A. guidato dalla senatrice Nancy Pelosi; Amnesty Intemational; International , Planned Parethood Federation ; Pathfinder Intematlonal Association of Massachussets ; Pedrag Matic, europarlamentare croato) affermano che l’embrione non può essere considerato come “essere umano” prima che siano trascorse 23 settimane dall’atto del concepimento e quindi, entro quella data, la sua soppressione non può essere considerata “omicidio (omicidio” = soppressione di una vita umana – Enciclopedia Italiana Treccani – Ed. 2012).

Per quanto concerne le principali credenze religiose, seguaci “pro-Iife” sonoi cattolici, gli ortodossi, i musulmani, gli ebrei, gli induisti, i buddisti e i Testimoni di Geova nella proporzione di circa 3 a 1 rispetto ai “pro-choice” che comprendono i protestanti, gli anglicani e gli animisti.

In riferimento agli Stati nazionali, secondo il “Guttmaker Research Institute” di New York, i Paesi del mondo “pro-life” sono attualmente 125 ‘su 199 e annoverano , fra gli altri, Germania, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Norvegia, Svezia, Russia, Ucraina, Estonia, Lettonia, Canada,· Australia, Cina􀁞 Libia, Somalia, Etiopia, Sud Africa, Algeria, Paraguay, Uruguay, Venezuela, Indonesia, Messico, Cile, Nuova Zelanda ,Colombia, l’aborto è generalmente vietato in molti Paesi del Sud America, dell’Africa, del Medio Oriente e del Sud Est asiatico quali Egitto, Angola, Giappone, Senegal, Iraq, Filippine, Nicaragua, Laos, El Salvador, Haiti ; ed è ammesso solo in determinati casi (per lo più connessi con malattie) in Polonia, Gran Bretagna, Finlandia, Islanda , Brasile, Marocco. Singolare è, in proposito, la posizione degli Stati Uniti, altalenante fra “pro -life” e “pro-choice” a seconda delle Amministrazioni che si sono succedute al Governo della Nazione, dopo che la possibilità per l’aborto era stata concessa alle donne per la prima volta nel 1973 con una famosa sentenza (n. 410 US 113) della Corte Suprema (Presidente repubblicano Richard Nixon) : tale possibilità venne confermata dai Presidenti repubblicani Gerald Ford nel 1975, Ronald Reagan nel 1985, George W.Bush nel 2001 e Donald Trump nel 2017 e negata dai Presidenti democratici Bill Clinton nel 1993, Barack Obama nel 2009 e Joe Biden nel 2021.

In  Italia, sono numerosissime le Associazioni  “pro-life” ,sostenute dalle Autorità ecclesiastiche e dal Vaticano, riunite dal 1980 nel ‘Movimento per la vita”, mentre sono fautori della I.V.G. controllata , fra le altre, l’ A.M.I.C.A. (Associazione Medici Italiani per la Contraccezione e l’Aborto), la L.A.I.G.A. (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione leggi I.V.Q.), la U.A.A.R. (Unione Atei e Agnostici Razionalisti), la A.Gi.Te. (Associazione Ginecologi Teritoriali , l’U.D.I.(Unione Donne Italiane , l’ A.I.E.D. ( Associazione Italiana per l’Educazione Demografica) , l’ A.D.U.C. (Associazione Diritti Utenti e· Consumatori), la Consulta bioetica e l’Associazione “Luca Coscioni”. La questione della legittimità o meno della I.V.G., dibattuta da tempo, è stata definita – sia pur soltanto in certa misura – a favore della componente “pro­choice” dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 127 del 1975 (” … .l’embrione non può essere considerato un essere umano in quanto deve  ancora diventarlo…. “) e soprattutto dalla legge n. 194 del 1978, che hanno modificato le modalità di accesso delle donne all’I.V.G. in strutture pubbliche nei primi tre mesi di gestazione derubricandola da “reato”. Dopo violente e ripetute opposizioni alla legge da parte del “Movimento per la vita” si giunse, nel maggio 1981 a un referendum nazionale abrogativo, che la confermò in due occasioni, rendendola tuttora vigente. I suoi dettami non vengono però completamente osservati in quanto esistono, ad esempio, numerosi operatori sanitari che, per varie motivazioni, rifiutano l’assistenza a gestanti che intendono abortire nei primi mesi di gravidanza. La percentuali di questi operatori ( obiettori della legge) è attualmente assai alta e raggiunge il 70% dei medici ginecologi ( con punte arrivate negli anni scorsi all’ 88% in Basilicata e al 96% in Molise), il 50% dei medici anestesisti e il 40% delle ostetriche. Anche in questo campo persiste il secolare conflitto tra legge, scienza, fede e, nello specifico, non se ne prevede una facile composizione.

Gustavo Ottolenghi

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