Di sicuro l’Arte aiuta l’uomo a vivere meglio e vedere tutto ciò che lo circonda con occhi diversi, lo aiuta a farsi domande. Oggi più che mai aiuta a prendere coscienza della volgarità che ci circonda, anche quando l’Arte usa li stessi strumenti della volgarità (se ci riesce in modo geniale).

Ma a cosa serve l’Arte?

L’Arte deve pensare a essere Arte e muoversi in tutti i territori possibili: visionari, rivoluzionari, politici. Insomma l’Arte è uno strumento che deve risvegliare le coscienze e aiutarle a godere del bene che ci circonda senza nessun timore di spingersi troppo. Anzi, questo è proprio il suo compito. Deve dare l’esempio e ricordare che l’uomo ha una mente che dovrebbe essere libera da preconcetti e sovrastrutture che la società sempre più sta imponendo (oggi ci sta schiacciando).

Più l’uomo non pensa è più è una pedina succube degli eventi che lo circondano, ogni suo sguardo che non vede è uno sguardo perduto. L’Arte suggerisce che l’uomo possiede la libertà di cui ha necessità per rinnovarsi e progredire e prendere coscienza della sua natura straordinaria. Qualcuno potrebbe dire Divina, ma non vorrei spingermi troppo.

Ho deciso di salvare 90 pini

L’esempio di cui parlerò apparentemente è un piccolo atto compiuto in nome dell’Arte. Ho deciso di salvare 90 enormi pini che il Comune di Oristano, seguendo le linee del progetto per il rifacimento del lungomare di Torregrande, vorrebbe abbattere. Finora non esiste nessun rapporto che certifichi il loro stato di salute: fino a prova contraria, risultano essere sani. Per giustificare l’abbattimento è stata divulgata la narrazione che ormai sono fine vita. In realtà hanno appena 55 anni e la loro vita va dai 150 ai 250 anni! Inoltre si insiste sul fatto che i pini hanno danneggiato alcune case adiacenti. Dov’è il problema? Oggi esistono sistemi collaudati per mettere in sicurezza pini e case, eppure si va avanti a testa bassa pur di distruggere quello che potrebbe essere un meraviglioso e ombroso lungomare.

La Rivoluzione passa anche nei piccoli gesti quotidiani

Che danno può creare al pianeta l’abbattimento di 90 enormi pini sul litorale di una borgata ai confini dell’impero? Ben poca cosa, mi si potrebbe obiettare, rispetto alle devastazioni planetarie a opera dell’uomo nell’intero globo. Eppure anche nei piccoli atti, si può cogliere un aspetto rivoluzionario che cambia la visione delle cose. Per bloccare questo sterminio senza una giusta causa, ho dato agli alberi la dignità di vere e proprie Opere d’Arte Contemporanea. Le ho firmate e dato loro un titolo appropriato. Un’azione che, pur così umilmente semplice, che io sappia, non era mai stata fatta. Esistono parchi museo con opere di importanti artisti in compagna di varie specie di alberi. Ma non esistono alberi diventati sculture protagonisti “dell’esposizione museale”.

Un bell’albero non è solo un bell’albero

E così ho creato il MACCAB, Museo d’Arte Contemporanea a Cielo Aperto per Bambini. Perché alberi e bambini, ai quali il museo è dedicato, vivono la stessa purezza della vita, e perché noi stessi torniamo bambini se ci soffermiamo e godere della varietà delle loro forme. Un bell’albero non è solo un bell’albero. E’ una vera e propria scultura formatasi armoniosamente studiando i pieni, i vuoti, calcolando i pesi e la distribuzione dei chiari e scuri con la stessa attenzione che un artista dedica alla realizzazione della sua opera.

Ecco un punto su cui vorrei posare uno sguardo diverso dal solito.
I tronchi dell’albero e le sue foglie hanno creato geometrie e tensioni che suggeriscono un’infinità di interpretazioni. Questo è un Laocoonte, quell’altro vuole imitare il David, un altro ancora ti racconta la sua sfida per fronteggiare il Maestrale. Sono più che “normali” alberi dalle fantastiche forme. Sono vite pensanti che si scolpiscono da sole, possiedono un ingegno da invidiare. La mia non è un’opera concettuale. Semplicemente non ho affidato la realizzazione di una scultura, per esempio in ferro, a un esperto artigiano. Mi sono solo affidato alle energie/artigiane della natura che lavoravano in silenzio attorno a me. Hanno fatto un lavoro immenso, “loro”, sperando che anche il più insensibile se ne accorgesse!

Abbattere i pini di Torregrande è un’azione stupida

Ecco che ora abbatterli appare un’azione non solo distruttiva, ma un’azione che dichiara quanto sia elevata la stupidità umana. E di quanto noi stiamo perdendo la coscienza della potente bellezza che ci circonda. Senza dimenticare, oltre alla bellezza estetica, tutta la vita che un albero ci regala e della quale abbiamo ora più che mai assoluto bisogno. Ho voluto sensibilizzare amministratori e opinione pubblica sul fatto che adesso quelle fantastiche alberature dovranno essere viste con occhi diversi. Ho dato agli alberi un valore aggiunto. Ecco, l’Arte si fa avanti e crea problemi all’abbattimento. Ora non è più così facile agire pur con l’approvazione del progetto da parte del Comune di Oristano.

Albero come opera d’Arte contemporana

Tanto più che la nuova visione che propongo di Opera d’Arte ha subito avuto larghi consensi da parte dell’opinione pubblica, degli esperti agronomi e del Comitato formatosi in difesa dei pini in questione. L’Arte in questo caso ha una voce forte che spiazza i luoghi comuni. Ha una voce alta che colpisce le coscienze in modo imprevisto, desta stupore e meraviglia; un albero un’opera d’Arte Contemporanea?  Certo, se è un artista a dichiararlo (Duchamp è sottinteso). La poesia di questa azione entra nell’intimo delle persone e scombina i piani politici: l’Arte può vincere sulla politica! Questo mi sembra straordinario!  E straordinario è il fatto che le persone possano dissetarsi di questa idea e la sposino senza indugio. In questo caso, applicando un concetto totalmente nuovo, non ho creato scompensi ma subito accettazione. Non sempre nuove idee devono per forza avere tutti contro o creare scandalo.

L’azione di Joseph Beuys nel 1982 a Kassel piantando la prima delle 7.000 querce che verranno in seguito messe a dimora, è stata un’azione rivoluzionaria che determinava l’importanza dell’unione che l’uomo deve avere con la natura. Beuys diede vita a un bosco di 7.000 querce, io cerco di salvare dalla morte 90 giganteschi pini. Sembrerebbe quasi che, più un albero è robusto, gigantesco e sano, più genera invidia (qui sarebbe corretto scomodare Freud) adducendo all’albero colpe che non ha. Vorrei ricordare che negli anni, i pini in questione, non hanno mai avuto una minima manutenzione. Credo che adesso non sarà più così facile decretare la morte di quelle “Sculture”. L’Arte si è messa di traverso e grida il proprio grido. L’Arte può salvare al mondo? Dopo queste righe mi sono convinto che almeno può aiutarlo.

Salvatore Garau

 

Salvatore Garau

Salvatore Garau è uno dei più noti contemporary artist italiani, più volte presente alla Biennale di Venezia. Oltre che come protagonista dell’arte visiva, è noto anche per essere stato il batterista...

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